Base Gaia: a Lambrate il primo Cohousing di Milano che nasce dal basso!

Così Anna e Ema, Paola e Uccio, Marta e Fra, Ger e Clau con rispettivi figli, con età che vanno dai 12 ad ancora da nascere, hanno deciso di affidare il loro sogno a mani esperte affidandosi all'avvocato Massimo de Carli, al commercialista Filippo Bellavite e allo studio di architettura ed urbanistica OAU, in cui lavora il nostro amico Gianni Dapri, per dare corpo al proprio sogno.
In primo luogo è stata individuata una splendida area che è stata bloccata dalle quattro famiglie e che andrà a rogito nell'aprile 2015.
L'area scelta per la nascita del primo cohousing sociale a Milano è sita in via Crescenzago e si affaccia sul Parco Lambro. E' un'area di 1250 mq attualmente adibita a deposito mezzi e attrezzature edili per cui è stato già stato stipulato un contratto di opzione d'acquisto. L'area è già inserita nel PGT quale edificabile ed il progetto, primo a Milano, intende avvalersi della possibilità di corresponsione degli oneri di urbanizzazione per mezzo di compensazione con azioni di carattere sociale connaturati alla natura dell’iniziativa di cohousing.
E' il primo esempio di cohousing nato dal basso che nasce a Milano, perché l'iniziativa parte dalle famiglie e non da imprenditori edili che cavalcano uno degli slogan più usati al momento. Talmente innovativo nel modo e nella struttura da lasciare spiazzati gli uffici comunali competenti, tant'è che hanno dovuto intraprendere una trattativa per andare in deroga a regolamenti comunali che, ad esempio, regolano al solo 10% della superficie abitativa il massimo di parti comuni. Per questo i tempi previsti si dilateranno di almeno sei mesi per avere la garanzia di portare a termine la trattativa con gli uffici comunali competenti, ma, d'altra parte, è lo stesso vicesindaco, Lucia De Cesaris, a sollecitare un'accelerazione al progetto, proprio per creare un primo caso concreto su cui appoggiarsi per regolamentare il cohousing a Milano, realtà presente nel PGT, ma non ancora sorretto da sufficienti regolamentazioni edilizie.
Le quattro famiglie, nucleo fondatore, hanno deciso così di aprirsi, cercando altre sei famiglie che sognino, progettino e realizzino assieme a loro questo sogno.
Sulla loro presentazione scrivono:
Facciamo nostre alcune PAROLE-CHIAVE che diventeranno programmatiche per la costruzione del nostro cohousing, e costituiscono il fondamento della nostra identità di gruppo:Al di là di queste parole chiave, non si tratta di una comunità, bensì di cohousing in cui, al di là di regole di convivenza ancora da concordare, ognuno avrà a disposizione la propria unità privata più lo spazio comune che sarà limitato alla zona del piano terraPartecipazione
Vogliamo creare una COMUNITA’ RESIDENZIALE a partire dalla sua stessa progettazione, una progettazione partecipata: insieme condividiamo il progetto edilizio (perché anche come è fatto un edificio può facilitare i contatti e le relazioni sociali) ma soprattutto cosa e come condividere, come gestire i servizi e gli spazi comuni, in modo da CONTRASTARE L’ISOLAMENTO URBANO, ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e soddisfare il desiderio di ridurre la complessità della vita.Socialità
Le grandi città sono spesso e paradossalmente luoghi di solitudine, dove il bisogno di un senso del vivere collettivo e di uno spirito di comunità faticano a mettere radici.
Per noi, cohousing significa progettare una forma di ABITAZIONE COLLABORATIVA. Non solo al proprio interno: fa da sfondo ideale al nostro stare insieme un abitare aperto alla strada, al quartiere, alla città e al villaggio globale. Si può contribuire al benessere comune attraverso le tante piccole/grandi azioni di PROSSIMITA’ e di BUON VICINATO immaginabili, anche traendo forza da esperienze già realizzate.Sostenibilità
Insieme riusciamo a promuovere e realizzare uno stile di vita sostenibile ecologicamente. In relazione alle nostre possibilità vogliamo adottare tutti gli accorgimenti per una casa ECOLOGICA.
Vogliamo perseguire la riduzione dei consumi di energia, praticare il riciclaggio e il riuso, abbiamo il desiderio di creare un orto, facendo nostri i principi ispiratori delle Transition Towns.Economicità
Possiamo ridurre i costi di gestione delle attività quotidiane. Insieme il denaro ha più valore: partecipando alla rete dei GAS (Gruppi d’Acquisto Solidali), condividendo beni materiali rendendo il più possibile superfluo il possesso esclusivo, sperimentando forme di SHARING ECONOMY (ad es. l’automobile, la lavatrice, gli attrezzi del fai-da-te…), avvantaggiandosi reciprocamente delle competenze individuali secondo la logica delle BANCHE DEL TEMPO (accudire i più piccoli, lavare e fare la spesa, cucinare e riparare…).Solidarietà
In un momento storico in cui le istituzioni cercano di stimolare nuove forme di WELFARE ATTIVO, di dare risposte più efficaci ai temi della sicurezza, dello spaesamento, della congestione e dell’abitare, vivere in cohousing diventa anche un’esigenza. Previene realmente il disagio sociale. Il cohousing offre un ambiente di vita più protetto, particolarmente idoneo per la crescita dei bambini e per la sicurezza dei più anziani.
Possiamo aiutarci reciprocamente nella quotidianità praticando il MUTUO AIUTO. Attraverso la condivisione possiamo accedere a beni e servizi che per il singolo individuo avrebbero costi economici alti, nonché sperimentare forme di lavoro condiviso.

e le parti di interrato e terrazza

Questo progetto, presentato in questi giorni, è comunque in divenire, in quanto sarà studiato e rifatto in base alle esigenze che emergeranno con le altre 6 famiglie che verranno selezionate nei prossimi giorni, per convenire entro gennaio 2015 alla fondazione di una cooperativa edilizia a proprietà indivisa. Questa cooperativa rimarrà in vita per almeno due anni (tempi previsti di costruzione dell'edificio), che, probabilmente, verranno estesi a cinque per permettere il consolidamento della parte sociale del progetto. Al termine di questo periodo, la cooperativa cederà le unità abitative ai singoli e verrà costituito un condominio con regole definite in comune nei prossimi anni.
Per trovare le restanti famiglie, il gruppo fondatore invita tutti gli interessati a richiedere a cohousing.basegaia@gmail.com l'invio del questionario di interesse, cui seguirà un nuovo incontro il 30 novembre e, successivamente, un laboratorio di due giorni (oneroso), coordinato da facilitatori ricercati per lo scopo, per capire cosa significhi un cohousing e verificare l'adattamento delle famiglie interessate ad un'impresa del genere.
Nel primo progetto sono state identificate 10 unità abitative da 85 mq cadauna, però modificabili a seconda delle esigenze, per cui è possibile che una famiglia con maggiori bisogni abitativi occupi una porzione di 110 mq e nella seconda unità abitativa sul piano un'abitazione di 60mq. Alle unità abitative dovranno essere aggiunti 200mq di spazi indivisi comuni, che incideranno quindi per circa 20mq sulla singola unità abitativa.
Essendo un progetto che parte dal basso, seguirà un principio di economicità e progettazione partecipata, per cui, rispetto alle classiche cooperative edilizie, si prevede un risparmio; si parla così di cifre che partono dai 2.400 €/mq ad una cifra massima di 2.700 €/mq.
I tempi di realizzazione seguono un cronoprogramma già definito:
- entro gennaio 2015 costituzione della cooperativa
- entro gennaio 2015 presentazione del progetto al Comune (con 6-8 mesi previsti per l'approvazione)
- 15/4/2015: rogito del terreno
- inizio settembre inizio dei lavori edili
- il tempo di consegna dell'immobile dipende dal tipo di materiale utilizzato: 8-10 mesi per una costruzione in legno (costi leggermente superiori) o 12-14 mesi per una costruzione di tipo tradizionale (costi più contenuti)
La scelta di materiali, classe di risparmio energetico, impiantistica, definizione degli spazi comuni saranno oggetto di una progettazione cui parteciperanno tutte le 10 famiglie che daranno vita al progetto.
Per maggiori info consultate il sito http://cohousingbasegaia.wix.com/basegaia