C'era una volta la Macedonio Melloni

Lo storico ospedale per i parti e per i bambini dell'Est di Milano rischia di sparire. Diverrà l'oftalmico mentre tutte le competenze pediatriche andranno al Fatebenefratelli. Il piano è all'esame della Regione e ha già determinato una mozione nettamente contraria da parte del consiglio di Zona 4. Un alt che potrebbe essere replicato da una delibera della Zona 3. E una protesta che potrebbe estendersi ai 3mila cittadini (in maggiornaza mamme) che già l'anno scorso avevano fimato contro il trasferimento delle degenze pediatriche da Melloni al Fatebenefratelli.
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parto pretermine e cura dei bambini prematuri

Un nuovo reparto di pediatria appena ristrutturato, presentato in questi giorni. Venti posti di degenza, strutture impeccabili. Dove? Forse al Macedonio Melloni, storico punto di riferimento dei parti delle milanesi? No. Al Fatebenefratelli, parte della stessa azienda ospedaliera, ma mai specializzatosi sui piccoli pazienti. E di più, l’apertura del nuovo reparto di degenza pediatrica potrebbe essere soltanto il primo passo di un piano più ampio. In pratica la completa inversione dei ruoli trai due presidi ospedalieri. Al Fatebenefratelli il trasferimento di tutte le attività pediatriche del Macedonio Melloni. E per quest’ultimo la sua metamorfosi in oftalmico.

In pratica la fine di un istituto che ha fatto la storia (e non solo italiana) della gestione e terapia dei parti precoci e dell’allergologia infantile. In pratica, tra chiusura delle degenze pediatriche al Macedonio Melloni e ristrutturazione del pari reparto del Fatebenefratelli, il risultato sta in una perdita netta di quasi dieci posti di degenza.

Il piano (riservato) di ristrutturazione del Fatebenefratelli-Macedonio Melloni è oggi , secondo il Corriere della Sera, sul tavolo della Regione Lombardia. E già si sono levate proteste da parte di rappresentanze sindacali, e i consigli di Zona 4 e 3 sono sul piede di guerra. Un ‘operazione incomprensibile, che cancella una vera eccellenza della sanità pubblica italiana, con un record di migliaia e migliaia di parti e bambini curati, compresi neonati prematuri prima dati per spacciati.

Perché tutto questo? Per capire questa vicenda, almeno all’essenziale, bisogna risalire al 2010-2011, prima dell’ultima grande crisi italiana. Tra gli addetti ai lavori si fa strada, allora, una semplice considerazione: manca a Milano un ospedale integrato, e a tutto campo, per i bambini e le mamme. Roma ha il suo Bambin Gesù, Genova il Gaslini, a Firenze c’è il Meyer. A Milano invece tanti ospedali parziali: Mangiagalli, Buzzi, Macedonio Melloni. Con continui trasferimenti dei piccoli pazienti, per esami e diagnosi diverse, da un punto all’altro delle città.

L’idea di un Policlinico per i bambini, riunendo i tre nomi, sembrava passata in Regione nel 2011. Poi svanisce. «Milano non è riuscita a vincere la sfida di concentrare in un'unica struttura anche le cure pediatriche cardiochirurgiche, neurologiche e oncoematologiche - spiega Ida Salvo, primario di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva pediatrica al Buzzi - Per competere davvero con il resto d'Europa ci restano ancora molti passi avanti da fare».

Una sconfitta vera, seria, per la sanità lombarda. Qualcosa nelle priorità della Regione allora guidata da Roberto Formigoni deve essere scattato. Investire su un policlinico pediatrico? Altri sono i temi preferenziali (come per esempio la Città della Salute a Sesto San Giovanni).

Ma c’è chi, di fronte alla sconfitta, dice no. Come Alessandro Fiocchi, 57 anni, l’allergologo di 12 mila bimbi milanesi, uno dei pilastri del Macedonio Melloni, che decide di lasciare l’ospedale di Piazza Dateo proprio per il Bambin Gesù di Roma, motivando la sua scelta (abbastanza inusitata) con la mancanza a Milano di quel policlinico pediatrico che invece altrove fa la differenza.

Contemporaneamente, si scatena la diaspora dei pediatri della Melloni, rileva l’azienda. E insieme la decisione da parte del vertice del Fatebenefratelli di chiudere dal gennaio 2013 il reparto di degenza di pediatria e di unificarlo, temporaneamente, con quello di Via Castelfidardo. Causa mancanza di pediatri.

All’appuntamento una raccolta di firme nella zona contro la chiusura: oltre tremila (in gran parte mamme), ma è un nulla di fatto. Entrano anche in gioco i consigli di zona e i consiglieri regionali d’opposizione (Pd e patto civico).

L’azienda (e la Regione) devono spiegare. E la risposta, come elemento cardine,  è la carenza di pediatri. Un fuggi fuggi improvviso subito dopo il caso Fiocchi e poi, secondo il direttore generale del Fatebefratelli Giovanni Michiara, una serie di cinque bandi per assunzione di pediatri, dal 2011 al 2013, che non hanno risolto la situazione di sofferenza. Bandi di assunzione però tutti a tempo determinato, di 12-18 mesi. A cui sei medici, pure ritenuti idonei, non hanno accettato il contratto.

L’ultima puntata dello smantellamento del Macedonio Melloni è quindi di oggi. Con l’inaugurazione del nuovo reparto pediatria del FatebeneFratelli (il regno del “ potentissimo pediatra Luca Bernardo”, come lo definisce il Corriere della Sera). A lui, si dice, verrà affidata l’intera gestione del presidio ospedaliero che nascerà dal trasferimento di tutte le attività (compreso il pronto soccorso) da Macedonio Melloni a Via Castelfidardo.

E qui si pongono alcune domande. Primo: tra Melloni (16) e Fatebenefratelli (12) prima c’erano 28 posti letto pediatrici disponibili. Oggi, con l’accorpamento, si riducono a 20.

Secondo: il pronto soccorso pediatrico della Macedonio Melloni gestisce circa 10mila interventi l’anno. Il Fatebenefratelli un quarto. Oltre a 2500 parti all’anno, un presidio cruciale per le mamme delle zone circostanti.

L’accorpamento e lo scambio (oftalmico al Melloni contro pediatria al Fatebenefratelli) non indurrà alla fine una secca riduzione dei servizi sanitari pubblici, a favore magari di privati lautamente convenzionati?

E la zona est di Milano non sarà la più penalizzata?

Per questo lo scorso 30 ottobre, il consiglio di Zona 4 ha inviato al vertice del Fatebenefratelli una prima mozione piuttosto secca, che chiede il mantenimento in Macedonio Melloni delle competenze e servizi esistenti. E altrettanto è in pentola in Zona 3, forse con una specifica delibera.

Resta un punto. Quel Policlinico dei bambini, necessario per Milano, ma di cui nessuno più si azzarda a parlare. Che fine ha fatto?


 

 

 

 

 

 


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