ROM e i cittadini di Lambrate: una convivenza difficile

Nei giorni scorsi si è tenuta, al circolo ACLI di via Conte Rosso, un'assemblea pubblica per discutere il problema del degrado di Lambrate. Propongo un percorso per capire a freddo le questioni (tante) e le possibili soluzioni (poche). ()
rom a lambrate

Cosa sta accadendo a Lambrate?

In effetti la situazione è pesante. Ogni settimana riceviamo segnalazioni del disagio dei cittadini nei confronti della presenza di molti ROM e anche extracomunitari che utilizzano le aree gioco, i giardini e i parciapiedi come discariche e latrine.
Il problema ROM in Rubattino è di lunga data, basti ricordarsi che diventò un caso nazionale su cui l'amministrazione Moratti intervenne con mano pesante operando 14 sgomberi (ognuno costato alla collettività 200.000€), ma senza risolvere la situazione.
Negli ultimi tre anni il centro di vita dei ROM in zona era diventato il palazzo in costruzione in via Bistolfi, poi sgomberato ad aprile. In questo caso la scelta dell'amministrazione è stata quella di garantirsi prima la messa in sicurezza dell'area da parte della proprietà e, una volta ottenuta per mezzo del tribunale, intervenire. Di fatto la palazzina non è più oggetto di occupazione abusiva, ma, anche in questo caso, si è trattato di uno spostamento del problema in altri luoghi.
Il ragionamento sull'opportunità degli sgomberi diventa allora ragionevole. Ma perché queste operazioni non hanno successo?


Perché nella nostra zona rimane sempre viva una gran quantità di famiglie ROM?

Leggevo l'altro giorno un interessante articolo su una ricerca del '69 dell'Università di Stanford intitolato "La teoria delle finestre rotte" ed in quell'articolo ci sono alcune risposte a questa domanda. Purtroppo la nostra zona, a causa soprattutto della crisi industriale e delle grosse trasformazioni urbanistiche in atto, vive in uno stato di degrado ed abbandono indipendentemente dai ROM. Ma questi sono, nella quasi totalità, spazi privati su cui l'amministrazione non può intervenire se non chiedendo la messa in sicurezza e, se non ottenuta, dopo anni di iter legali, l'obbligo da parte del tribunale. Non sempre sulle aree è possibile intervenire in questo modo e mi riferisco in particolare alle aree intercluse sotto i cavalcavia della tangenziale, da sempre luogo di occupazioni abusive. In questo caso ci sono alcune idee e proposte per l'utilizzo alternativo delle aree sotto i cavalcavia. La strada però è complicata essendoci di mezzo questioni di sicurezza e di competenze differenti, ma il Consiglio di Zona ha, per una parte di esse, già pronta una proposta in avanzata fase di elaborazione.
Per le aree private in abbandono ci sono però importanti novità grazie al discusso articolo 12 del nuovo regolamento edilizio varato in questa settimana. Il Comune si è dato il diritto di espropriare zone ed edifici in stato di abbandono e degradati per darli al terzo settore, finalizzati ad interventi sociali sul territorio. So che troverò molti oppositori a questo mio parere, ma io considero questa notizia ottima per il futuro della nostra zona, così piena di spazi abbandonati ed in degrado.


Cosa dicono i cittadini?

Veniamo dunque a quanto detto nell'assemblea e poi sulla pagina Facebook "Lambrate Informa" che sta raccogliendo immagini del degrado e proposte. A parte la visione più barricadera, per fortuna minoritaria, che pensa ad interventi estremi come ronde, blocchi stradali, porti d'armi ed altro (ovviamente immediatamente cavalcati politicamente), la maggioranza delle opinioni è di trovare delle soluzioni legali per riprendersi la zona. Da ieri è stato lanciato un appello per Rimembranze di Lambrate (luogo in cui ormai sono fisse decine di ROM):

PRESIDIO DEI CITTADINI
Per riprenderci la piazza e scoraggiare presenze che la stanno distruggendo, stiamo organizzando un presidio fisso di cittadini, pacifico e semplicemente di presenza in piazza seduti sulle panchine.

- 2 persone per panchina che rimangano 1 o 2 ore
- turni per riuscire a coprire tutte le panchine e una fascia oraria più vasta possibile

Se vuoi riprenderti la piazza e fare qualcosa per il TUO quartiere dai la tua disponibilità a partecipare!
Basta scrivere una mail a lambrateinforma@gmail.com con nome, cognome e disponibilità (giornate e fasce orarie).

Più siamo, prima partiamo, prima ci riprendiamo il quartiere!
DIFFONDI LA NOTIZIA IL PIU' POSSIBILE


Questo intervento verte senz'altro nella direzione che auspico e cioè di riprendere possesso della zona, ma parte da un principio che non condivido e cioè che debba crearsi una contrapposizione verso un'altra comunità (importa poco che siano ROM o nord africani o di altra etnia o religione). La mia idea, espressa anche nella pagina Facebook, è di natura differente e cioè che solo i cittadini possono dare un messaggio fondamentale all'amministrazione e a tutti i cittadini (ivi compresi i ROM) vivendo maggiormente gli spazi della città, rianimandoli con iniziative culturali ed abitudini di vita.


Cosa possiamo fare noi e cosa l'amministrazione?

  • Innanzitutto mappare i luoghi occupati abusivamente e tutti i luoghi di disagio. Il Comune sta mappando, in concorso con i Consigli di Zona, i luoghi papabili di intervento secondo il suddetto art.12 del Regolamento Edilizio, e quindi togliere al degrado edifici ed aree è fondamentale!
  • Essere propositivi nel formulare idee sull'utilizzo di aree non passibili dell'intervento precedente, come, ad esempio, progetti di utilizzo delle aree intercluse della tangenziale
  • Chiedere al Consiglio di Zona di impegnarsi nell'attrezzare e riqualificare i giardini della zona
  • Mettersi in campo in prima persona perché i giardini vengano vissuti dai cittadini, per toglierli al degrado.
  • Operare in prima persona per la buona manutenzione della nostra zona. La giornata 'Puliamo il mondo' non deve rimanere un episodio estemporaneo, ma un'abitudine della comunità. E' vero che AMSA è molto attiva e, se segnalato, interviene prontamente, ma deve entrare nell'abitudine di tutti noi essere protagonisti in prima persona della cura della zona.
  • Denunciare immediatamente alla questura tutti gli episodi criminali di cui siamo testimoni (purché ci sia la certezza che siano episodi criminali per non cadere nel meccanismo del "al lupo, al lupo")
  • Non cedere a strumentalizzazioni politiche che possono creare all'interno del movimento delle fratture.
  • Non cedere a derive discriminatorie e razziste perché non gioverebbero alla nostra causa.

Non aspettiamoci tempi veloci. Purtroppo la macchina pubblica è lenta e farraginosa, ma solo una collaborazione tra cittadini ed istituzioni può darci la garanzia di una soluzione.


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