Ma di che cosa stiamo parlando?

In cui si tratta della qualità, efficacia ed efficienza del servizio sanitario offerto dalla Regione Lombardia. ()
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Un nostro caro lettore ci racconta, praticamente in diretta, di una sua piccola vicenda di carattere sanitario iniziata qualche tempo fa con un persistente fastidio a un tallone.
Come da prassi, si rivolge al proprio medico di base che gli prescrive ragionevolmente una radiografia per definire gli ambiti del malanno. Diciamo, per comodità, che la prescrizione avvenga il 20 febbraio e che il nostro lettore interpelli immediatamente il centralino telefonico della Regione Lombardia per prendere il relativo appuntamento. Per quanto cortese, l’addetto al servizio gli prospetta che la prima data utile in un servizio pubblico o convenzionato si aggira intorno alla fine del mese di marzo. Ancorché il malanno non sia drammatico ma solo fastidioso, il lettore ritiene di dover trovare una soluzione più rapida per cui interpella una struttura privata cittadina, comoda comoda, quasi sotto casa, che gli fissa un appuntamento il giorno dopo alla più che modica cifra di euro 50. Meraviglia! Ottenuto in un paio di giorni il referto, quasi in tempo reale ottiene anche dal proprio medico di base una prescrizione per una terapia ad onde urto per la prenotazione della quale interpella nuovamente il fatidico numero telefonico 800-638638 del Servizio Sanitario Lombardo.

Pochi secondi di attesa ed il gentile interlocutore lo informa che, per tale terapia, l’unica struttura prenotabile è l’Ospedale di San Donato, peccato però che le prenotazioni siano chiuse da tempo e non sia dato sapere quando riapriranno.
Il nostro caro lettore, ancor non domo, chiama una nota azienda sanitaria privata da cui evince ciò che segue: la terapia in regime di servizio sanitario non è prevista, si può accedere invece a una prestazione privatistica previa una visita specialistica al costo di euro 122.
A nulla valgono le ragioni del paziente ormai impaziente: “Sono già in possesso di una diagnosi e di un referto radiologico, a cosa serve un’ulteriore visita specialistica?”. La domanda suona sin troppo retorica.
La risposta è semplice semplice: serve a fare cassa a favore dell’azienda sanitaria privata.
Nella kafkiana impossibilità di ottenere una prestazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale, il nostro lettore ha trovato soluzione presso un’altra struttura privata dove, già a partire dai primi giorni di marzo, potrà svolgere la sua terapia a base di onde d’urto. A pagamento, ça va sans dire.

Verrebbe da chiedere a tutti coloro che hanno recentemente e nuovamente votato per la conferma del presidente della Regione Lombardia: “Ma di che cosa stiamo parlando?”.

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Re: Ma di che cosa stiamo parlando?
02/03/2023 Cecconi Massimo
Non sarebbe forse preferibile che chi governa la Regione facesse funzionare i servizi?
mc


Re: Ma di che cosa stiamo parlando?
02/03/2023 Gianluca
Storie comuni. I soldi dei consiglieri eletti all'opposizione potrebbero essere impiegati anche per un osservatorio strutturato, oltre gli aneddoti ormai trentennali.


 
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