Da detenuti a tutor

L’Università Statale di Milano, già molto impegnata sul diritto allo studio, con un nuovo articolato progetto offre ai detenuti iscritti ai suoi corsi la possibilità di diventare a loro volta tutor di studenti più giovani. ()
Prog carcere Univ
L’Università Statale, con il suo “Progetto Carcere”, di cui è referente il prof. Stefano Simonetta, è la prima in Italia per numero di detenuti iscritti ai corsi. Sono più di 150 infatti, il 15% del totale nazionale, distribuiti nei vari penitenziari di Milano e province e 34 sono i corsi frequentati.
Diversi tutor, scelti tra gli studenti universitari, li supportano lungo tutto il percorso.

L’ateneo ha inoltre da poco istituito il primo Osservatorio italiano sul diritto allo studio in carcere, organismo che si occuperà della qualità dello studio, delle sue ricadute, di inclusione e reinserimento sociale. Insieme ai referenti di svariati enti amministrativi, ne faranno parte attiva anche rappresentanti
degli studenti, ma soprattutto dei carcerati che potranno lì avanzare esigenze e proposte.
Ma la notizia forse ancora più interessante e innovativa è un’altra . L’Università, in collaborazione con il carcere di Bollate e alcuni organismi internazionali che si occupano di formazione nelle case di reclusione, ha avviato quest’anno un progetto che offre ai detenuti la possibilità di diventare a loro volta tutor di studenti delle scuole superiori e universitari che necessitino sostegno nello studio. E’ davvero una bellissima iniziativa, un’esperienza che potrà sicuramente dar loro coraggio,
motivazione e sicurezza in se stessi.

Ancor più apprezzabile se si pensa allo spaventoso ritardo che c’è in generale sull’istituzione
carcere e le pene detentive. Quasi tre secoli fa, ma eravamo in pieno Illuminismo, Beccaria, nel
suo trattato Dei delitti e delle pene, non solo parlava di abolire pena di morte e tortura che
oltre ad essere disumane, diceva pragmaticamente “non servono”, ma sosteneva addirittura
che la pena potrebbe diventare una extrema ratio se si adottassero strumenti di “prevenzione
indiretta
” fra i quali metteva la diffusione dell'istruzione nella società o una riforma economico-sociale che migliori le condizioni di vita delle classi disagiate. Concetti semplici e scontati che non tutti condividono ancora oggi quando, dopo secoli appunto, in tante realtà le condizioni dei detenuti restano pessime sia dal punto di vista fisico che rieducativo, psicologico e di reinserimento.
Nel 2022 in Italia si è raggiunto il record di suicidi in carcere, una situazione terribile e dolorosa!
In molti paesi stanno tornando al potere governi conservatori che mettono in atto misure restrittive in vari campi. Per non parlare di ciò che succede in Iran dove si torturano e impiccano i manifestanti o in Afghanistan dove alle donne, addirittura, lo studio è vietato! Chapeau quindi a questo impegno e queste iniziative!
A questo link una più ampia descrizione del progetto. Cercheremo di seguirne gli sviluppi.

E’ risaputo, ma ricordiamo che, volendo fare volontariato nell’ambiente carcerario, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si possono contattare direttamente i carceri o appoggiarsi a qualcuna delle associazioni che se ne occupano.
Visto poi che è tempo di regali natalizi segnaliamo, proprio nella nostra zona, un negozio che vende tanti prodotti realizzati in carcere, il Consorzio Viale dei Mille (Viale dei Mille, 1, angolo Dateo) “un’organizzazione del terzo settore nata per dare un’opportunità concreta di sviluppo all’economia carceraria e alle cooperative che operano negli istituti di pena”

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