Piazza Aspromonte, rabbia e delusione dopo il dissequestro

"Milano è green solo nelle pubblicità": a oltre un mese dalla decisione del gip, i residenti della piazza ci raccontano gli abusi dell'impresa costruttrice durante i lavori, lamentando l'assenza totale del Comune. ()
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Alessandra R. e Edoardo P., coppia di liberi professionisti con 4 figli e membri fondatori del Comitato dei residenti, vivono in piazza Aspromonte dal 2010, quando hanno comprato e ristrutturato una delle villette dei primi del ‘900 che caratterizzano la piazza: “ci piaceva molto la vista, l’architettura delle villette ed in più il quartiere era molto tranquillo. Noi prima abitavamo in Buenos Aires dove il traffico è onnipresente. Qui abbiamo trovato più quiete, grazie anche alla grande area verde della piazza.”

La quiete, però, non è durata a lungo. In seguito alla demolizione della villetta liberty e della magnolia secolare che occupavano l’area del cantiere, sono cominciati anche i danni alla loro abitazione: “Noi abbiamo una vetrata blindata che si è filata per le vibrazioni e che il costruttore Percassi, dopo il sopralluogo, ha deciso di non riconoscerci. Lo consideriamo un atteggiamento di prepotenza. Chiaramente il disturbo del cantiere è continuo, polvere e rumore sono costanti. Ma il peggio è stato causato dalle betoniere in doppia fila in via Filippino Lippi che, a causa dello spazio ristretto del cantiere, sostavano con motore acceso in strada per non far indurire il cemento e quindi dalle nostre finestre entrava un sacco di smog. Nonostante le numerose segnalazioni, i vigili non sono mai intervenuti”.

Il cantiere dell’edificio di otto piani che incombe sopra le villette è stato protagonista quest’estate di un incendio, che ha allarmato i residenti e bruciato le piante esposte in molti balconi e giardini. Secondo la testimonianza di Alessandra ed Edoardo: “i pompieri non sono riusciti ad entrare con l’autopompa perché l’entrata del cantiere è troppo stretta, di conseguenza hanno perso un sacco di tempo per le loro operazioni. Stranamente nel loro verbale e in quello della Polizia Locale hanno omesso di segnalare le difficoltà di accesso”.

Sabato 5 novembre i residenti del quartiere, sostenuti da alcuni personaggi famosi come l’attore tv Stefano Mandelli e Marco Balich, manager e creatore di grandi eventi, si sono dati appuntamento nella piazza per protestare contro il Comune. Le immagini hanno fatto il giro dei social anche perché sono stati supportati da alcuni influencers milanesi come @milanomind e @nolomilano. “Riteniamo che alcune criticità nel nostro quartiere siano rimaste irrisolte o siano notevolmente peggiorate negli ultimi anni. Milano è una città che viene venduta come verde e dove viene sponsorizzato l’inserimento di alberi ma quello che realmente si percepisce è un’evidente attività di marketing per bilanciare (o coprire?) la grande quantità di costruzioni edili che il Comune sta supportando.

Non abbiamo visto più verde o più alberi ma solo più cantieri con edifici di dimensioni di gran lunga maggiori di quelli preesistenti. Le parti verdi, come ad esempio il nostro Parco di piazza Aspromonte, sono state letteralmente abbandonate negli ultimi anni” affermano dal Comitato dei residenti, un gruppo senza valore giuridico nato nel 2019 e che riunisce gli abitanti della zona.

L’edificio di otto piani è stato pensato per rivolgersi agli studenti del Politecnico. Presenta, quindi, degli appartamenti molto piccoli ma che aumenteranno sensibilmente la concentrazione abitativa della zona, con conseguenze sui parcheggi e sul calore prodotto durante l’estate dai condizionatori del palazzo. L’elemento verde è dato dalla presenza di piante sui balconi ma, aggiunge Alessandra: “è veramente improbabile che degli studenti fuorisede facciano anche l’investimento di abbellire con vistose piante i loro balconi, come invece mostrato nei rendering per pubblicizzare gli appartamenti. Appartamenti che dovrebbero affacciarsi su un’area verde che però dalle foto sembrano essere i giardini delle nostre villette. Una presentazione fuorviante per gli acquirenti, insomma”.

Secco anche il commento del Comitato: “Una città come Milano dovrebbe preservare il valore architettonico dei suoi palazzi storici. Vi sono aree con spazi aperti che possono ospitare l’edificazione di palazzi alti come questo, non certo tra i cortili di ville e palazzi liberty, senza uno sbocco diretto su strada. Per noi si tratta di uno stupro urbanistico ed uno scempio paesaggistico. In città mancano spazi verdi ma basta servirsi del falso e forviante nome di Hidden Garden (Giardino Nascosto) per accaparrarsi un appalto. Nel frattempo, la situazione della piazza è vergognosa e nonostante la promessa dell’utilizzo degli oneri di urbanizzazione del cantiere per risistemarla e rilanciarla, ancora nessun progetto è mai stato presentato. Né noi siamo mai stati invitati a partecipare attivamente alle discussioni del Municipio 3”.

Per quanto riguarda il futuro, dal Comitato confermano di voler continuare a procedere per vie legali: “sperando ovviamente in un risultato positivo ma in ogni caso pensiamo sia giusto far sentire le nostre voci, anche se sembra che il nostro avversario sia diventato lo stesso Comune di Milano da cui, invece, vorremmo sentirci tutelati”.


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Re: Piazza Aspromonte, rabbia e delusione dopo il dissequestro
05/01/2023 Alex
Ma si sa nulla del procedimento in corso?


 
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