A scuola di amore. L’installazione del liceo Brera per la vetrina di COIN

Le ragazze e i ragazzi del corso di Design della Moda del liceo di Brera hanno scelto le farfalle (mariposas) per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. ()
mariposas
A scuola di amore. Perché l’amore non ferisce. Dopo un percorso di formazione su violenza di genere ed empowerment femminile, le ragazze e i ragazzi del liceo di Brera hanno supportato lo sportello “il petalo bianco” con queste parole e con un progetto ideato in onore e ricordo delle sorelle Mirabal: Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa Mirabal, che con il nome di battaglia Las Mariposas (Le Farfalle) lottarono contro il regime dittatoriale dominicano condotto da Rafael Trujillo e furono torturate e uccise in un’imboscata del servizio segreto militare il 25 novembre 1960.

La violenza di genere viene dunque vista qui nella sua più bassa e cruda realtà.

Due classi del corso di Design della Moda del Brera hanno elaborato idee, e da qui schizzi che hanno dato vita a un unico progetto. Con la guida delle docenti di indirizzo, le professoresse Silvia Fonte (Discipline Progettuali Design Moda) e Carmela Restifo (Laboratorio Design Moda), l’analisi delle proposte di entrambe le classi ha prodotto il risultato definitivo.

Oltre alla farfalla, simbolo che rappresenta evidentemente le sorelle Mirabal, sono state introdotte le perle, che simboleggiano le catene. La perla è infatti il frutto dell’ostrica: pur apparentemente splendida, lucente, nasconde la realtà di rifiuto in cui l’ostrica ha visto qualcosa di giusto. Come la donna, che quando percepisce il dolore può anche perdonare, cercando di non vedere la realtà. Dopo tutto, "noi donne siamo fatte così"...

L’ideazione dell’abito ingloba diversi concetti: dall’armatura, che rimanda al significato della forza attribuito all’immagine della donna guerriera, alla perla originata dal rifiuto celato nell’ostrica; dalle ali, che simboleggiano la libertà, alle fiamme che bruciano le estremità del corpo femminile. Dal fuoco emergono mani simboleggianti uomini che provano a trattenere la libertà della donna, che riuscirà tuttavia a rinascere grazie alle sue ali, alla sua bellezza.

Il volto è semicoperto da una maschera che nasconde il sentimento più vero e profondo. Il busto e la vita sono cinti da un corpetto, un’armatura che soffoca l’addome della donna lasciandola in condizione di prigionia, condizione accentuata peraltro dalle catene di perle che la tengono salda lì dove si trova.

Il corpetto rimanda anche al significato della forza attribuito all’immagine della donna guerriera che lotta per i suoi diritti. L’armatura viene “spezzata” sul lato destro da un’ala colorata che copre un seno del manichino. La parte inferiore del corpo è avvolta dall’altra ala, bruciata dalle fiamme.

Uno spiraglio di luce e di libertà è suggerito dalle ali, ancora deboli ma possenti, pronte a distruggere quell’invalicabile soglia che definiamo “amore malato”: lei rinascerà con l’aiuto delle “sorelle farfalle” adagiate sulla scenografia della vetrina.

Il tempo della rinascita è arrivato: come una farfalla, la donna è pronta ad affrontare il dolore e a liberarsi da quel peso atroce.

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