Un altro tassello per l'Ortica del futuro

Le novità nel quartiere si susseguono a gran ritmo: pochi giorni fa via Casasco ha cambiato nome in via De Nora, diventando anche sede e oggetto di un patto di collaborazione per il suo utilizzo condiviso, e dobbiamo già raccontare nuovi sviluppi che toccheranno un ex-spazio comunale poco lontano e ridisegneranno un altro pezzo di questo territorio. ()
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L'area che vedete nella foto, situata tra le vie Trentacoste e Cima, e al momento interessata da lavori di bonifica, diventerà presto sede di uno studentato privato capace di accogliere oltre 500 ragazze e ragazzi. La struttura, suddivisa in tre blocchi di quattro, sette e nove piani, si affaccerà su uno spazio pubblico, articolato in un viale e una piazza a verde che congiungeranno le due strade, estendendosi in un altro spazio, per ora destinato anch'esso a verde ma dove più avanti potrebbe sorgere una struttura privata a funzione pubblica (orientativamente sanitaria, sportiva o per servizi di prossimità), se dal dialogo tra istituzioni, cittadini e operatore ne emergesse la chiara necessità e la possibilità di equilibrio economico-finanziario per gli operatori privati.

Questo in estrema sintesi quanto emerso dalla commissione Territorio del Municipio 3 riunitasi nel tardo pomeriggio di oggi, che ha esaminato la nuova versione del progetto (ce n'era già stata una prima, nettamente contestata dalla nostra istituzione locale) e deliberato per il Consiglio una proposta di parere - formalmente solo sullo spazio ceduto per uso pubblico (viale + piazza) - questa volta favorevole (ci sono state solo quattro astensioni di membri dell'opposizione che difficilmente votano in accordo con la maggioranza). Si tratta del frutto di un percorso inizialmente difficile - l'assessora Bruzzese ha elegantemente definito il primo progetto un "inciampo" - ma che a detta di entrambe le parti, il Municipio 3 e il pool di sviluppatori e progettisti, alla fine dei conti è stato molto positivo e ha portato a un sostanziale cambiamento e a risultati molto soddisfacenti per entrambe le parti.

Ricapitoliamo: l'area in origine era comunale ed era stata da tempo dismessa e inserita in uno dei due fondi di valorizzazione immobiliare, gestiti per conto del Comune dal gruppo BNP Paribas. Qualcuno ricorderà che, come tutti gli spazi abbandonati del quartiere, svuotatosi di imprese e parzialmente desertificato come gran parte di Lambrate (un altro esempio, lo scheletro di edificio all'angolo tra via Bistolfi e la stessa via Cima), anche questo era diventato oggetto di frequenti occupazioni abusive. Il problema era poi stato risolto quasi del tutto con lo scoperchiamento degli edifici in attesa di ulteriori sviluppi, concretizzatisi negli ultimi due anni: cessione a un operatore specializzato straniero (CA Ventures) per essere trasformato in uno studentato al servizio della limitrofa Città Studi e degli universitari che ne frequentano gli atenei.

Dopo la cessione sono iniziati i lavori di bonifica, che dovrebbero terminare a breve, e l'iter del progetto, iniziato male, come si è detto, ma terminato bene. Cosa è successo? La prima versione aveva molte carenze: un fronte continuo su via Trentacoste; nessuna 'permeabilità' (praticamente nessuna possibilità di transito fra quest'ultima e via Cima); un'area di uso pubblico piccola, marginale e destinata in gran parte a posti-auto; e un cortile interno a uso privato e affacciato solo su via Cima. Poi, dopo il parere contrario del Municipio 3, il confronto fra i suoi rappresentanti, segnatamente la stessa assessora Bruzzese e il presidente di commissione Monzio Compagnoni, e quelli dei progettisti e degli sviluppatori, ha portato a radicali cambiamenti.

Nel nuovo progetto, in cui è stata capovolta l'impostazione (in origine dalle funzioni interne all'ambito esterno, ora dall'ambiente esterno verso l'interno con la sottolineatura delle facciate aperte e ampiamente finestrate, come la parete su via Trentacoste della caffetteria, che darà luce e visibilità al viale), lo studentato è stato spostato e concentrato tutto sul lato orientale verso via Bistolfi, lasciando spazio all'area pubblica a verde di circa 4mila metri quadri che congiungerà via Cima e via Trentacoste, aprendosi in corrispondenza dell'area ex-Tre Marie-Sammontana. Qui l'impresa Borio Mangiarotti dovrebbe intervenire con un progetto in dialogo e continuità verso la nuova via De Nora e il futuro assetto dello scalo ferroviario di Lambrate secondo il progetto recente vincitore del concorso "Reinventing Cities". Qualche cifra sul futuro studentato: nei tre blocchi sopra citati troveranno posto 538 persone in 375 camere singole, 23 doppie e 39 appartamentini da tre.

Come detto, resta da decidere il futuro della parte occidentale dell'area verso via San Faustino, un pentagono irregolare che resta di proprietà privata e per ora sarà un tutt'uno a verde con l'area pubblica del viale + piazza. In seguito, tramite un nuovo percorso di confronto tra gli operatori, le istituzioni (Comune e Municipio 3) e questa volta anche la cittadinanza, si stabilirà se collocarvi funzioni pubbliche necessarie al quartiere e in grado di garantire un ritorno economico-finanziario ai privati. L'intento originario di utilizzare le relative volumetrie per collocarvi una parte di studentato da proporre agli utilizzatori a condizioni agevolate, una sorta di funzione pubblica sul modello dell'edilizia convenzionata, è stato quindi accantonato.

Per chiudere, una considerazione e un'indicazione. Partendo da quest'ultima, un utile inquadramento della questione residenziale e abitativa universitaria si trova in questo specifico rapporto della Dataroom di Milena Gabanelli per il Corriere della Sera. La considerazione è che, come dimostrano studi e analisi sui processi partecipativi ma anche quanto dichiarato dai rappresentanti dei privati intervenuti a questa commissione, il confronto con i cittadini e le istituzioni di vera prossimità migliora la qualità delle opere pubbliche e private, grandi e piccole. Questo caso ne è un'ulteriore dimostrazione, almeno nella sua prima fase e speriamo anche nella prossima, quando si dovrà stabilire cosa fare della parte il cui futuro è ancora in sospeso. Così come speriamo accada per altri progetti e piani urbanistici e immobiliari come l'infelice GFU Rubattino, per restare da queste parti, i cui sviluppi attendiamo con ansia...


La foto è di Guido Maffioli, che ringraziamo.

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