Stelle, lockdown e altro
La fisicità adolescenziale è più che mai scommessa, ricerca, scoperta identitaria di sé e dell’altro, esigenza di luoghi comunitari oltre i limiti dell’alveo domestico. La casa e la famiglia, l’interno, sono luogo primario di crescita, prova e preparazione. La scuola, i compagni, la palestra, le professoresse e i professori, le bidelle, gli educatori, gli allenatori, i sacerdoti, l’esterno, rappresentano la prosecuzione e l’evoluzione della prova, la messa in atto, la verifica. E prepararsi a uscire era il rito tra i riti, importante almeno quanto prepararsi a rientrare a casa.
Adesso quei due ambiti convivono. L’apparato digitale, via di uscita e ingresso, di fuga e intrusione, nell’affermare il culmine del suo potere denuda finalmente i propri limiti: riscopriamo probabilmente l’essenziale che lo precede e ne prescinde, ne rivalutiamo il valore. L’incontro, il gruppo, il volto dell’altro, i sensi, lo scambio umano, sono il tesoro da riconquistare e proteggere. Ma è poi così diverso per i così definiti "adulti"?
Avremo forse appreso più chiaramente cosa si intendeva quando si diceva che si rivaluta il valore dei beni essenziali, come il pane, l’acqua, il lavoro, la salute, la scuola, appunto, quando anche solo in parte mancano e da un giorno all’altro potrebbero mancare del tutto. Anche questo sono "le stelle" di Alena.
Gli studenti di Mondovì ricordavano "(...) perché nessuno, politico o no, ci ha chiesto come stiamo vivendo questo periodo di allontanamento dalla vita quotidiana da studente".
Ecco dunque i primi contributi del liceo di Brera per «z3xmi».
Giancarlo Sammito (docente al Liceo Artistico "di Brera")
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Emma Bevilacqua , 3E (indirizzo Multimediale)
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Come per tutti, la quarantena ha stravolto la mia quotidianità, soprattutto all’inizio, quando abituarsi al periodo è stato decisamente difficile. A febbraio, quando tutto è iniziato, non si è presa subito la decisione della didattica a distanza perché si sperava in un ritorno immediato, ma purtroppo non è stato così, tanto che tutt’ora ci ritroviamo nella stessa situazione di marzo, aprile e maggio, nonostante i tentativi di farci tornare, cosa che tutti speravano funzionasse.
Tina Avola, 3E (indirizzo Multimediale)
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SILENZIO
Mi affaccio al balcone. Vedo le stelle, mi mettono fiducia.
Guardo in basso e tutta la mia speranza svanisce.
Osservo il silenzio delle strade senza persone,
i palazzi rumorosi che mi hanno circondata sin da piccola
ora dormono.
I giovani che ho visto ubriacarsi per queste vie
non ci sono.
Il tempo ormai ha un valore diverso. È relativo.
Posso permettermi tutto il tempo che voglio.
È una pace tranquilla, ma mette i brividi.
In questo silenzio respiro,
mi sento fortunata in fondo.
Eleonora Zanini, 3A (indirizzo Architettura e Ambiente)
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Questo periodo non è stato facile, per molte ragioni. Non potevamo fare quello che eravamo abituati a fare, come passeggiare, andare a scuola, al lavoro, viaggiare... Però questo non significa che non c’erano dei bei momenti. Nel periodo della quarantena abbiamo trascorso più tempo con la famiglia e i parenti. Forse siamo riusciti a fare quello che non avevamo il tempo di fare: leggere libri, guardare un film, serie tv, disegnare o anche non fare niente. Anche se tutto questo periodo sembrava una giornata di pioggia che non finisce, prima o poi sorgerà il sole, e riprenderemo allora la nostra vita quotidiana. Anche se le giornate sono buie, dobbiamo ricordarci che solo nel buio si vedono le stelle!
Alena Safonova, 3A (indirizzo Architettura e Ambiente)