Università e Territorio. Le iniziative di Dicembre 2019
Arte e Scienza – Incontro con Stefano Bartezzaghi
Il linguaggio della Sfinge
è il titolo del nuovo appuntamento con Arte e Scienza, che vedrà a confronto lo scrittore e semiologo Stefano Bartezzaghi e il Prof. Giulio Magli, Direttore del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano.
Stefano
Bartezzaghi
Milanese,
già all’età di 9 anni incomincia a collaborare con tutte le
principali riviste enigmistiche italiane, come autore e solutore di
giochi. Si laurea all’Università di Bologna con una tesi in
semiotica seguito dal professore Umberto Eco.
Dal 1987 cura
rubriche su giochi, libri e sul linguaggio per importanti giornali
quali La Stampa, La Repubblica, Vanity Fair sue le rubriche “Lessico
e Nuvole”, “Lapsus”, “Fuori di Testo” e per il settimanale
L’Espresso la rubrica di critica linguistica “Come dire”.
E’
stato direttore di Golem, la prima rivista culturale italiana pensata
solo per il web. Ha condotto rubriche radiofoniche su argomenti di
linguistica per Radio Due e ha lavorato come consulente culturale
alla direzione delle tre reti radiofoniche di Radio Rai. Sempre in
qualità di consulente culturale, ha lavorato a note trasmissioni
televisive tra cui Anima Mia di Fabio Fazio (RaiDue), Pinocchio di
Gad Lerner. Ha ideato il festival sull’umorismo “Il senso del
ridicolo” (a Livorno), di cui è direttore artistico. I suoi studi
attuali si rivolgono alla teoria del gioco con le parole, la
revisione critica del concetto di creatività, le forme di creatività
passiva, la possibilità di una semiotica della creatività e le
mitologie del contemporaneo.
Stefano Bartezzaghi in qualità di
scrittore ed intellettuale è chiamato a discutere su tematiche
connesse alla lingua italiana e letteratura italiana contemporanea, i
giochi letterari nella letteratura mondiale, l’umorismo, l’ironia,
la satira e il comico. Approfondisce, nei suoi discorsi, giochi di
parole in rapporto alla lingua, alla letteratura, alla politica, alla
didattica. È apprezzato anche in contesti aziendali e nell’ambito
della comunicazione per la sua abilità ad affrontare temi quali:
forme espressive nei new media, la comunicazione contemporanea,
efficacia, sintesi, paradossi rapporti tra parola e immagine e
giornalismo contemporaneo. Interviene ad eventi pubblici e privati
con analisi di termini, linguaggi e usi comunicativi di settore, ma
anche attraverso la produzione di cruciverba a tema.
ORGANIZZATORE
Politecnico
di Milano
DATE
E ORARI giovedì
5 dicembre 2019 Dalle 18:00
LUOGO
Politecnico
di Milano – Auditorium Via Pascoli, 53 – Milano
www.eventi.polimi.it/events/arte-e-scienza-incontro-con-stefano-bartezzaghi/
La Statale aderisce al Manifesto dell’Università Inclusiva
L'iniziativa dell'UNHCR coinvolge gli Atenei italiani per favorire l’accesso all'istruzione universitaria e l'integrazione sociale dei rifugiati.
Si
chiama
"Manifesto
dell’Università Inclusiva"
l’iniziativa dell’UNHCR, l’Alto Commissariato Onu per i
rifugiati, con gli Atenei italiani promossa per favorire l’accesso
dei rifugiati all’istruzione
universitaria, promuovere l’integrazione sociale e la
partecipazione attiva alla vita accademica.
Il Manifesto, a
cui aderisce anche l’Università Statale di Milano, è stato
presentato a La Sapienza di Roma il 31 ottobre in occasione del
seminario "L’impegno delle Università per i rifugiati –
Presentazione del Manifesto dell’Università inclusiva".
Scuola
e università offrono una importante opportunità per
i giovani rifugiati, rappresentando un passaggio fondamentale nel
loro percorso di inclusione
sociale.
Soltanto il 3% dei rifugiati a livello globale, però, secondo le
stime dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati,
ha accesso all’istruzione. Per cambiare questa situazione, l’UNHCR
chiede, quindi, anche l’impegno diretto delle istituzioni
universitarie. Il documento è composto da principi generali ed
impegni programmatici: le Università aderenti si impegnano, in
particolare, a intraprendere o ad ampliare attività e programmi a
favore degli studenti rifugiati, come i servizi di informazione e
tutoraggio, il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero,
borse di studio e incentivi, e corridoi
universitari per
l’ingresso legale di studenti rifugiati residenti in Paesi terzi.
Il Monastero di Mar Musa, in Siria
L'impegno
dell'Università Statale per i rifugiati
L’Università
Statale di Milano, nello specifico, già
accoglie studenti richiedenti asilo o che abbiano già lo status di
rifugiati,
grazie anche alle borse di studio della CRUI. Anche per chi è ancora
nella condizione di "richiedente" vi è la possibilità di
frequentare corsi singoli in attesa del riconoscimento della
Protezione e in generale, grazie alla mediazione dell’Ufficio
Studenti internazionali,
l’Ateneo "accompagna" coloro che intendano intraprendere
un percorso di studi. Nell’anno accademico 2019/20
è stato anche attivato il primo "corridoio
educativo" attraverso
l’intermediazione del Monastero
di Mar Musa,
in Siria. Grazie all’attività della prorettrice
all’Internazionalizzazione, Antonella
Baldi è
stato stabilito un collegamento con il Monastero fondato da
padre Paolo
Dall’Oglio per
promuovere la convivenza tra popoli e religioni. Una collaborazione
che ad
ottobre ha consentito a due
studenti siriani di ottenere
una borsa di studio ed un alloggio grazie ai quali sono riusciti a
raggiungere l’Italia
ed ad iscriversi
all’Università Statale.
https://lastatalenews.unimi.it/statale-aderisce-manifesto-delluniversita-inclusiva
Infrastrutture e colonizzazione. Il caso africano tra heritage e sviluppo
Da
sempre la realizzazione di infrastrutture per la mobilità,
canalizzazioni o servizi a rete (acquedotti, sistemi irrigui, ecc.) è
stata utilizzata, in modo più o meno esplicito, come forma di
colonizzazione di territori vicini e lontani. A partire dal caso
africano, il convegno intende indagare tanto il modo con cui questo è
avvenuto nelle colonie italiane tra Otto e Novecento quanto come
questo, seppur in forme e con attori differenti, stia ancora
avvenendo, in particolare nel continente africano.
Sulla scia del
lavoro avviato con il convegno “Urbanistica e architettura moderne
alla prova della contemporaneità. Sguardi sulle città coloniali e
di fondazione” svoltosi nel 2016 (i cui atti sono stati pubblicati
a cura di S. Bortolotto e R. Riboldazzi per i tipi di Altralinea nel
2018), questa iniziativa ha l’obiettivo di riflettere sui modi
possibili di rapportarsi con l’eredità materiale di un passato per
molti versi scomodo, di immaginarne il futuro, e di prefigurare forme
di infrastrutturazione del territorio che non si configurino come il
passepartout di un nuovo colonialismo politico, economico e
culturale, ma come strumenti di una consapevole e sostenibile
gestione e sviluppo di territori spesso fragili e del loro patrimonio
materiale e immateriale.
Ingresso libero
ORGANIZZATORE
Politecnico
di Milano
DATE
E ORARI giovedì
28 novembre 2019 Dalle 09:30 alle 17:00
LUOGO
Politecnico
di Milano, Aula Roger Via Ampère, 2 - Milano
Mourning Dog Project: il lutto per la morte dell'amico cane
L'impatto psicologico della perdita dell'amico cane al centro di un progetto internazionale guidato dall'Università Statale di Milano
I proprietari sviluppano forti connessioni emotive con i loro cani, al punto che, nelle società occidentali, vengono spesso considerati membri della famiglia. Tuttavia, il dolore per la morte di un animale domestico è ancora una questione molto sottovalutata. Esplorarla è uno degli obiettivi del Mourning Dog Project, lo studio guidato daFederica Pirrone, etologa del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano, e Stefania Uccheddu, medico veterinario esperto in comportamento animale del Vetethology Group (Belgio), in collaborazione con un team di studiosi appartenenti a molte università internazionali.
I ricercatori hanno sviluppato e validato scientificamente un questionario che è stato utilizzato per riconoscere e valutare il processo del lutto nelle persone che perdono l’amico cane. Il questionario aiuterà ad implementare strategie sempre più razionali, efficaci e personalizzate per migliorare il benessere, la resilienza e la qualità della vita dei milioni di persone nel mondo che soffrono per la perdita dell’amato cane.
I primi risultati del questionario sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Animals e confermano la tendenza delle persone adumanizzare l’animale domestico e a percepirlo come uguale agli esseri umani in termini di emozioni, bisogni e diritti legali. L'impatto psicologico è tale che, dopo la sua morte, subentra nella persona una visione negativa della vita, fatta di sensi di colpa, dolore, rabbia, pensieri intrusivi e rimpianti, con qualche differenza legata al genere e all’età del proprietario.
Le donne, infatti, mostrano una risposta più intensa al lutto rispetto agli uomini, ma questo potrebbe anche semplicemente riflettere una loro maggior propensione ad esprimere la sofferenza. I proprietari più giovani sono invece quelli che più facilmente provano senso di colpa quando muore il cane. Ciò potrebbe dipendere dalla minor esperienza, dovuta proprio alla giovane età, che potrebbe portarli ad avere un’idea meno realistica della situazione e a pensare che, forse, avrebbero potuto fare di più per salvarlo. E quando la morte arriva inaspettata, più intensi e profondi sono la rabbia e il senso di colpa, segno che il proprietario non ha avuto il tempo di prepararsi psicologicamente o di ricevere un supporto adeguato anche dal veterinario.
Milioni di famiglie nel mondo vivono con almeno un cane e hanno quindi un’alta probabilità di vederlo morire. Tra l’altro, i cani vivono vite molto più brevi delle nostre, e ciò fa sì che la perdita di un animale domestico spesso rappresenti la prima esperienza di morte per un bambino, e un dolore che, nel corso della vita, potrà anche sperimentare anche più volte.
Il team di ricercatori sta già lavorando alla fase successiva del progetto. Il questionario, tradotto nelle principali lingue europee, è già stato compilato da migliaia di proprietari in tutto il mondo. L’analisi delle loro risposte permetterà di "pulire" la visione dalle influenze culturali legate al diverso modo che gli abitanti di diversi Paesi hanno, di relazionarsi con gli animali.
https://lastatalenews.unimi.it/mourning-dog-project-lutto-per-morte-dellamico-cane
Chi volesse approfondire i risultati di questo studio li trova sulla rivista scientifica Animals-MDPI a questo link
https://www.mdpi.com/2076-2615/9/11/933
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International STEM Awards
Sulla piattaforma internazionale, al via le candidature per 4 "challenge" rivolte a giovani chiamati a proporre progetti innovativi su temi globali.
Si aprono il 30 novembre le iscrizioni alle challenge lanciate dalla piattaforma International STEM Awards, il progetto dedicato ai giovani dai 7 ai 25 anni che condividono la passione per le materie STE(A)M (Science, Technology, Engineering (Arts) and Maths) e vogliono valorizzare le proprie competenze proponendo soluzioni innnovative a temi globali. Quattro le "sfide" a cui è possibile candidarsi nelle diverse categorie per età: "Smart cities e comunità sostenibili", "Vita e Salute", "Spazio e Nuove Frontiere", "Energia e Ambiente".
Le challenge,
avallate dal Comitato
Scientifico di
International STEM Awards, composto da docenti universitari e
ricercatori internazionali (per l’Università Statale ne fa
parte Paola
Fermo,
docente di Chimica Analitica), puntano a stimolare competenze
trasversali per la proposta di soluzioni
creative e innovative con
l’obiettivo di raccogliere e promuovere idee e progetti da
condividere a livello globale tra giovani con competenze ed età
diverse in una logica di condivisione e di contaminazione.
Come
individui o riuniti in team, i partecipanti potranno quindi proporre
soluzioni software (videogiochi,
siti web, applicazioni di realtà aumentata o realtà virtuale,
applicazioni di Intelligenza Artificiale, simulatori, App per
dispositivi mobili, Scratch); dispositivi
elettronici e/o meccatronici (robot,
bracci meccanici, dispositivi di misurazione e trasmissione);
progetti sperimentali (ad
esempio, modelli in miniatura); produzioni
video a
carattere divulgativo o di sensibilizzazione su specifiche
tematiche.
I
progetti possono essere sviluppati nell’ambito del proprio percorso
scolastico, all’interno di un fablab, durante i summer camp o anche
su "iniziativa personale". Sono ammessi progetti originali
o che abbiano già partecipato ad altri contest purché
reinterpretati in veste originale.
Le premiazioni dei progetti selezionati avverrà il 14 marzo 2020 al Campus Bovisa del Politecnico di Milano.
Le candidature sono aperte dal 30 novembre all’1 febbraio 2020 sulla piattaforma International STEM Awards.
https://lastatalenews.unimi.it/international-stem-awards
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