Ancora sul campo di Golf al Parco Forlanini
Nulla contro la pratica del golf. Molto contro un'ulteriore ipoteca sull’estensione e il futuro del Parco Forlanini. Per la creazione di un grande parco suburbano nella prospettiva dell’Expo 2015.
(Adalberto Belfiore)26/04/2012
Da foto recenti non risulta infatti la presenza di alcuna baracca. E se c’era amianto qualcuno dovrebbe informare l’Amministrazione magari anche i cittadini di quanto e di come sia stato smaltito.
Ma il punto è davvero un altro: in quelle aree è in gioco una delle grandi prospettive per rendere effettivo lo sviluppo sostenibile di Milano. Dunque si tratta del futuro e degli interessi strategici di tutta la città, non della posizione di qualche cittadino, magari neppure troppo informato. La questione nasce da una convenzione stipulata l’estate scorsa tra la federazione Italiana Golf e la Giunta Moratti. La Federazione Golf l’ha attivata poco dopo il cambio amministrativo determinato dalle elezioni del maggio scorso dando il via ai lavori di costruzione di un campo-scuola.
È necessario ribadire subito e con estrema chiarezza che per quanto ne sappiamo nessun cittadino, tanto meno quelli organizzati nei Comitati per Milano, ha espresso riserve contro il golf in quanto pratica sportiva, di cui tutti riconoscono il valore e perfino, a certe condizioni, l’utilità sociale.
Ciò che è oggetto di contestazione – e di un’estesa mobilitazione che avrà una prima importante scadenza il 6 maggio con una festa che si riterrà nel Parco, a ridosso delle aree cedute dal Comune alla Federazione Golf – non è la pratica sportiva in quanto tale ma l’ubicazione del campo-scuola all’interno di terreni che erano destinati ad aree di sviluppo del parco stesso.
È importante che la cittadinanza sia informata che le aree dell’Idroscalo e del Forlanini sono state oggetto di due concorsi internazionali di progettazione, uno della Provincia e uno del Comune. Il progetto vincitore non prevede certo la privatizzazione, perché di fatto di questo si tratta, di quell’area. Al contrario, con quei progetti si era affermata l’idea della conservazione e la valorizzazione della bellezza e della particolarità del precedente assetto, di matrice agricola e paesaggistica.
Ma c’è di più. Il Parco Forlanini è al centro di una prospettiva che prevede la creazione del più grande parco suburbano di Milano, con un’estensione, resa continua da opportuni collegamenti viabilistici protetti, che va dall’Idroscalo, il mare dei milanesi, fino a corso Plebisciti e piazza Tricolore, il cuore stesso della città. Tutto ciò secondo la logica della creazione di una cintura verde lungo il Lambro e di raggi verdi che dovrebbero mettere Milano all’altezza delle città europee più avanzate in termini di sistemi di verde pubblico fruibile ed attrezzato.
È opportuno e legittimo difendere con forza questa visione del bene pubblico e del futuro della nostra città? Perché questa è la vera questione.
Purtroppo l’ubicazione del campo-scuola della Federazione Golf proprio in quel punto è il frutto avvelenato di una politica quantomeno miope dall’amministrazione precedente che, dando prova di una totale disarmante assenza di visione strategica, ha dato in concessione per 19 anni, quindi probabilmente per sempre, ben undici dei pochissimi ettari ancora a verde agricolo presenti sul territorio di Milano ad un ente che per la sua stessa natura lo destinerà alla fruizione di pochi, non certo di tutta la cittadinanza. E per giunta per una cifra a dir poco simbolica, ossia per l’esattezza, 18.678,80 euro all’anno. Il costo dell’affitto di un trilocale in una buona zona della città! Rispetto agli interessi strategici di tutti noi milanesi non è questo il classico piatto di lenticchie?
La federazione Golf ha anche chiesto un ampliamento di altri 3,5 ettari ma, per fortuna, il Consiglio di Zona 4 ha già dato parere sfavorevole. Può questa decisione essere considerata il primo segnale di maggiore attenzione per il futuro di un grande patrimonio della città?
Chiunque si prenda la briga di osservare le mappe della zona, come è stato possibile fare con l’aiuto degli stessi professionisti che hanno vinto il concorso internazionale precedentemente menzionato, si può rendere conto che quell’area è situata nel bel mezzo dell’unica via di collegamento di un’asse est-ovest che ancora permetterebbe la realizzazione di un grande progetto naturalistico di sistema, vitale per il futuro di Milano.
Si può ben comprendere dunque la contrarietà di molti cittadini non alla pratica del Golf, né di nessun’altra attività sportiva, ma ad un’altra manifestazione della mancanza di una visione di lungo periodo del bene comune che ha caratterizzato le scelte delle passate amministrazioni.
Perché non aprire una trattativa con la Federazione Golf per trovare soluzioni alternative nell’interesse di tutti? Non è ragionevole addirittura pensare che la stessa Federazione avrebbe tutto l’interesse a considerare la possibilità di realizzare il suo campo scuola, o perfino un vero campo secondo gli standard internazionali, in un’ubicazione più idonea? Ad esempio su un’area industriale dimessa, senza dunque consumare altro terreno a vocazione agricola o paesaggistica e contribuendo anzi al recupero e alla valorizzazione del territorio urbano.
Ricordiamoci che siamo la città che ospiterà l’Expo nell’ormai imminente 2015. E il motto dell’Expo “Nutrire il pianeta. Energia perla vita” dovrebbe sottendere una grande attenzione a temi come l’agricoltura di prossimità, l’economia verde, la sovranità e l’educazione alimentare, la tutela e non l’ulteriore consumo del territorio.