Una cintura verde per la città. Sogno o realtà?

Già abbiamo visto come il nuovo regolamento abbia introdotto interessanti novità e come la situazione del verde a Milano la renda una città affatto “cementificata”, ma tra le grandi città, una delle più verdi.
Non tra le prime in assoluto, perché dimensioni, storia e economia influenzano la classifica, ma in fase di grande crescita.
In una classifica di Legambiente che oltre al verde include la situazione ambientale attraverso sedici indicatori e che vede alcune piccole città come Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno in testa alla classifica della ecoperformance, Milano è passata negli ultimi anni dalle ultime posizioni alla 31ma, a dimostrazione dell’attenzione posta a questo tema da amministratori, associazioni e cittadini.
Al riguardo Milano, in un incontro del network C40, una rete che connette più di 80 grandi città nel mondo impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici e un quarto dell’economia globale, è l’unica città italiana ad aver preso impegni concreti per una città più verde e sana, impegnandosi a trasformarsi in territorio sempre più verde, e, soprattutto, senza energie fossili entro il 2030.

Ma per un futuro di benessere alle città serve una nuova anima sociale e ecologica: le polemiche sulle buche fanno spesso perder di vista i temi importanti, in particolare che senza respiro la città muore.
Pensare, ad esempio come “idea guida” allo sviluppo di un grande cerchio verde, che abbracci la città di Milano, che riconnetta parchi, zone agricole, giardini e navigli (da riscoprire) e che sia l'infrastruttura di politiche agricole, della mobilità e ambientali, è una necessità per ridare fiato alla vita quotidiana di milioni di persone della Grande Milano. È su questa scala che servirebbe dialogare, e non pensare a sporadici interventi scollegati tra loro tra le periferie e l’hinterland come luoghi stranieri da rappezzare in qualche modo.
Il “parco orbitale”.
Qualcuno si ricorda della “cintura verde” attorno a Milano? Il “Parco orbitale” ? Nel periodo dell’EXPO fu lanciata l’idea di dare un’identità alla grande cintura verde di parchi che già oggi abbraccia Milano, creando una sorta di fascia territoriale grande trenta volte il Parco Sempione, con 72 Km di circonferenza intorno alla citta’, costituita da parchi, zone agricole, ma anche aree urbane, e collegata da percorsi di trekking urbano e magari un’unica pista ciclopedonale, valorizzando nel contempo alcuni quartieri periferici.
Tutto sembra essere rimasto sulla carta, ma in fondo in fondo non è proprio così. Nel corso di pochi anni sono stati realizzati ponti e sottopassi, circa una quindicina.
Con una certa difficoltà, in senso orario, partendo da Baggio, si attraversano ben 14 parchi: delle Cave e Aniasi (Baggio e Trenno), Pertini (Gallaratese), Franco Verga (Quarto Oggiaro), Walter Chiari (Bovisasca), Villa Litta Modignani(Affori), Bosco di Bruzzano e Parco Nord (Bruzzano e Niguarda), Naviglio Martesana, Lambro (Cimiano), Forlanini (Ortica), Monluè (Cascina omonima), della Vettabbia(Chiaravalle e Vaiano Valle), Agricolo Sud Milano (Gratosoglio e Ronchetto sul Naviglio), dei Fontanili (Inganni e Forze Armate). Manca ancora una segnaletica orizzontale e verticale e la tracciatura di alcuni tratti, che lo renderebbero realmente fruibile da chiunque.
Il fiume verde
In questa logica si muove Il “Fiume Verde”, un progetto di riforestazione urbana che Stefano Boeri ha proposto in risposta alla consultazione di idee su “Scali Milano” indetta da FS Sistemi Urbani per la formulazione di cinque visioni sul futuro degli scali merci di Milano.

“Il Fiume Verde mira a realizzare sul 90% dei sette ex-scali un sistema continuo di parchi, boschi, oasi, frutteti e giardini a uso pubblico – legati tra loro dai corridoi verdi e ciclabili realizzati sulle fasce di rispetto dei binari ferroviari”, dice Stefano Boeri, aggiungendo: “nel rimanente 10% si potranno costruire bordi urbani ad alta densità, in grado di ospitare le attività che oggi mancano nei quartieri di Milano: soprattutto residenze e spazi di studio/laboratori per i giovani (young professional housing e student hotels), ma anche servizi culturali e di assistenza al cittadino (biblioteche, ambulatori, asili), oltre che edilizia sociale e di mercato”.
Un sistema di architetture, luoghi pubblici e Torri Metropolitane verdi, il Fiume Verde attraverserà ad anello il corpo urbano di Milano, a metà strada tra le espansioni di fine Ottocento, i Corpi santi e le prime periferie del Novecento e ospiterà al suo interno un anello per la mobilità pubblica (MM6 di superficie) e un’infrastruttura metropolitana per l’utilizzazione a fini geotermici delle acque di falda.