Autore: VINCENZO ROBUSTELLI
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Evidentemente da quanto scrivono Enrica Galbiati e Marisa Tullo la politica dell’assessorato alle politiche sociali è in senso opposto a quanto dice l’assessore e quanto promette e dice nei vari tavoli di cui oramai, almeno io, sono stanco.
Perchè dietro tali tavoli aperti o semiaperti la giunta si nasconde.
Rimango in attesa che fine faranno le annunciate La Casa delle Donne e Le Case Mediche ai cui progetti decine di cittadini preparati e disponibili si sono dedicati in questi due anni.
Ma tornando a “disabilità e tagli” Majorino nasconde sotto il tappeto la polvere, ma è utile comunque ripetersi per non essere sorpresi dalle prossime scelte che la giunta farà nella scia di “Non ci sono Soldi”:
1)Una giunta che arriva a porre i diritti dei settori più deboli sotto le regole del pareggio di bilancio si squalifica anche per la rimanenza della sua legislatura
2)Una giunta e un consiglio comunale di prevalenza PD se la prende con il governo centrale ove lo stesso PD partecipa attivamente al taglio dei soldi ai Comuni
3)Dice Majorino sul bilancio delle politiche sociali: “Il budget storicamente si è assestato nel tempo intorno ai 200 milioni”. Innanzi tutto il budget previsto originariamente era di 190 milioni (10 milioni in meno e non pochi visto che quanto previsto per Politiche per il lavoro e lo sviluppo, Università è solo di 12 milioni)
Ora tale budget per le politiche sociali è passato a 164 milioni e sarebbe stato ben inferiore se non ci fosse stata la protesta degli anziani e disabili e i soldi non fossero stati tolti alla cultura
4)Ora si chiede che i cittadini destinino il 5xmille ai comuni per le attività sociali dimenticandosi che di tale introito non si potrà sapere l’ammontare e, nei migliori dei casi, sarà disponibile tra un paio di anni. Inoltre le vecchie leggi finanziarie hanno pescato e incamerato a piene mani i soldi che i cittadini pensavano di destinare ad attività sociali. O comunque un Comune che chiede altri soldi ai cittadini, oltre gli aumenti di tasse che avremo da Settembre a Novembre, senza fare il muso duro con il governo si può dire che sia alla frutta.
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