A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
Una questione spinosa su cui Z3xMI vuole aprire un dibattito. Paolo Burgio, della nostra redazione, è un esperto del settore degli impianti di incenerimento con recupero energetico, di trattamento fumi da inceneritori, di combustione biogas dai digestori. Ecco che cosa ci spiega.
(Paolo Burgio)29/02/2012
Sonia Cantoni, presidente AMSA, e l'assessore Maran hanno presentato in Consiglio di Zona lo scorso giovedì 23 febbraio il programma di raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti urbani, che l'amministrazione ha deciso di far entrare in vigore in zona 3 a decorrere dal prossimo 15 maggio.
Abbiamo sentito che occorrerà impiegare appositi sacchetti in plastica trasparente e che ci dovremo attrezzare con un contenitore domestico “areato”, i sacchi trasparenti per consentire di verificare che il contenuto sia effettivamente costituito dall'umido, ed il contenitore areato per evitare l'emanazione di sgradevoli odori.
I rifiuti non sono ancora una risorsa
Mi pare sia necessaria una premessa essenziale.
I rifiuti urbani non sono una risorsa, costituiscono un problema da risolvere per rispettare l'igiene e l'ambiente e comportano inevitabilmente costi di raccolta e smaltimento. Si tratta quindi di risolvere un problema di natura tecnica, logistica ed organizzativa, fornendo un servizio adeguato alle caratteristiche e dimensioni del territorio, alle condizioni socio-economiche della popolazione, al costo minimo possibile.
Non comprendo allora le ragioni di questa scelta che a Milano provoca un maggior disagio e maggiori costi di raccolta e di smaltimento da addebitare ai cittadini.
Più disagi per i cittadini
I maggiori disagi sono facilmente intuibili; il rifiuto organico umido fermenta e marcisce nei sacchetti di plastica in cui deve essere rinchiuso, emanando cattivi odori e rilasciando liquami. Resterà nel sacchetto per qualche tempo nelle abitazioni e poi nei bidoni dei locali condominiali; sono previsti due turni settimanali di raccolta del rifiuto organico, quindi ogni tre/quattro giorni e complessivamente si avrà un turno di raccolta in più rispetto ai turni attuali (ora bisettimanale per la frazione indifferenziata, settimanale per carta, plastica e vetro). I mezzi di raccolta dell'umido dovranno essere appositamente adibiti a tale servizio e dovranno essere lavati e igienizzati ben più frequentemente di oggi.
Il biogas
A Milano vengono già raccolti separatamente i rifiuti organici prodotti negli ortomercati e da utenze particolari (mense, ristorazione, lavorazioni alimentari, etc.), dove è senz'altro economico organizzare una raccolta separata, in quanto si tratta di grandi quantità e di produzioni concentrate in pochi punti di raccolta; l'umido così raccolto viene ora avviato ad un impianto di compostaggio, a Montichiari (BS).
L'umido dalla raccolta domestica differenziata verrà in un primo momento inviato a questo impianto di compostaggio, pagando il relativo costo di smaltimento, ma si prevede che in futuro con l'estensione del servizio e l'aumento dei quantitativi da trattare, si dovrà costruire un nuovo impianto, optando per lo smaltimento mediante digestione anaerobica. Dalla digestione aerobica, dopo triturazione del rifiuto ed aggiunta di acqua, si ottiene biogas ed un fango di risulta. Il biogas può essere usato in motori a combustione interna per produrre energia o in caldaie per produrre energia e calore. Il fango, che dovrà essere disidratato, si prevede venga impiegato come compost in agricoltura (cosa che mi lascia molto perplesso per ovvi motivi igienico-sanitari).
Maggiori costi
Il maggior costo della raccolta separata dell'umido è stato indicato pari a 5 milioni di euro annui, quello di realizzazione e gestione degli impianti di biodigestione e recupero energetico non è stato indicato (e mi è parso di capire non ancora noto).
Milano dispone di un moderno impianto con recupero di energia e calore, che copre integralmente le necessità della città ed è in grado, con tre linee da 500 tonn/giorno cadauna, di smaltire circa 1000 tonnellate al giorno di rifiuti dalla raccolta indifferenziata; dovrebbe essere in grado di continuare a soddisfare le esigenze di smaltimento ancora per anni, in quanto si sta verificando una diminuzione della produzione di rifiuti.
Ma allora perché creare maggiori disagi e spendere altri soldi per raccogliere separatamente l'umido e realizzare altri impianti con sistemi in ultima analisi di recupero energetico, mentre disponiamo già di un impianto sicuro ed affidabile che utilizza con maggior efficienza energetica gli stessi rifiuti raccolti con la frazione indifferenziata?
Un impianto di recupero energia e calore già c'è
Milano ha fortunatamente scelto quella che è la soluzione più corretta per assicurare lo smaltimento dei rifiuti di una grande città densamente abitata, perfettamente in linea con le linee guida della normativa europea (Direttiva 2008/98/CE), che indicano come interventi prioritari la riduzione dei rifiuti prodotti (i rifiuti non sono una risorsa, ma un costo per la collettività), il riutilizzo ed il riciclaggio (e sarebbe auspicabile incrementare ancora la raccolta separata di carta, plastica, vetro, metalli), il recupero energetico.
Abbiamo, almeno in questo ambito, una situazione del tutto soddisfacente, in linea con le esigenze di una
metropoli di livello europeo, economicamente sostenibile, perché cambiare?
Paolo Burgio
esperto nel settore della protezione ambientale e dello smaltimento dei rifiuti