A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?


Una questione spinosa su cui Z3xMI vuole aprire un dibattito. Paolo Burgio, della nostra redazione, è un esperto del settore degli impianti di incenerimento con recupero energetico, di trattamento fumi da inceneritori, di combustione biogas dai digestori. Ecco che cosa ci spiega.

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rifiuti

Sonia Cantoni, presidente AMSA, e l'assessore Maran hanno presentato in Consiglio di Zona lo scorso giovedì 23 febbraio il programma di raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti urbani, che l'amministrazione ha deciso di far entrare in vigore in zona 3 a decorrere dal prossimo 15 maggio.

Abbiamo sentito che occorrerà impiegare appositi sacchetti in plastica trasparente e che ci dovremo attrezzare con un contenitore domestico “areato”, i sacchi trasparenti per consentire di verificare che il contenuto sia effettivamente costituito dall'umido, ed il contenitore areato per evitare l'emanazione di sgradevoli odori.


I rifiuti non sono ancora una risorsa
Mi pare sia necessaria una premessa essenziale.
I rifiuti urbani non sono una risorsa, costituiscono un problema da risolvere per rispettare l'igiene e l'ambiente e comportano inevitabilmente costi di raccolta e smaltimento. Si tratta quindi di risolvere un problema di natura tecnica, logistica ed organizzativa, fornendo un servizio adeguato alle caratteristiche e dimensioni del territorio, alle condizioni socio-economiche della popolazione, al costo minimo possibile.
Non comprendo allora le ragioni di questa scelta che a Milano provoca un maggior disagio e maggiori costi di raccolta e di smaltimento da addebitare ai cittadini.

Più disagi per i cittadini
I maggiori disagi sono facilmente intuibili; il rifiuto organico umido fermenta e marcisce nei sacchetti di plastica in cui deve essere rinchiuso, emanando cattivi odori e rilasciando liquami. Resterà nel sacchetto per qualche tempo nelle abitazioni e poi nei bidoni dei locali condominiali; sono previsti due turni settimanali di raccolta del rifiuto organico, quindi ogni tre/quattro giorni e complessivamente si avrà un turno di raccolta in più rispetto ai turni attuali (ora bisettimanale per la frazione indifferenziata, settimanale per carta, plastica e vetro). I mezzi di raccolta dell'umido dovranno essere appositamente adibiti a tale servizio e dovranno essere lavati e igienizzati ben più frequentemente di oggi.

Il biogas
A Milano vengono già raccolti separatamente i rifiuti organici prodotti negli ortomercati e da utenze particolari (mense, ristorazione, lavorazioni alimentari, etc.), dove è senz'altro economico organizzare una raccolta separata, in quanto si tratta di grandi quantità e di produzioni concentrate in pochi punti di raccolta; l'umido così raccolto viene ora avviato ad un impianto di compostaggio, a Montichiari (BS).
L'umido dalla raccolta domestica differenziata verrà in un primo momento inviato a questo impianto di compostaggio, pagando il relativo costo di smaltimento, ma si prevede che in futuro con l'estensione del servizio e l'aumento dei quantitativi da trattare, si dovrà costruire un nuovo impianto, optando per lo smaltimento mediante digestione anaerobica. Dalla digestione aerobica, dopo triturazione del rifiuto ed aggiunta di acqua, si ottiene biogas ed un fango di risulta. Il biogas può essere usato in motori a combustione interna per produrre energia o in caldaie per produrre energia e calore. Il fango, che dovrà essere disidratato, si prevede venga impiegato come compost in agricoltura (cosa che mi lascia molto perplesso per ovvi motivi igienico-sanitari).

Maggiori costi
Il maggior costo della raccolta separata dell'umido è stato indicato pari a 5 milioni di euro annui, quello di realizzazione e gestione degli impianti di biodigestione e recupero energetico non è stato indicato (e mi è parso di capire non ancora noto).
Milano dispone di un moderno impianto con recupero di energia e calore, che copre integralmente le necessità della città ed è in grado, con tre linee da 500 tonn/giorno cadauna, di smaltire circa 1000 tonnellate al giorno di rifiuti dalla raccolta indifferenziata; dovrebbe essere in grado di continuare a soddisfare le esigenze di smaltimento ancora per anni, in quanto si sta verificando una diminuzione della produzione di rifiuti.
Ma allora perché creare maggiori disagi e spendere altri soldi per raccogliere separatamente l'umido e realizzare altri impianti con sistemi in ultima analisi di recupero energetico, mentre disponiamo già di un impianto sicuro ed affidabile che utilizza con maggior efficienza energetica gli stessi rifiuti raccolti con la frazione indifferenziata?

Un impianto di recupero energia e calore già c'è
Milano ha fortunatamente scelto quella che è la soluzione più corretta per assicurare lo smaltimento dei rifiuti di una grande città densamente abitata, perfettamente in linea con le linee guida della normativa europea (Direttiva 2008/98/CE), che indicano come interventi prioritari la riduzione dei rifiuti prodotti (i rifiuti non sono una risorsa, ma un costo per la collettività), il riutilizzo ed il riciclaggio (e sarebbe auspicabile incrementare ancora la raccolta separata di carta, plastica, vetro, metalli), il recupero energetico.

Abbiamo, almeno in questo ambito, una situazione del tutto soddisfacente, in linea con le esigenze di una
metropoli di livello europeo, economicamente sostenibile, perché cambiare?



Paolo Burgio
esperto nel settore della protezione ambientale e dello smaltimento dei rifiuti




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Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
19/07/2013 alessandro
Inserisco questa risposta proprio dopo aver letto che Milano ha raggiunto grazie alla RD dell'umido il 41.2%. In un altro articolo recente però ho letto che ci sarà un aumento di Tares di circa 24milioni a causa dell' operazione di raccolta umido, che da sola é costata 8 milioni (il rimanente é dovuto alla mancanza degli incentivi - 16 milioni - che sono stati coperti interamente dalla regione).
Insomma una spesa immonda per cosa? Per 6 punti percentuali e con i disservizi segnalati di quartiere in quartiere? Certo Milano é uno dei pochi posti in cui RD e incenerimento marciano in simbiosi, una situazione che da tecnico ambientale auspicherei per ogni regione... ma quanto impiegheranno i soliti eco-storditi a dire "vedete? la RD é cresciuta, non abbiamo più bisogno del Silla2". 41% di RD non é grande cosa, e dobbiamo ancora aspettare di vedere come si evolverà nel corso dell' anno. Purtroppo l' italia é piena di cari in cui percentuali medio alte di RD sono poi crollate dopo pochi mesi.
Al sign. Ivano che critica l' autore dell' articolo perchè difende gli inceneritori vorrei dire questo: non si confonda esperto o tecnico ambientale con ambientalista. Il primo deve mirare a cercare e promuovere le tecnologie efficienti, il secondo mira soltanto a blaterare. Un esperto o tecnico ambientale serio non può non difendere l' incenerimento moderno, specialmente con la testimonianza di casi come Silla2 o gli inceneritori Hera di Forlì e Modena, pienamente funzionali, sicuri ed efficienti.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
22/03/2012 Ivano
Paolo Burgio è così "esperto" nello smaltimento dei rifiuti da affermare - per ben due volte nel corso dell'articolo - che i sacchetti che verranno utilizzati per la raccolta sono di "plastica trasparente". Peccato che per la raccolta differenziata della frazione organica si utilizzino sacchetti composti da un polimero compostabile, il cui tipo più diffuso è il "Mater bi"; in alternativa si utilizzano comuni sacchetti di carta.
Anche il modo in cui viene presentato il rifiuto organico mi pare decisamente frutto di un pregiudizio: il rifiuto organico, specie se tenuto nei contenitori aerati, non puzza più di qualsiasi altra frazione di rifiuti. Teniamo conto che sono previsti ben due ritiri a settimana quindi, o nei sacchetti ci teniamo la nonna decomposta, oppure le esalazioni dovrebbero essere sopportabili, come testimoniano i numerosissimi comuni italiani dove questa raccolta è già attiva.
In compenso, l'esperto di "protezione ambientale" non ha il minimo dubbio nel caldeggiare l'uso degli inceneritori, già sotto osservazione da numerose parti per la pericolosità delle loro emissioni. Personalmente io non fare "proteggere" l'ambiente a questo tipo di "esperti".


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
05/03/2012 liliana
sonbo d'accordo con la critica all'umido. Tra l'altro io ho casa piccola e faccio già molta fatica a fare l'attuale raccolta differenziata. Nel nostro condominio non cisarebbe neanche posto in cantina.
Se poi mi si dice che é sostanzialmente inutile alle condizioni attuali.!


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
05/03/2012 Guido
Gli impianti di incenerimento non sono alimentati dall'umido, ma richiedono anzi rifiuti in grado di fornire il calore necessario all'icenerimento dell'umido stesso; ciò contrasta con l'incremento della raccolta differenziata di rifiuti combustibili ( legno, plastica, carta ecc ).
Peraltro concordo che la raccolta dell'umido richieda uno sforzo non giustificato.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
04/03/2012 guido maffioli
Da agronomo faccio fatica a pensare che i residui organici siano da considerare rifiuti. I suoli agricoli sono gradualmente soggetti a perdita di sostanza organica e sul contenuto di sostanza organica si regge la fertilità di un terreno. Un buon compost ha una funzione ammendante che può contribuire a ricostituire la sostanza organica di un terreno.
I problemi igienico sanitari del compost, se il processo è ben condotto, non ci sono, né quelli dovuti agli odori. In agricoltura usano il compost urbano da decenni.
Quindi, credo, anche l'impiego della frazione umida potrebbe servire a questo ed essere opportunamente monetizzato. Sulle tecniche di produzione e gestione del compostaggio presso la facoltà di agraria di Milano, via Celoria, lavora uno dei gruppi di ricerca più quotati. Sicuramente la raccolta della frazione umida dai privati a Milano è molto difficile da organizzare, ma se si riesce ad organizzare bene il senso c'è eccome! Il discorso biogas invece è tutto da verificare, ma tecnicamente il fango (digestato) che ne risulta non dà problemi e l'energia elettrica prodotta da cogenerazione ha un indubbio valore economico.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
02/03/2012 Beppe Caravita
Bella proposta, un'incentivazione negativa a scalare dalle tasse. Forse anche più facile di quella positiva su una ipotetica "carta ecologica comunale". Ovvio, molti oggi stanno ragionando di incentivazioni diffuse.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
02/03/2012 Paolo Morandi
Consiglio l'intervento di Monguzzi sul suo blog.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
01/03/2012 Giulio Mainoldi
Siamo poi sicuri che a regime i costi della raccolta dell' umido aumenteranno? Il costo attuale pro-capite nel capoluogo è più elevato che in provincia. Novara con la raccolta dell' umido ha diminuito il costo pro-capite. Quanto all' affermazione che i rifiuti non sono una risorsa bisognerebbe fare conoscere anche il parere della dottoressa Pozzi di Vedelago.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Michele Sacerdoti
Devo aggiungere che Sonia Cantoni ha dichiarato che l'umido nei sacchi neri danneggia l'efficienza del processo di incenerimento abbassando la temperatura della combustione.
Avanti quindi con la raccolta differenziata dell'umido, la zona 3 si è già candidata a far parte della fase pilota.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Michele Sacerdoti
Rimango molto sopreso di questo intervento, estremamente favorevole all'uso degli inceneritori.
Milano ha una raccolta differenziata assolutamente insoddisfacente rispetto ai parametri europei e italiani(34%), la raccolta dell'umido ci consentirà di raggiungere una percentuale di raccolta differenziata in linea conm gli standard europei (44%) entro il 2014.
Moltissime città e paesi fanno la raccolta dell'umido, senza alcun problema igienico nelle abitazione. Alcuni producono addirittura il compost sul balcone di casa.
Milano è rimasto l'unico comune della provincia a non fare la raccolta dell'umido, frenando l'aumento della raccolta differenziata nella provincia: a Milano è aumentata solo del 5% negli ultimi 10 anni, negli altri comuni del 10%.
Con la raccolta dell'umido a Milano la raccolta differenziata nella provincia potrebbe arrivare al 65% nel 2012, traguardo dela normativa italiana.
vedi sito di legambiente http://lombardia.legambiente.it/contenuti/comunicati/milano-ferma-al-33-di-raccolta-differenziata-blocca-tutta-la-provincia
Quanto al compost, la sperimentazione a Milano nel 2011 ha prodotto compost di buona qualità, come ha riferito Sonia Cantoni.
Per informazioni si può leggere il rapporto dell'Amsa sul sito www.msacerdoti.it/Piano_Raccolta_Differenziata1.pdf


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Pietro Catizone
Ritengo che ci sia un equivoco nel voler utilizzare l'umido per fare biogas: la destinazione naturale dei rifiuti umidi domestici è quella di fare Compost, per successivo uso agricolo.
In una casa in campagna sono decenni che accumulo i rifiuti umidi in un angolo del giardino (per lo più sfalci ma anche frutta ammalorata e simili, ma mia mamma vi versava tutti i rifiuti di cucina, gusci d'uovo compresi) senza che si produca mai maleodore.
Piuttosto col tempo ottengo invece un ottimo terriccio che riutilizzo periodicamente per giardino e prato (e non puzza!).

Certo, l'organizzazione di un servizio del genere in interi quartieri ed in una città come Milano non è uno scherzo, ma l'importante è fissare bene l'obiettivo.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Beppe Caravita
Le domande che Paolo Burgio propone sono giustificate. Non è che c'è qualcosa che non va in queto piano? O qualcosa che magari ci tengono nascosto?

Per esempio:

http://www.qualenergia.it/articoli/20120217-fri-el-green-power-inaugura-due-nuovi-impianti-biogas-lombardia

Enel che fa impianti (fa pratica)

E poi A2a (privatizzata o utility del nord)

E si potrebbero elencare decine di notizie simili.

Quindi: il rifiuto non è un costo ma una risorsa (come è stato erroneamente scritto nell'univa frase su cui non concordo). Risorsa sì, ma per chi? Per i milanesi o per le aziende?

Ai milanesi i costi e alle aziende i profitti?


La Cantoni ce lo spieghi, e pure Maran.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Paolo Morandi
Interessante a questo riguardo l'intervento dei grillini su facebook


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Beppe Caravita
La risposta a tutti questi (comprensibili) interrogativi può essere una sola. Che al massimo entro dieci anni i combustibili fossili arriveranno a prezzi astronomici. In particolare il petrolio. Come da numerosi studi che indicano al 2020-2030 il famoso "picco" del petrolio, ovvero lo sfruttamento solo di giacimenti profondi e bituminosi ad altissimo costo di estrazione. E, sulla scia del petrolio, i prezzi del gas.
Di fronte a questo scenario è logico che l'intera Europa stia predisponendo piani per la valorizzazione dei rifiuti organici in direzione biogas. Milano potrebbe essere quindi un massiccio produttore di biogas, per assicurarsi una sua (parziale) indipendenza energetica. Senza aspettare miracolistiche auto elettriche che mancano ancora di batterie adeguate. Però concordo con Burgio su alcuni interrogativi. C'è un piano su impianti di digestione anaerobica e biogas. E se il biogas avrà un valore (oltre agli incentivi) perchè ai cittadini devono andare solo i costi e magari ai privati (produttori del biogas) i profitti? Su questo l'Amsa deve chiarire. Deve spiegarci la strategia a medio termine del piano e i suoi risultati ultimi. In tal caso potremmo anche accettarlo.


Re: A propostito di raccolta dell'umido a Milano, ne vale la pena?
29/02/2012 Paolo Morandi
Un suggerimento sperimentale potrebbe essere quello di fare la raccolta differenziata dell'umido solo negli stabili ove già esiste, in quanto presenti ristoranti (ad esempio il mio stabile).
Inoltre è da comprendere se gli impianti di depurazione di acque reflue (relativamente moderni visto che hanno meno di 15 anni) potrebbero sopportare un maggior carico organico e di produzione di biogas e, nel caso fossero adeguati, iniziare una sperimentazione con i tritarifiuti domestici (vedi USA).


 
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