Città della Salute, non è successo niente?

Infrastrutture Lombarde vorrebbe procedere in tempi brevi all'assegnazione del bando per la Città della Salute, nonostante gli scandali degli scorsi mesi. L'unica opposizione di cui abbiamo notizia è del 5 stelle, che invece chiede una completa revisione della procedura. ()
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Le grane, quelle vere, i politici italiani tendono ad affrontarle in periodo di ferie, al riparo da presenze e attenzioni indiscrete. E così è stato per una riunione importante, tra la commissione Sanità della Regione Lombardia e il vertice di Infrastrutture Lombarde. Incontro che doveva tenersi a maggio, con la richiesta di presenza di gruppi di cittadini e organizzazioni di base, poi rimbalzato via via fino al 29 luglio.

Già, perché l’oggetto dell’incontro è di quelli seri. Che fare con il mega-bando (oltre 420 milioni) per la Città della Salute, il complesso ospedaliero che dovrebbe sorgere nell’area Falck di Sesto San Giovanni e trasferirvi due istituti oggi a Città Studi: il neurologico Besta e l’Int, istituto nazionale dei tumori.

In palio l’assegnazione dei lavori per la grande opera sanitaria. Con sette progetti già pervenuti all’Ilspa già in gennaio. Poi tutto sotto sequestro, per ordine della magistratura per lo scandalo che ha decapitato Infrastrutture Lombarde.

Oggi la questione sul tappeto è se andare lo stesso alla gara. Di questo parere è il nuovo vertice di Infrastrutture Lombarde, che vuole procedere alla formazione di una nuova commissione di valutazione, valutare i progetti esistenti, selezionare un vincitore, avviare i lavori nel 2015 per chiuderli nel 2020.

Maggioranza di ferro, bipartisan, in consiglio Regionale per la città della Salute. Un progetto che vede l’appoggio di Lega e Forza Italia, da un lato. Ma anche del Pd, in cui è decisiva l’ala “sestese”, fortemente interessata alla riqualificazione edilizia dell’enorme area Falck, tra le più inquinate de’Italia ma anche con un milione di metri quadri liberi per centri commerciali, condominii, grattacieli. E la Città della Salute viene vista da loro come “volano” per questa grande operazione immobiliare. Che dovrà essere gestita da un lato da Davide Bizzi, imprenditore vicino a Cl e a Maurizio Lupi. E dall’altro dalle grandi cooperative dell’edilizia.

Tutti d’accordo, quindi per andare avanti sul bando esistente, nonostante l’intervento giudiziario? Non proprio. Solo Paola Macchi e Stefano Buffagni del movimento Cinque Stelle hanno opposto una posizione contraria. Chiedendo il rifacimento ex novo del bando, alla luce dei “buchi di legalità” emersi con l’inchiesta giudiziaria

 “M5S è contrario alla Città della Salute, - dichiarano i due consiglieri - un inutile speculazione edilizia. Il progetto iniziale è stato stravolto e siamo molto preoccupati perché si vuole costruire un centro antitumori su un terreno ultra contaminato e  non bonificato, se non in minima parte. Il progetto Città della Salute si è infilato in un vicolo cieco di illegalità”.

“Ci si dimentica che questo intervento dovrà nascere su un area con volumetrie derivanti da tangenti conclamate; a nostro avviso era necessario, oltre a nominare una nuova commissione in maniera trasparente con criteri di meritocrazia e competenza, rifare il bando alla luce degli ultimi arresti ed avvenimenti giudiziari che hanno coinvolto i top manager di ILSPA.

 “Non condividiamo inoltre - continuano i due consiglieri - che, all’interno di un unico appalto, vengano assegnati i lavori per la realizzazione dell’opera e contestualmente i servizi accessori non sanitari per 30 anni. La riteniamo una scelta sbagliata e poco lungimirante”.

 

 




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Re: Città della Salute, non è successo niente?
01/08/2014 Paolo Burgio
Il problema vero da affrontare ora è la cancellazione del progetto della Città della Salute e non tanto la cancellazione di una gara già avviata e sospesa dopo le note vicende che hanno coinvolto i vertici di Infrastrutture Lombarde. Non si tratta di rivedere un bando e un capitolato per l'affidamento di una concessione, dopo la situazione emersa a causa della scoperta di rapporti illeciti e di tangenti negli appalti assegnati nell'ambito di EXPO dai funzionari di Infrastrutture Lombarde, gestore anche della gara della Città della Salute. Si tratta di trarre le conclusioni di natura politica, di convenienza economica e di sana gestione della cosa pubblica. Il progetto non ha avuto certo un felice avvio, all'inizio localizzato nelle vicinanze dell'Ospedale Sacco e spostato nelle aree ex-Falck, ha ricevuto corpose e sostanziali obiezioni che ne hanno criticato la non rispondenza ad ovvie esigenze logistiche, sanitarie, di ricerca scientifica ed organizzative degli ospedali coinvolti nel trasferimento, trasferimento di cui sfuggono le motivazioni, a parte quelle legate alla cantierizzazione di una Grande Opera, , allo sfruttamento edilizio di una grande area ex-industriale ed alla sua bonifica. Come sembra ormai diventata un'abitudine nel caso delle cosidette Grandi Opere la gara si basa sull'affidamento in concessione e in co-financing del progetto Città della Salute, scelta di cui si vorrebbe avere conoscenza della valutazioni di convenienza che l'hanno determinata. Il cofinanziamento privato copre una percentuale non rilevante e sembrerebbe motivato dalla difficoltà della Regione a stanziare l'intero importo previsto, ma se la Regione non riesce a coprire la spesa prevista perché ricorrere ai privati, quando spendendo molto meno si risolverebbero più logicamente le esigenze dei summenzionati ospedali? L'affidamento in concessione è altresì criticabile in generale poiché lascia al privato ampi margini di discrezionalità delle scelte progettuali di dettaglio, che l'ente committente dovrebbe invece imporre a garanzia della qualità dell'opera e dei lavori e delega la maggior parte dei compiti di controllo e di collaudo.
Non vorrei proprio far parte della commissione che verrà nominata per aggiudicare questa concessione, per non dover avallare implicitamente tutta la serie di incongruenze e illogicità alla base di questo progetto, un pericolo comunque che di certo non corro.


Re: Città della Salute, non è successo niente?
01/08/2014 Paolo Morandi
Riguardo all'ultimo capoverso, il M5S non capisco se ci fa o se c'è. Chiedere di scorporare i servizi accessori dal bando di assegnazione è come dire rifacciamo il piano di finanziamento dell'opera.
Di fatto l'opera viene realizzata tramite il classico sistema di co-financing in cui il privato "dovrebbe" (il virgolettato è d'obbligo, visto che di fatto sono le banche a finanziare con un piano di rientro) finanziare l'opera avendo in cambio la gestione di servizi.
Stessa cosa dell'M5 e M4. Obbrobrio per la pubblica finanza e per la correttezza delle procedure di bando, perché si assegna un sistema di co-finanziamento e non un lavoro con caratteristiche specifiche.
Impossibile che M5S non lo sappia, eppure.....


 
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