La città metropolitana. Intervista all’assessore Benelli

Secondo la legge, entro il luglio 2014 la Città Metropolitana dovrebbe essere attiva a tutti gli effetti. Ma quali saranno le sue funzioni? Quanti comuni coinvolgerà? Quali sono le competenze previste? Ne parliamo con l’assessore Daniela Benelli.


()
Daniela Benelli

Milano come le grandi metropoli europee. Città Metropolitana come Parigi, Stoccarda, Barcellona... Ma se ne parla poco, per lo più i milanesi non ne sanno nulla, o quasi… eppure, anche se i termini della questione paiono ancora molto incerti, i tempi sono stretti e dovrebbe trattarsi di un profondo cambiamento non solo istituzionale, ma anche politico e sociale.

Assessore Benelli, al suo Assessorato è stata attribuita la delega alla Città Metropolitana. Di che si tratta? è solo un modo diverso di definire la Provincia o si tratta di un vero cambiamento non solo istituzionale, ma anche politico e sociale?
L’area metropolitana milanese è l’agglomerato urbano più ricco e produttivo del Paese. È storicamente il centro economico d’Italia e continua ancora oggi a garantire la creazione di circa il 10% del PIL nazionale.
Poche realtà possono infatti vantare un sistema economico solido e ben bilanciato come quello milanese; tuttavia il mutato quadro economico internazionale non consente più di affrontare in modo adeguato la competizione globale senza una nuova visione dello sviluppo capace di valorizzare appieno il potenziale dei sistemi territoriali locali.
Una realtà come quella dell’area metropolitana milanese non può più permettersi una struttura amministrativa inadeguata a governare e integrare funzioni fondamentali per la vita dei cittadini.
Ad oggi la gestione di servizi importanti come il trasporto pubblico, il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti, o le politiche di tutela ambientale, e dello sviluppo economico sono svolti in maniera frammentaria, senza un governo unitario. Le necessità e la complessità dei problemi posti da un agglomerato di oltre 3 milioni di persone è tale che nessuno può oggi pensare che possano essere affrontate nel chiuso dei confini municipali.
Non si tratta quindi di chiamare con un diverso nome la Provincia, ma di attuare un’ importantissima  innovazione per il nostro territorio, è un cambiamento radicale nel modo di pensare il governo del nostro territorio dove per la prima saranno  i sindaci a governare direttamente le funzioni di area vasta del nuovo Ente e in questo il Comune di Milano è come comune capoluogo in prima linea.

Quali sono i tempi previsti per questo passaggio e quali saranno i confini dell’area metropolitana milanese?  
Dal 1 gennaio 2014 si partirà insieme a tutti i sindaci del territorio a definire lo statuto della Città metropolitana, per arrivare come prevede la legge (tutt’ora all’esame del parlamento), che entro luglio 2014 la città metropolitana sarà attiva a tutti gli effetti.  Ma questo, però, non sarà la fine di un percorso ma l’inizio infatti non è pensabile in tempi brevi la fase successiva alla definizione delle funzioni, bisognerà ancora lavorare molto perché non siano vuote ma permettano una reale razionalizzazione e un miglioramento del  loro rapporto costi/benefici, tutto in un’ottica di migliori servizi con costi inferiori.

Sarà un’istituzione elettiva o avrà altre formule di governo?
Penso che serva una prima fase costituente che deve essere naturalmente di secondo livello per poi arrivare (la legge ipotizza il 2017) all’ elezione diretta del Sindaco Metropolitano

Quale sarà il ruolo del Comune di Milano e come si rapporterà con gli altri Comuni del territorio?
La città metropolitana rappresenta un vero e proprio salto quantico nel governo del nostro territorio. Un salto cui siamo pronti e di cui sentiamo l’esigenza. Per questo, in attesa del quadro normativo che sarà tracciato dal Governo e dal Parlamento, dobbiamo iniziare a lavorare. E Milano, come Comune capoluogo, sente la responsabilità di tracciare un percorso partecipato che coinvolga tutti i Comuni interessati da questa trasformazione. Le opportunità da cogliere sono tante e importanti: migliorare i servizi per i cittadini, valorizzare il territorio anche in vista di Expo, proporci alla Comunità europea come unica area metropolitana e non più come singole aree comunali. Solo così potremo avviare una pianificazione strategica, competere con le altre realtà esistenti e intercettare nuove risorse a livello nazionale e comunitario

Si è parlato di 190 comuni coinvolti, una fortissima frammentazione istituzionale. Sono già stati avviati percorsi intercomunali di coordinamento progettuale o funzionale?

In questo percorso il Comune di Milano si è da tempo attivato per strutturare una serie di collaborazioni con i principali istituiti scientifici milanesi che hanno l’obiettivo di mettere a disposizione dei Sindaci dell’area milanese indagini e approfondimenti specialistici utili all’elaborazione dello Statuto e all’organizzazione del nuovo Ente . Siamo in prima linea anche con numerose iniziative che hanno coinvolto i comuni della futura città metropolitana: dal Pums al tavolo dei comuni per l’emergenza abitativa, questa amministrazione sta riuscendo a cucire per la prima volta un tessuto di relazioni, che lasciatemelo dire, tutte le amministrazioni precedenti hanno ignorato.

In questa prospettiva allargata, che ne sarà delle attuali 9 zone di Milano e dei relativi Consigli di Zona. Come si rapporteranno a questo nuovo livello territoriale?  
Abbiamo già iniziato da diverso tempo un processo di decentramento amministrativo per arrivare alla definizione delle nuove Municipalità enti indispensabili anche per portare più equilibrio all’interno della futura città metropolitana.
Attribuire nuove funzioni, individuare diverse modalità di funzionamento degli organi politici e della struttura amministrativa e ridisegnare i confini del territorio, entro il 2016,  è l’obbiettivo che l‘Amministrazione del Comune di Milano si è data,  riaprendo un dibattito che per anni è mancato.
Un percorso intrapreso anche alla luce della costituzione della Città metropolitana. I due processi sono intrecciati. E per ridisegnare i confini delle nuove Municipalità è necessario individuare gli ambiti ottimali per l’offerta, la gestione efficiente e la fruizione dei servizi di prossimità, degli spazi pubblici, dei trasporti.

Dunque, in futuro l’assetto istituzionale dovrebbe prevedere: Regione, Città Metropolitana, Comuni, Municipalità. Come saranno ripartite le competenze fra i diversi ambiti istituzionali e in particolare, quali quelle previste per la Città Metropolitana?  
Alla città metropolitana vanno tutte le funzioni di area vasta: ambiente, territorio, mobilità, urbanistica più le funzioni attuali delle provincie, come saranno definite queste funzioni dovrà essere deciso dai sindaci, un’altra enorme novità nella costituzione di un nuovo ente. Quando mai infatti è successo che  le funzioni di un ente venissero decise dal basso?

Quali sono gli elementi critici che rischiano di frenare questo passaggio?  
Le resistenze non arrivano né dalla maggioranza dei sindaci che ha ben presente il vantaggio che può rappresentare per tutti la Città Metropolitana, né dai cittadini che a stragrande maggioranza vogliono la riforma delle provincie (il 72% da una recente ricerca del ministero delle Riforme Istituzionali), le resistenze arrivano da un certo tipo di politica che finge di voler fare il bene dei cittadini ma in realtà pensa solo alla conta delle poltrone.

Le esperienze di altri Paesi ci dicono che un processo di questa portata deve poter contare sulla consapevolezza e la partecipazione dei cittadini, delle loro associazioni e anche di tutti quei soggetti economici privati “portatori di interessi”. Sono già stati previsti strumenti di informazione e dialogo con la cittadinanza o creati momenti di incontro con i diversi potenziali attori?  
Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per informare e discutere sia con i cittadini che con le forze sociali  e gli amministratori, abbiamo appena termianto un ciclo di incontri con il mondo dell’associazionismo e fatto diversi momenti di confronto con i sindaci del nostro territorio sia con momenti di confronto organizzati  da noi, sia con la partecipazione a tutti i tavoli di Anci Regionale e Nazionale. Abbiamo anche aperto un sito www.milanocittametropolitana.org  seguitissimo insieme alla sua pagina Facebook e Twitter da migliaia di cittadini tutti i giorni.

Che fine farà il personale attualmente in forza alle Province di Milano e di Monza-Brianza?
Voglio cogliere l’occasione per dire che non ci saranno licenziamenti per il personale della Provincia di Milano, resteranno esattamente al loro posto come ha di recente anche dichiarato il Ministro Delrio. Le paure, quindi, scatenate da certa demagogia politica, sono del tutto infondate.







Commenta

Re: La città metropolitana. Intervista all’assessore Benelli
11/12/2013 redazione
Gentile Gianluca Bozzia,
abbiamo inoltrato il suo commento all’assessorato di Daniela Benelli. Questa la risposta ricevuta.
“Nessun problema politico legato al decentramento, anzi. La delega che il sindaco ha preso su di sé, ma allo stesso tempo ha dato a tutti gli assessori rispetto alle loro competenze, dichiara una convinta adesione al progetto del decentramento amministrativo e alla costituzione delle nuove municipalità come ha dichiarato lo stesso Pisapia il 5 dicembre in un’intervista a Radio Popolare.
Molto è stato fatto e moltissimo c'è da fare sicuramente, basta immaginare cosa può essere decentrare una struttura che conta 16.000 dipendenti. Però è obiettivo di questa amministrazione portare a termine il tutto entro il 2016.

Per quanto riguarda la città metropolitana è iniziata i primi di dicembre la discussione in Camera dei Deputati, quindi ci sembra ancora prematuro questo tipo di commento. E una legge così importante non può essere licenziata in una sola seduta.”


Re: La città metropolitana. Intervista all’assessore Benelli
02/12/2013 Gianluca Bozzia
A me pare che sul decentramento alle zone la Benelli e Pisapia hanno fallito e stanno mentendo, 3o mesi dopo l'insediamento: chiedete ai nove presidenti di zona cosa ne pensano. Quanto alla città metropolitana sembra di ascolta Letta: nel 2014 si avvia un processo che nel 2017 porterà ad elezioni...però intanto il parlamento non ha licenziato la legge di riferimento...


 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha