I cittadini prendono posizione contro i cantieri per la Via d'Acqua

Si è svolta sabato 9 novembre un'affollata assemblea di cittadini per discutere le azioni da promuovere a difesa del Parco Pertini, del parco Trenno e del parco della Cave, minacciati dal canale che verrà tra poco realizzato, nell'ambito dei lavori di EXPO 2015, pregiudicando la vivibilità delle zone 7 e 8, il contesto paesaggistico e ambientale, a costi assai elevati, senza benefici per la città. ()
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Sono ormai giunte alla fase conclusiva le assegnazioni degli appalti per la realizzazione di EXPO 2015 e tra poco avranno inizio i lavori per la realizzazione delle opere e l'apertura dei relativi cantieri. Tra queste di rilevante impatto ambientale è senza dubbio il canale che convoglierà le acque dall'area EXPO al Naviglio Grande. Nei giorni scorsi nel parco Trenno sono comparse alcune recinzioni ed i cittadini hanno potuto e dovuto constatare che, senza preavviso, si stava procedendo all'approntamento del cantiere per i lavori del canale Via d'Acqua Tratto Sud.

Come è stato illustrato ai presenti all'assemblea indetta alla Cooperativa Vittoria, il progetto EXPO prevede che l'area espositiva sia percorsa da vie d'acqua. L'acqua prelevata dal Canale Villoresi deve poi essere fatta defluire dall'Area EXPO e questo canale ha in sostanza questo unico scopo. Nel 2008 era stata proposta la realizzazione di un canale navigabile, che raccordasse l'EXPO con il Naviglio Grande e la Darsena, un progetto faraonico, fortunatamente abbandonato, che avrebbe comportato costi e disagi insostenibili. L'idea di un canale artificiale, da realizzare attraversando parchi e zone urbane, in parte nel sottosuolo ed in parte a cielo aperto, con argini in cemento, non destinato a scopi irrigui e con una portata tale costituire un apporto d'acqua irrilevante al Naviglio Grande, è stata comunque portata avanti ed è il progetto che EXPO, tramite MM, la Metropolitana Milanese spa, incaricata della progettazione, ha deciso di attuare, bandendo lo scorso marzo la gara d'appalto, aggiudicata a un raggruppamento con capofila l'impresa Maltauro di Vicenza.

E dire che sin dalla prima presentazione nel 2010 i tecnici di Italia Nostra, presenti in assemblea, hanno ricordato le forti critiche sollevate, le lacune e le criticità del progetto, poiché non veniva rispettato l'assetto del territorio e non si prevedeva  alcuna integrazione idrica con le vie d'acqua preesistenti nella zona. Anzi Italia Nostra decise di proporre un progetto alternativo, recuperando un canale esistente, rimasto inutilizzato, e valorizzare il sistema di rogge e fontanili, tipico di questa parte della pianura lombarda. Anche il Politecnico di Milano aveva elaborato un progetto, risultato in perfetta sintonia con quello di Italia Nostra, il cui costo veniva stimato intorno ai 13 milioni di euro, contro i circa 80-90 milioni di euro della soluzione decisa da EXPO. A nulla sono valse le richieste dei tecnici di Italia Nostra e i tentativi di coinvolgere l'amministrazione comunale, a cui era stato fatto pervenire il progetto alternativo, asseverato dal Politecnico di Milano.

Sin qui il resoconto dei fatti e la constatazione che nonostante le obiezioni della associazioni e di Italia Nostra, le riserve espresse dal Consiglio Superiore dei LLPP, i rilevi mossi della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, nessuna significativa revisione del progetto è stata recepita ed EXPO sta cantierando i lavori senza nemmeno aver ritenuto opportuno informare la cittadinanza.

Si sono succeduti numerosi intervenuti di consiglieri delle Zone 7 e 8 e dei cittadini mettendo in evidenza le notevoli incongruenze: il progetto non si inserisce nel paesaggio circostante, non ha un impatto estetico gradevole, non ha scopi irrigui, apporta al Naviglio Grande una quantità minima d'acqua, sottrae ingenti risorse economiche pubbliche, cosa niente affatto trascurabile di fronte alla situazione di crisi, di tagli e sacrifici che stiamo vivendo. Non sono state prese in considerazione soluzioni alternative immediatamente fattibili, rispettose del paesaggio, del contesto ambientale, della salvaguardia del sistema di rogge e fontanili, realizzabili  a costi assolutamente inferiori.

Da parte dell'ente EXPO non si sono mai avute risposte, né tantomeno aperture ad un minimo coinvolgimento dei cittadini, ma non è ammissibile che interventi di questa natura e rilevanza non tengano conto delle esigenze che il territorio esprime e che gli abitanti non vengano informati e coinvolti nelle scelte che li riguardano da vicino. E' stato ricordato che grazie alla firme raccolte si è potuto realizzare il parco Pertini, permettendo così agli abitanti di fruire di un importante polmone verde, a beneficio della comunità. E' necessaria una mobilitazione per spiegare alla città che questo progetto è dannoso, inutilmente costoso e che devono essere prese in considerazione le possibili soluzioni alternative.

E' brutto dover controbattere l'ineluttabilità ha detto un cittadino, sopratutto quando questa ineluttabilità non ha ragioni per essere sostenuta e viene negata quella partecipazione, che pur era stata un punto d'onore del programma della coalizione che ora governa la città.

A conclusione dell'incontro sono state concordate le azioni da intraprendere: un'assemblea itinerante attraverso il parco Trenno già dalla prossima settimana, la presa d'atto da parte dei Consigli di zona 7 e 8 della situazione incombente, la creazione di un comitato che riunisca gli abitanti delle zone a difesa dei parchi.

I cittadini stanno dimostrando di non essere più disposti a subire scelte prese dall'alto e stanno reclamando sempre più chiaramente una partecipazione attiva alle decisionii che li riguardano e che influiranno sull'ambiente che lasceranno alle generazioni future.

Paolo Burgio



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Re: I cittadini prendono posizione contro i cantieri per la Via d'Acqua
10/02/2014 klement
Demenziale una nuova idrovia Locarno-Venezia dimenticando come è abortito il canale Cremona-Milano. Ma ancora più demenziale voler buttare all'aria la città per riesumare i navigli dopo 60 anni, spacciando il ritorno indietro nel tempo per recupero di un'identità storica. E tutto questo proprio coinvolgendo i cittadini con un referendum democratico (e demagogico).
Invece di scimmiottare Amsterdam, si potrebbe ricordare che Vienna costruì la RIngstrasse demolendo i bastioni, e Venezia non penserebbe di riaprire nessun Rio Terà.


 
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