"Ecomostri" di zona


Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Gabriele Mariani, presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio di Zona 3. Questa lettera risponde alle varie proteste ricevute in questi mesi su ecomostri nati in zona dai vari comitati sorti per contrastarli. E' una lettera disarmante e la dice lunga su quanti passi debbano essere intrapresi affinchè possa nascere quell'idea di città cui siamo così legati.
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ecomostro via amadeo

Sono pervenute alla Commissione Urbanistica di Zona 3 molte segnalazioni da parte di cittadini su alcuni progetti discutibili sotto il profilo normativo ma anche prettamente estetico.

Preciso che ogni progetto può essere presentato sotto forma di D.I.A. (Denuncia di Inizio attività) o P.D.C. (Permesso di Costruire).
Nel primo caso la Zona non viene mai interessata ad esprimere un parere e pertanto può accadere che i cittadini interessati vengano a conoscenza della nuova costruzione solo a cantiere aperto e osservino il risultato estetico finale, addirittura una volta tolti i ponteggi.

Nel secondo caso la Zona è chiamata ad esprimere il c.d. “parere socio-ambientale”, ovvero un parere generico sulla compatibilità del progetto in merito alle ricadute dello stesso sul contesto sociale ed ambientale nel quale esso si inserisce; questo parere è meramente consultivo e viene richiesto a latere del procedimento amministrativo. Qualora la zona si esprimesse negativamente (cosa accaduta 3 volte su 4 da quando presiedo la Commissione Urbanistica), il progetto torna alla Commissione Urbanistica centrale e viene riesaminato: non è ancora accaduto che tale organo centrale muti i suoi orientamenti in funzione delle indicazioni della Zona.

E’ così accaduto che in Via Maiocchi potesse sorgere un edificio entro un cortile e in Via Farneti un progetto analogo sia stato presentato senza che la Zona venisse formalmente interessata della cosa (è stato solo grazie all’attenzione dei cittadini che abbiamo, sul loro richiesta, istituito una rapida commissione a tema e richiesto formalmente al Comune gli atti e le determinazioni dello stesso in merito).

Analogamente in Via Amadeo è stato edificato un edificio dal discutibile impatto estetico senza che i cittadini potessero commentarne le caratteristiche estetiche prima della sua costruzione.

Gli uffici dell’Edilizia Privata in Via Pirelli esaminano dunque il progetto sotto il profilo normativo e per la sua resa estetica, si esprime la Commissione per il Paesaggio.
Le norme urbanistiche ed edilizie spesso si prestano a varie interpretazioni e pertanto (è il caso di Via Maiocchi) per fermare un progetto discutibile come quello è necessario che i cittadini si rivolgano al T.A.R.

Il problema dell’impatto estetico di un progetto edilizio è’ cosa assai delicata perché coinvolge valutazioni anche meramente soggettive e pertanto occorre avere un approccio assai attento alle implicazioni legali di un parere negativo su un progetto ritenuto “brutto” (ma che rispetta le regole urbanistiche); l’operatore immobiliare potrebbe infatti vantare dei danni economici a fronte del rigetto di una pratica edilizia su basi non oggettive.

Esiste dunque un problema aperto: dare basi oggettive, formali, regolamentari, ad un giudizio di carattere ambientale. Ciò è possibile ma è necessario agire su più fronti: Regolamento Edilizio, norme urbanistiche e prescrizioni normative funzionali alle varie parti della città.

Il nuovo PGT, attualmente in discussione, ha solo timidamente affrontato l’argomento individuando dei singoli isolati (assai pochi) nella città, e anche in Zona 3, meritevoli di tutela.
Le osservazioni fatte da vari cittadini, associazioni e anche dallo scrivente hanno inteso estendere a più isolati ed a singoli fronti viàri tale regime di maggior tutela (quando passeggiamo per una strada guardiamo il fronte edificato e non necessariamente ciò che sta nelle vie laterali, la tutela va fatta per fronti e non per isolati, come invece propone in PGT).

Aggiungiamo il fatto che Milano, a  differenza di altre città grandi e piccole non ha un proprio piano del colore e dei materiali e quindi non possiede al momento alcun strumento, neanche di tipo marginale, in grado di temperare quelle che a volte appaiono espressioni diciamo “un po' sopra le righe” di alcuni architetti oppure, ancor peggio,  progetti tesi alla sola massimizzazione dei profitti dell’operatore.

Gabriele Mariani
Presidente Commissione Urbanistica Zona 3
www.gabrielemariani.it

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Re: Ecomostri di zona
27/01/2012 federico roberti
La lettera di Mariani mi sembra molto chiara e spiega bene qual'è la situazione normativa oggi. Pertanto non la definirei "disarmante", come scrivete; semmai "armante" perchè da importanti elementi di conoscenza da cui partire.
Le cose col tempo e con la volontà politica si possono cambiare ma non dall'oggi al domani

Saluti F.Roberti


 
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