Dimissioni Sonia Cantoni, presidente AMSA

Spezzatino in AMSA: Pisapia chieda conto agli uomini che ha indicato negli organi di governo di A2A Urgente una revisione in chiave “green” delle politiche industriali di A2A e delle sue controllate ()
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Le dimissioni di Sonia Cantoni dalla presidenza di AMSA rappresentano un fatto grave, considerato che sotto la sua guida, per la prima volta, AMSA aveva fatto la differenza rispetto ad un lungo periodo in cui a Milano non si erano visti sforzi per migliorare, in termini di sostenibilità, la gestione dei rifiuti: l'avvio della raccolta dell'umido e il miglioramento delle altre raccolte differenziate infatti stavano creando le condizioni per far rientrare Milano nei parametri europei che richiedono uno standard di riciclaggio dei rifiuti pari almeno al 55%. Una politica virtuosa, quella avviata da Cantoni, che evidentemente era fumo negli occhi per la casa madre, a cui fanno riferimento 5 inceneritori, capaci di trattare il 65% di tutti i rifiuti inceneriti in Lombardia, e che già oggi devono far fronte al calo di domanda, dovuta alla diminuzione dei rifiuti e alla crescita di raccolta differenziata.

“Non è un mistero per nessuno che A2A, per retriva strategia aziendale, faccia resistenza alle politiche virtuose che portano alla riduzione dei rifiuti da incenerire, e che per questo Sonia Cantoni fosse una presidente scomoda alla guida di AMSA – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia - ma proprio per questo l'ente pubblico che ha il controllo di AMSA non avrebbero dovuto lasciarla sola”.

La separazione di AMSA dalla neocostituita divisione ambiente di A2A è una ristrutturazione aziendale che ha un obiettivo chiarissimo: lasciare il patrimonio impiantistico e il know how tecnologico in mano alla casa madre, ostacolare qualsiasi tentativo di riconversione verso nuove tecnologie di gestione dei rifiuti assicurando così l'alimentazione alle bocche degli inceneritori, nemici giurati della raccolta differenziata e delle politiche di riduzione della produzione dei rifiuti.

“E' tempo che Pisapia chieda conto agli uomini che ha nominato negli organismi di gestione dell'azienda – insiste Di Simine – il sindaco vuole che A2A torni ad essere una azienda di servizio che renda possibile lo sviluppo delle politiche ambientali degli enti locali che detengono il controllo azionario o intende lasciare che l'attività della multiutility continui ad essere esclusivamente business oriented? In questo secondo caso, siamo molto preoccupati per le sorti della raccolta differenziata a Milano, oltre che per i costi che graveranno sugli utenti”.

 


 

“Ho avuto un lungo colloquio telefonico nella giornata di ieri con la presidente di Amsa Sonia Cantoni, con la quale mi sono sentito anche nei giorni scorsi. Non ho ancora ricevuto nessuna informazione ufficiale sulle sue dimissioni. Se fossero confermate mi auguro che la presidente Cantoni ci ripensi. In questi due anni ha dato tanto all’azienda e alla città, contribuendo in modo decisivo, tra l’altro, all’avvio della raccolta differenziata dell’umido. Nella telefonata di ieri abbiamo discusso delle decisioni assunte da A2A, (Società per azioni di cui Milano detiene il 27,5%) in merito alla riorganizzazione del settore ambiente, oggi suddiviso fra diverse società all’interno del gruppo A2A. Mi è stato garantito da A2A, in più occasioni, che i livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori saranno garantiti.
Spero che Sonia Cantoni ci ripensi, per il bene di Amsa e dell’intera città”.

Così il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia riguardo alle dimissioni della presidente di Amsa Sonia Cantoni.



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