Firma la petizione europea per l'acqua bene comune!

La raccolta firme promossa come Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per richiedere che l'acqua sia considerata un bene comune e contrastare la privatizzazione dei servizi idrici ha raggiunto il milione di firme. In Italia mancano ancora 40.000 firme ed in occasione della giornata mondiale dell'acqua del prossimo 22 marzo sarà celebrato un week end di mobilitazione generale per raggiungere il quorum necessario.
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Avevamo dato notizia nello scorso ottobre del lancio dell'Iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere alla Commissione Europea che i servizi idrici non siano soggetti alle logiche del "mercato" e contrastare i tentativi di privatizzazione emersi in seno alla Commissione sostenuti delle lobbies delle varie multinazionali del settore.
Si ripropone quindi la necessità di difendere il principio dell'acqua bene comune, diritto fondamentale di cui tutti devono poter disporre liberamente, sancito in Italia dall'esito del referendum del 2011.

Nei giorni scorsi, divulgando l'appello a sottoscrivere la petizione, mi è capitato di dover rispondere alle obiezioni che vengono sollevate dai sostenitori del "libero mercato" in materia di servizi pubblici, basate in sostanza sul fatto che il privato è preferibile perché opera con criteri di efficienza e redditività superiori a quelli del pubblico e può disporre delle risorse economiche necessarie per l'ammodernamento delle reti idriche, risorse di cui le casse degli enti pubblici sono attualmente prive.

Acqua, bene comune
Se conveniamo che l'acqua, come l'aria, il sole, il vento, è un bene comune e quindi non può essere considerata un prodotto da immettere sul mercato per realizzare un profitto a vantaggio dei privati (che è in sostanza l'unica finalità in base a cui opera una qualsiasi attività imprenditoriale) la questione della privatizzazione non si pone nemmeno. L'acqua non è merce e non è lecito che qualcuno tragga profitto da questo bene, patrimonio pubblico.
In aggiunta questo bene pubblico, se privatizzato, verrebbe gestito in regime di monopolio assoluto e non è possibile creare condizioni di concorrenza tra più soggetti privati per scegliere un fornitore in base alle regole del "libero mercato", regole che prevedono la libera concorrenza come strumento regolatore, su cui misurare la convenienza delle condizioni e delle tariffe praticate. Non può qundi esistere alcun "libero mercato" per il bene acqua. E' ben evidente che un servizio esercitato in regime monopolistico può consentire guadagni enormi, senza affrontare i rischi che qualsiasi attività imprenditoriale comporta e che giustificano il lecito profitto conseguibile in virtù di una maggior l'efficienza, qualità e competenza offerte.  Non a caso sono così forti le pressioni di grandi gruppi multinazionali per assicurarsi il mercato dell'acqua.

Le risorse finanziarie
L'altro punto che viene messo in evidenza a favore della privatizzazione è poi quello delle risorse finanziarie occorrenti per realizzare gli interventi sugli acquedotti, le reti di distribuzione e gli  impianti vecchi, mal gestiti e bisognosi di rifacimenti ed ammodernamenti.
Ora i servizi idrici vengono forniti tramite l'applicazione di tariffe, in base alle quali si devono ripagare gli investimenti necessari e si devono coprire i  costi di gestione, e questo vale sia nel caso che la gestione sia privata che nel caso di quella pubblica, quindi l'argomento non ha ragion d'essere. I cittadini pagano in ogni caso il servizio idrico di tasca propria coprendo tutti i costi del servizio, compresi gli oneri per gli investimenti: se il servizio è fornito dai privati, che pretendono di realizzare utili anche sulla componente finanziaria, non c'è dubbio che le tariffe saranno superiori (come è sempre successo e succede laddove il servizio è gestito dal privato).
Il problema da risolvere a monte sta comunque nella determinazione e nel controllo delle tariffe a cui vengono soggetti i cittadini, tariffe decise e/o consentite dai governanti;  in ogni caso in ultima analisi sono gli amministratori pubblici espressi dai partiti politici che decidono il costo dell'acqua.
I cittadini stanno dimostrando di non essere più disposti a subire scelte prese dall'alto e stanno reclamando sempre più chiaramente una partecipazione attiva alle decisionii che li riguardano e che influiranno il futuro dei loro figli.
Per questi motivi vi invito a firmare per la salvaguardia dell'acqua, bene comune.



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