Bici a Milano e in Zona 3: nuove prospettive?
Presentato il 24 settembre scorso il “Piano per la mobilità ciclistica 2011 -2016”: il Comune conferma i 75 chilometri di nuove piste ciclabili già messi in cantiere dalla Giunta Moratti, ma ne prevede anche altri 100 per un costo previsto di 30 milioni di euro. Spunti di riflessione sul tema, con elogio della bicicletta.
(luciana guidotti )18/10/2011Ci avete
mai pensato? Milano sarebbe una città quasi perfetta per l’uso della bici: è tutta
in piano, non è troppo grande ed è anche molto bella, se solo avessimo il tempo
e la possibilità di accorgercene!
L’unica
controindicazione, diciamo “naturale”, potrebbe essere la pioggia, che cade per
oltre 100 giorni all’anno (e meno male, perché fino ad ora è stata uno dei pochi
aiuti che abbiamo avuto contro lo smog!).
Senza
tener conto di questo inizio autunno fin troppo soleggiato, di solito le giornate
in cui la pioggia impedisce davvero l’uso delle due ruote sono molto meno di cento
e per lo più sono concentrate in tre o quattro mesi. Una volta presa l’abitudine,
andare in bicicletta è gradevole e salutare in tutte le stagioni.
O meglio,
lo sarebbe se non fossimo costretti a respirare aria inquinata e a rischiare la
pelle a ogni incrocio! Si, perché chiunque usa le due ruote, sa fin troppo bene
quanto poco bike frendly sia la nostra
città.
Certo,
negli ultimi anni è stato introdotto il bike
sharing e qualche pezzetto di pista ciclabile qua e là si è visto. Ma è davvero
troppo poco per valorizzare il mezzo di trasporto più ecologico e salutare che sia
mai stato inventato!
Nella
nostra zona ad esempio, come in quasi tutte salvo naturalmente la centrale Zona
1, dove la Giunta precedente li ha concentrati, non c’è un solo parcheggio di BikeMi,
il servizio di bici pubbliche lanciato nel 2008.
E l’unica
pista ciclabile di Zona 3 è quella che dal parco Forlanini arriva a piazzale Dateo.
Buona cosa, meglio di niente, certo… Ma già nel tratto Susa - Dateo più che di una
pista ciclabile sarebbe più realistico parlare di una trincea assediata da mucchi
di automobili che usano la corsia, debolmente segnalata da due righe bianche, come
area di manovra per parcheggi caotici e irregolari.
E guai
a suonare il campanello! Rischi pure di prenderti delle parole non proprio gentili.
La pista, a un tratto, svanisce nel nulla in corrispondenza degli ingressi del Passante,
e i ciclisti sono costretti a esibirsi in numeri di equilibrismo: due curve a gomito
prima per scendere dal marciapiede, un cordolo di dubbia utilità da evitare e
poi… reimmettersi nella viabilità ordinaria, senza peraltro alcuna protezione.
Chi usa
la bici sa bene che occorre ben altro, per la città e per la nostra zona, in
particolare.
Ci sarebbe
bisogno di una rete organica di piste ciclabili protette e ben segnalate in modo
da rendere possibile e concretamente praticabile un’alternativa all’auto privata.
E perché
mai non estendere il bike sharing anche
da queste parti? Vorremmo vedere parcheggi di biciclette comunali alla stazione
di Lambrate e in corrispondenza delle fermate della Metropolitana in Piola e Loreto.
Magari anche in piazza Leonardo, davanti al Politecnico. Quanti, tra pendolari e
gli studenti che arrivano quotidianamente nella nostra zona, non apprezzerebbero
il servizio? Bene, non sono che idee e suggerimenti che provengono dall’esperienza
concreta di chi vive in Zona 3.
Stando
alle dichiarazioni dell’Assessore Maran, i fondi per questi investimenti - ed è
importante sottolinearlo - arriveranno dalle entrate che il Comune prevede di ricavare
dalla conferma e dall’estensione dell’Ecopass.
Siamo
finalmente di fronte a un vero cambio di logica e di strategie? I fatti lo dimostreranno.
Ma è importante che fin d’ora tutti i cittadini sensibili al tema sostengano questa
prospettiva e la rafforzino con l’apporto di idee, proposte e segnalazioni.
Adalberto Belfiore