Rifugiati. In Italia nel 2011 +208% le domande per protezione internazionale, +11% i richiedenti asilo accolti

Presentato per la prima volta a Milano il rapporto annuale Cittalia-Sprar
Majorino: “Il nostro Paese deve essere più coraggioso, garantire diritto d’asilo reale e non lasciare soli i Comuni”
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È stato presentato questa mattina da Anci e Ministero dell’Interno, per la prima volta a Milano, il rapporto 2011/2012 dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo), curato da Cittalia. Nel 2011, in Italia, sono aumentate del 208% le richieste di protezione internazionale rispetto al 2010 ed è aumentato di quasi l’11% il numero di rifugiati e richiedenti asilo accolti nella rete degli Enti locali dello Sprar.

Partendo dal contesto nazionale, sono stati in totale 7.598 i richiedenti asilo e rifugiati accolti nel 2011 dai Comuni e dalle Province dello Sprar. In prevalenza si tratta di uomini (79,5% del totale) di età compresa tra i 18 e i 35 anni (72%) e provenienti principalmente da Somalia, Afghanistan, Nigeria e Costa d’Avorio. In aumento anche i minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, provenienti dagli stessi paesi, per un totale di 312 minori ospitati grazie al potenziamento della rete di accoglienza per questa categoria particolarmente vulnerabile.

Per il biennio 2011-2012, la rete dello Sprar, inoltre, ha aumentato a 3.979 i posti di accoglienza complessivamente disponibili, grazie ai fondi straordinari che hanno consentito di aggiungere ai 3.000 posti strutturali altri 163 posti grazie alle risorse Otto per mille assegnate ad Anci e 816 posti messi a disposizione dalla Protezione civile in occasione della cosiddetta “emergenza Nord Africa”. I progetti territoriali di accoglienza integrata, realizzati in 128 Enti locali (tra Comuni, Province e unioni di Comuni) con il coinvolgimento di oltre 200 enti di tutela del terzo settore, hanno favorito l’integrazione socio-economica di un numero sempre maggiore di beneficiari: il 67% del totale nel biennio 2010/2011.

Il rapporto dello Sprar fa, poi, il punto sui flussi internazionali, che hanno visto nell’ultimo anno un aumento delle domande di protezione in Europa (per un totale di 301.000, +17% rispetto al 2010), presentate per oltre il 50% in Francia, Germania e Italia. Nello specifico, nel nostro Paese, sono state 37.350 le richieste di protezione internazionale nel 2011 (+208% rispetto al 2010), di cui il 76% arrivate da cittadini nigeriani, tunisini e ghanesi, in seguito ai conflitti in Nord Africa. 25.600 sono state, sempre nel 2011, le istanze esaminate e solo al 40% dei richiedenti protezione internazionale è stata assegnata una forma di protezione (all’8% lo status di rifugiato, al 10% la protezione sussidiaria e al 22% la protezione umanitaria).

“È fondamentale che si faccia tesoro di quanto emerso dal rapporto Sprar e che il nostro Paese diventi più coraggioso, garantendo un diritto d’asilo reale, mettendo in pratica progetti concreti e coordinati per l’accoglienza, che vadano oltre le misure emergenziali, in modo da stabilizzare i percorsi dei cittadini stranieri che hanno chiesto di accedere allo status di rifugiato in Italia – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino –. I Comuni possono avere un ruolo chiave per quel che riguarda la prima accoglienza e noi siamo pronti a gestirla ancora per i primi mesi del 2013 per coloro che abbiamo accolto fino a questo momento, ma il Governo non ci deve lasciare da soli. Sono sinceramente preoccupato perché da Roma non vedo, al momento, segnali positivi. Mi pare che il Governo in carica abbia sottovalutato la situazione, ad oggi non sappiamo ancora chi dovrà sostenere i percorsi di accoglienza dei richiedenti asilo dal primo di gennaio, una data sempre più vicina”.

“Il rapporto viene pubblicato alla vigilia della cessazione dello stato di emergenza dichiarato nel 2011 – afferma il sindaco di Padova e delegato Anci per l’immigrazione Flavio Zanonato –. La preoccupazione è alta, perché non si conosce il futuro delle circa 18 mila persone che ancora sono in accoglienza nelle strutture della Protezione civile. Si è preoccupati perché la cosiddetta “emergenza Nord Africa” – affrontata in termini di urgenza di posti letto ma senza una programmazione ferma e puntuale degli interventi in favore dei percorsi di integrazione degli accolti – si è ormai irrimediabilmente cronicizzata e rischia di trasformarsi in una reale emergenza sociale con cui i comuni dovranno in qualche misura confrontarsi”.

“Crediamo sia doveroso trarre insegnamenti dall’esperienza di questo ultimo anno e mezzo – afferma la direttrice del Servizio centrale dello Sprar Daniela Di Capua - Dobbiamo in particolare arrivare a condividere tutti – istituzioni centrale e locali, realtà non governative, enti di tutela, operatrici e operatori sul campo – che l’accoglienza non deve essere mai più improvvisata, sia in termini di attivazione di competenze non specifiche, sia in termini di programmazione, progettazione e acquisizione di linee guida e standard comuni di intervento”.


In allegato due schede di sintesi: il rapporto 2011/2012 Sprar e
i numeri dell’accoglienza a Milano

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