Rivoluzione al Pirellone?

Andrea Di Stefano ha raccontato ieri nella sala del Cdz un progetto ambizioso. Ribaltare l'attuale regione Lombardia, oggi ad assetto strettamente formigioniano e ciellino, in un soggetto capace di riprendere il filo delle politiche per il lavoro (tra cui il reddito minimo di cittadinanza per i disoccupati), per l'industria, per l'agricoltura e l'energia.
Per far questo l'obbiettivo è di togliere agli sprechi e ai favoritismi (soprattutto in campo sanitario privato) circa 1,5 miliardi all'anno per destinarli alla crescita autentica. Un compito immane che necessita della partecipazione di tutti.
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andrea di stefano

Discontinuità. Ovvero rivoltare struttura e politiche della Regione Lombardia dopo 17 anni di dominio autocratico di un uomo solo, e della sua lobby di potere ideologico-affaristica. Il formigonismo lascia troppi danni sul terreno lombardo: la desertificazione nelle politiche per il lavoro, industriali, ambientali, culturali. In nome di un moloch sanitario privato, sotto la finta concorrenza pubblico-privato, che si è espanso oltre ogni limite deprimendo eccellenze pubbliche, ricerca, servizi sanitari alle persone.

Qui gli sprechi nel bilancio regionale, stimati in oltre un miliardo e mezzo, possono essere recuperati per venire investiti in autentico sviluppo. In supporto ai disoccupati dentro attività non profit, in agricoltura biologica, trasporto elettrico, energie alternative. Un trasferimento da ciò che ha fatto male alla regione a ciò che le farà bene. Un compito durissimo, scalzare le incrostazioni di potere create da Formigoni  (basti pensare alla schiera di 31 dirigenti, in massima parte ciellini, nominati con un concorso non pubblico e illegale). Ma un compito possibile, promuovendo un’ampia partecipazione dei cittadini attivi introno alla discontinuità.

Questo, per sommi capi, il succo della serata programmatica con Andrea Di Stefano, candidato alle primarie del centrosinistra per la Regione (insieme a Umberto Ambrosoli e Alessandra Kustermann), svoltasi ieri sera in un’affollata sala del Consiglio di Zona 3.

Ma lasciamo la parola allo stesso Di Stefano.

 

Qui la sua introduzione:

 

Qui la risposta alla prima salva di domande:

 

(da notare le sue posizioni, nettamente contrarie, al progetto Città della Salute, Regione-Sesto).

 

Qui la seconda:


E qui le conclusioni:

 


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