Un nuovo Progetto per l'Occupazione
(Alfredo Ferappi, Mariano Quattrocecere, Vincenzo Robustelli)18/11/2012
L’evento
iniziale
Tramite
il Presidente della commissione “Lavoro e attività produttive del
consiglio di Zona Tre di Milano”, è stato organizzato un incontro
che si è tenuto il 3 aprile presso la sede del Consiglio di Zona
Tre.
Tema
dell’incontro: individuare forme di collaborazione per affrontare
il problema della disoccupazione
Hanno partecipato rappresentanti di diversi soggetti istituzionali e privati: il direttore generale dell’assessorato al lavoro dott. Galliano, il vicerettore del Politecnico di Milano prof. Balducci, il presidente del Consiglio di Zona Sacristani, il presidente della commissione Lavoro-Attività produttive Sacerdoti, Claudia Di Stefano segretaria zona tre della CGIL, Ivana Brunato segretaria regionale CGIL Mercato del lavoro, Anna Celadin dello SPI-CGIL, Sacco Francesco della Confesercenti, Massimo Puretta dell’ Unione del Commercio, Francesco Petrolillo dell’Unione Artigiani, Vittorio Tonini del Confartigianato, Viviana Rottini del CNA,Tarallo dell’ADECA, Beppe Caravita giornalista, Armando Rinaldi di ATDAL ed altri del Comitato. per Milano Zona tre.
Tutti i presenti si sono dichiarati favorevoli a trovare forme di collaborazione per affrontare il problema.
II
passo successivo
A
questo punto si trattava di stabilire in che modo dare seguito al
primo incontro
Inizialmente
abbiamo pensato di porre come argomento da trattare le politiche
attive del lavoro che sostanzialmente consistono in iniziative che
favoriscano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro.
Tuttavia,
ascoltando chi è rimasto senza lavoro, specie se in età matura, ci
viene detto di non venire neppure presi in considerazione dalle
aziende, non avendo il requisito preliminare della giovane età.
Questo vuol dire che non esiste di fatto domanda di lavoro per una
vasta categoria di disoccupati.
L’esclusione
dal mondo del lavoro di coloro che l’anno perso in età matura lo
testimonia anche l’associazione ATDAL, che conta nell’ambito di
Milano è dintorni circa
300 associati, presente a livello nazionale e attiva da circa 10 anni
nel condurre una battaglia per i diritti dei disoccupati over 40 ma
ormai over 30.
Non restava che considerare l’altra strada per creare occupazione:indirizzare le persone che hanno perso il lavoro verso l’ambito dell’imprenditorialità, tanto più che i disoccupati nel loro insieme rappresentano un serbatoio di esperienze e di professionalità da valorizzare, come accade, tra l’altro, anche in altre nazioni europee (vedi in particolare la Germania). Ciò non esclude in prospettiva la possibilità di impiegare competenze anche di pensionati ancora attivi in termini di volontariato che possono essere utili nello sviluppare questo percorso.
Un
percorso diverso per fare impresa
Si
può obiettare che non tutti possono diventare imprenditori e che
questa non è una risposta adeguata all’ingente problema della
disoccupazione.
Tuttavia
percorrere la strada dell’imprenditorialità come l’abbiamo
pensata noi non comporta necessariamente che tutti coloro che
intraprendono questa strada possiedano una innata qualità di
imprenditore.
Che
ciò non sia necessario lo si rileva considerando la prima
fase del percorso per creare impresacosì come la intendiamo noi.
Infatti
questa prima
faseconsiste nel creare momenti di incontro nell’ambito dei quali si
promuove l’emergere di idee di impresa e quindi costituire con i
partecipanti un gruppo di lavoro intorno a ciascuna di esse che le
elabori fino a renderle idonee per la loro trasformazione in un vero
e proprio progetto (business plan).
Entrare
a far parte dei gruppi di lavoro non comporta essere necessariamente
imprenditori, ma basta possedere una competenza, una qualifica (
informatico, esperto in contabilità, esperienza di marketing, ecc.)
che è poi quella che un disoccupato acquisisce durante il periodo di
occupazione come lavoratore dipendente.
Questo
modo di procedere, non solo offre la possibilità a tutti di
partecipare alla formazione di impresa, ma da modo di creare una
concreta prospettiva di lavoro per i partecipanti in quanto
diventeranno parte integrale dell’impresa stessa quando questa
verrà costituita.
Un
punto critico
Come
dicevamo non è indispensabile essere nati imprenditori per fare
impresa ma basta possedere una competenza utile per collaborare alla
sua creazione che si è acquisita come lavoratore dipendente.
Resta
tuttavia un punto critico da considerare e da affrontare: rendere
possibile un passaggio dalla mentalità di dipendente a una cultura
imprenditoriale.
A
questo proposito,mentre è innata la qualità di imprenditore, una
cultura imprenditoriale la si può acquisire con un’adeguata
preparazione che noi prevediamo durante la prima fase del percorso
per creare impresa.
Concludendo
Questa
prima fase l’abbiamo nominata Incubatore
di idee di impresa.
Si
tratta un vero e proprio progetto, che attualmente è in
elaborazione, dove si affronta anche il tema del passaggio da una
cultura da dipendente ad una cultura imprenditoriale.
Per
incubatore di idee si intende, in altre parole, la realizzazione
della prima fase del percorso per arrivare alla realizzazione di una
impresa che consiste, lo ripetiamo, nell’organizzazione di momenti
di incontro di disoccupati, nell’emergere durante questi incontri
di idee di impresa e nella costituzione per ognuna delle idee emerse
di un gruppo di lavoro che si dedicherà alla sua elaborazione.
Mentre per il resto del percorso, consistente nella trasformazione dell’idea in un vero progetto (business plan) e nel lancio dell’impresa (start up), l’intento è di trovare forme di collaborazione con chi è già esperto suqueste tematiche ( Camera di Commerci, associazioni di categoria, ecc.).
Su
tutto ciò ci siamo quindi confrontati prima con il direttore
generale dell’assessorato al lavoro del Comune di Milano e
quindi con le associazioni di categoria ottenendo la loro
disponibilità nell’affrontare questa problematica.
Abbiamo
anche allargato la rosa degli interlocutori aprendo il dialogo anche
con la Camera di Commercio.
A
che punto siamo
In
concreto stiamo praticando tre percorsi
-
Il primo riguarda la definizione di un progetto che è l’incubatore di idee di impresa che è la parte caratterizzante la nostra proposta rivolta a creare occupazione.
A questo proposito abbiamo già delineato una bozza di progetto che abbiamo già sottoposto ai nostri interlocutori della Camera di Commercio con il programma di coinvolgere a breve anche l’amministrazione comunale. -
Il secondo riguarda la realizzazione di un servizio informatico per le micro e piccole aziende. Si tratta della sperimentazione in piccolo dell’incubatore di idea d’impresa per sostenere non solo in via teorica ma anche con i fatti che la strada dell’imprenditorialità che abbiamo pensato è praticabile: invece di promuovere momenti di incontro con una generalità di disoccupati ne abbiamo organizzato uno nell’ambito ristretto degli associati di ATDAL.
Nel corso di questi incontri è emersa l’idea da parte di alcuni esperti di informatica di costituire un’impresa per servizi di informatica. Si è formato il gruppo di lavoro che ora è composto di tecnici informatici ed esperti di gestione aziendale che hanno elaborato l’idea che ora è già passata nella fase di definizione come progetto vero e proprio.
Il nostro obiettivo principale naturalmente è favorireil maggiore incremento di occupazione possibile; ci proponiamo pertanto di formare figure intermedie che pratichino assistenza diretta alle micro e piccole aziende che intendono dotarsi di un organizzazione informatica. -
Il terzo percorso è la creazione di un servizio, da organizzare con le associazioni di categoria per diffondere la cultura informatica nelle piccole e medie aziende e a questo proposito abbiamo già la disponibilità a trattare l’argomento da parte della Confederazione Nazionale Artigiani (CNA) e l’associazione Confartigianato.
Incontri sono già stati predisposti con altre associazioni.
Sempre nell’ambito dell’associazione ATDAL si stanno coltivando altre due idee di impresa rispetto alle quali si è formato uno specifico gruppo di lavoro:
-
“Passeggiate per Milano” consistente nell’organizzazione di percorsi culturali e turistici nell’ambito della città
-
Un servizio per interventi di piccola edilizia e manutenzione
Alfredo Ferappi, Mariano Quattrocecere, Vincenzo Robustelli,