Iseo un anno dopo

Cosa è stato fatto e cosa c’è in programma per il palazzetto dello sport di via Iseo incendiato dalla ‘ndrangheta
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incendio centro iseo
Tenere alta l’attenzione, continuare a informarsi, parlarne sempre: perché la mafia si nutre del nostro silenzio. Questo è il messaggio più forte che è uscito dall’incontro tenutosi mercoledì 7 novembre nella biblioteca comunale di Villa Litta, zona 9, a un anno di distanza dall’incendio intimidatorio che mandò in fumo una delle strutture sportive più frequentate del quartiere. Un incontro voluto dalle istituzioni e dai residenti per ricordare ma soprattutto per informare: sulle sorti del palazzetto, e sul processo correlato ancora in corso. 
Per chi non conoscesse la vicenda, l’8 ottobre 2011, il centro sportivo Ripamonti, ad Affori, periferia Nord della città, andò a fuoco. Pochi mesi prima, a marzo, era stato chiuso dal prefetto Gian Valerio Lombardi per infiltrazioni mafiose, poiché durante le indagini dell’operazione «Redux-caposaldo» del Ros dei carabinieri era risultato che il centro fosse nei fatti gestito dal clan Flachi (famiglia storica della mafia calabrese trapiantata in Lombardia) attraverso la società privata Milano Sportiva A.s.d.
L’indagine aveva portato all’arresto di 35 persone.
Così, quando l’edificio è andato in fumo, non ci è voluto molto per capire cosa fosse successo.
Come ha spiegato il presidente della Commissione comunale antimafia David Gentili, i processi relativi a questa vicenda sono due, uno in rito abbreviato che ha concesso agli imputati lo sconto di un terzo della pena e uno con rito ordinario che presumibilmente terminerà entro Natale. I processi sono importanti perché hanno fatto emergere quanto l’attività mafiosa che ha poi portato anche all’incendio del centro sportivo sia radicata nei quartieri coinvolti e non solo: “Dal processo si evince che a Milano il pizzo esiste: l’attività del clan Flachi si estendeva al controllo dei locali notturni tramite l’acquisizione di quote,  a quello dei relativi parcheggi o servizi di sicurezza, fino ad arrivare alla distribuzione della Tnt (ex Traco) e allo spostamento della terra con i camion sui cantieri della metro 5” ha raccontato Gentili, sottolineando come un altro tema emerso dal processo sia quello dell’omertà. Nessuna delle persone che sono state minacciate si è costituita parte civile, e l’unica che ha raccontato come andavano le cose (Loreno Tetti, venditore di panini in via Celoria) ha subito un’immediata ritorsione e visto il proprio chiosco andare a fuoco ad opera della 'ndrangheta.
Tutto questo, che non è una novità ma è stato ribadito ieri sera e raccontato per chi ancora non sapesse, è necessario per comprendere secondo quali logiche agisce la mafia in una città come Milano, in quanti e quali modi subdoli riesce ad infiltrarsi non solo nelle attività private ma anche nella gestione di appalti e beni pubblici. Come, ad esempio, il centro sportivo di via Iseo.
La nota positiva di questa vicenda, se ce n’è una, è che il Comune di Milano si è costituito parte civile: il danno che la mafia ha arrecato “all’immagine della città” è stato riconosciuto nella somma di 50mila euro, e Davide Flachi condannato a 14 anni di carcere.
Segno dell’attenzione che, finalmente, le istituzioni riservano al tema delle infiltrazioni mafiose: e un segno è stato anche la riapertura immediata delle aree del palazzetto non compromesse dall’incendio.
“Il tempo è passato e tutti avremmo auspicato di riaprire il Centro in tempi più brevi” ha detto la presidente del CdZ9 Beatrice Uguccioni “ma l’area è stata sottoposta a sequestro, e poi sono seguite tutte le pratiche dell’assicurazione”.
In ogni caso, il Centro Sportivo sarà totalmente riqualificato entro l’inizio del 2014. A spese di Milanosport. Le tappe di questa riqualificazione, come ha spiegato l’assessore allo Sport Chiara Bisconti, presente all’incontro, sono cominciate con la rimessa in funzione della parte esterna: “Il campo di calcio a 11 è già stato riaperto e viene usato anche come campo da rugby (grazie all’Amatori Rugby Milano, ndr), mentre per la seconda parte, attualmente occupata dai campi da tennis, si è deciso di farne due campi da calcio, uno a 5 e uno a 7, che saranno pronti entro l’estate 2013”.
Per quanto riguarda la piscina, non intaccata dall’incendio e già sottoposta a un leggero intervento di pulitura, una ristrutturazione più profonda è prevista durante l’estate 2013, in vista della ripartenza dei corsi a settembre.
Il palazzetto vero e proprio invece non sarà abbattuto: l’assicurazione ha stimato che l’amministrazione può avere diritto a un risarcimento di 1 milione di euro, pertanto entro 3/4 mesi sarà riaperta la parte a oggi agibile, ovvero la palestra più grossa; mentre tra l’estate del 2013 e l’inizio del 2014 verranno ridisegnati gli spazi del piano superiore.
Solo dopo, a riqualificazione avvenuta, ci si porrà il problema di cosa farne della struttura, se darla in appalto a qualche società o se mantenere la gestione diretta di Milanosport.


A.Pozzi

Articolo originale su Chiamamilano.it

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