Per una volta il Consiglio di zona 3 l’unanimità l’ha
raggiunta. Chiede tempo e avanza l’ipotesi Città studi per il Besta e
l’Istituto dei Tumori. E tutti i consiglieri hanno votato la delibera ieri
sera, in una seduta straordinaria del Consiglio di zona tenutasi nell’aula
magna dell’Istituto di Via Venezian.
Una compattezza non da poco considerando la storia recente,
di forte conflittualità e ostruzionismo, passata sotto i ponti di Via
Sansovino. A mettere d’accordo tutti, maggioranza e opposizione, ci ha pensato
però Roberto Formigoni, l’ormai malfermo governatore della Regione, con il suo
progetto città della salute. Ovvero il trasferimento secco di due eccellenze
sanitarie di Città Studi, l’istituto Neurologico Besta e l’Istituto nazionale
dei Tumori, in una nuova sede ancora da definire, forse nell’ex area Falck di Sesto San Giovanni (di fatto l’unica
candidatura rimasta sul tappeto). E con un termine per la decisione al 30
giugno, tra pochi giorni. In cui il Celeste Formigoni promette (o minaccia) di
tagliare definitivamente un nodo che si trascina da anni. Mettendo sul piatto
310 milioni dal fondo rotativo regionale per le strutture sanitarie (più forse
40 di provenienza ministeriale). Soldi che però i due istituti dovranno nel
tempo rimborsare (probabilmente con il loro patrimonio), e che assomigliano più
ai debiti che a un reale investimento. Per un progetto edilizio sestese, di
polo sanitario costruito ex novo (leggi mattone e cemento) in un’area
fortemente inquinata (150 anni di siderurgia) a notevole tossicità della sua
falda idrica. Ma soprattutto interessata da un progetto edilizio gigantesco di cui la
supposta città della salute in versione
Formigoni-Bizzi dovrebbe essere di fatto il fiore all’occhiello, in grado di
far decollare la grande operazione immobiliare in tempi di vacche magrissime di mercato.
La delibera del consiglio di zona 3, votata ieri sera,
contrappone a questo progetto, di puro taglio immobiliare una visione molto diversa. Per il
Besta, che ha effettivamente bisogno di una nuova sede (quella di oggi risale
agli anni 30) avanza l’ipotesi dell’area della caserma di Via Pitteri, o dello
scalo ferroviario di Lambrate. <Ma
sono solo ipotesi di massima – spiega Renato Sacristani, presidente del Cdz3 e
paziente artefice della delibera unitaria – quello che conta è ottenere il
tempo necessario per avviare un serio dibattito partecipato sul progetto
sanitario e di ricerca, per poi passare alle implicazioni urbanistiche>.
E qui c’è molta carne al fuoco in questi ultimi tempi. Troppa
perché la si possa liquidare con una brutale decisione di fare mattone (e poi pure inquinato)
a Sesto S. Giovanni.
La sanità di punta di Milano è infatti in crisi. Basti
pensare al San Raffaele, quasi fallito, che sta tagliando la sua divisione di
ricerca oncologica puntata sul dna e la biologia molecolare. Anziché morire non
potrebbe, in un prossimo futuro, integrarsi al complementare Istituto dei Tumori che ha
laboratori disponibili in via Amadeo? E il Besta potrebbe trasferirsi a
Niguarda dove vi sono spazi attrezzati disponibili, con un basso costo di
trasferimento e connettendo le sue eccellenze nella neurochirurgia con le altre
divisioni di neuroscienze del grande ospedale? E infine, i fondi rimasti, non potrebbero servire a completare la modernizzazione (interrotta) del Policlinico?
E poi c’è l’opportunità offerta dal progetto campus
sostenibile, con il Politecnico e la Statale interessate a un ridisegno della
viabilità ecologica e degli spazi di Città Studi per una migliore fruibilità da parte dei
30mila studenti che la popolano. E tra piste ciclabili, aree verdi, piscine e
campi sportivi non potrebbero nascere anche spazi per le migliaia di parenti e
pazienti che ogni anno accorrono da ogni parte d’Italia all’istituto dei
Tumori? Che oggi trovano persino difficoltà di parcheggio, stanze d’albergo
mediocri e a prezzi salati? Dal 2014 si
libererà, infine, l’area di Veterinaria. Verde e con casette piccole. Almeno una parte
di questa non potrebbe divenire un centro di accoglienza?
Sono solo alcuni esempi delle domande e alternative multiple
che un progetto di ridisegno di Città Studi (comunque in atto) potrebbe aprire
anche a investimenti sulla sanità e la ricerca di punta nella zona. Un’opportunità
evidente, e colta da tutti i consiglieri di zona. Compresi quelli del partito a cui fa capo Formigoni.
delibera del CdZ3