La Città della Salute in arancione
Giuseppe Landonio, oncologo e consulente di Majorino, ha anticipato i lineamenti della controproposta del Comune sulla Città della Salute. Nessun spostamento per l'istituto dei Tumori, ma investimenti mirati sugli ambulatori. Il Besta nei padiglioni liberi di Niguarda già nel 2014 o ristrutturato in loco. Risultato: un piano che costa un terzo di quello Formigoni, e permette di investire anche sul Policlinico. Ed è a bassissimo tasso di nuovo mattone e operazioni immobiliari.(Beppe Caravita) 06/06/2012
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Re: La Città della Salute in arancione
08/06/2012 Pietro Catizone
Soluzione alternativa senz'altro più sensata e lontana dal progetto faraonico della Regione.
Oltretutto l'area di Sesto mi sembra già sull'asse NORD rispetto a Niguarda, coprendo quindi un bacino d'utenza già coinvolto da Niguarda.
Inoltre le sinergie con Niguarda non sono certo da trascurare.
Piuttosto si analizzino bene i sistemi di trasporto, oggi Niguarda non mi sembra servito come tale polo sanitario meriterebbe, tenendo conto che il Pronto Soccorso è stato spostato dal lato opposto all'entrata principalen (metropolitana?).
Re: La Città della Salute in arancione
07/06/2012 Michele Sacerdoti
Sono perfettamente d'accordo con Landonio, che conosco e stimo.
Ho seguito negli anni passati alcune assembleee indette dalla RSU dell'Istituto dei Tumori che ha sempre esposto con chiarezza i motivi per cui non era necessario uno spostamento dell'Istituto. Allora si parlava del progetto di Vialba.
Il progetto della città della salute era nato come risposta di Formigoni e del mondo di Conunione e Liberazione al Cerba di Veronesi, considerato il polo della sanità laica.
E infatti il Comune di Milano dette il via libera al Cerba con l'allora vicepresidente nel Parco Sud Beretta, consigliere comunale del Pdl in quota Cl, solo dopo che Formigoni aveva ideato il polo di Vialba, intorno a cui Cl doveva sviluppare un quartiere di housing sociale.
Inizialmente il Besta doveva andare al Cerba insieme all'IEO e al Cardiologico Monzino, poi Formigoni riuscì a staccarlo da questo progetto e aggregarlo al polo di Vialba.
L'idea scientifica del Cerba e poi della città della salute di Vialba nasce intorno a presupposti scientifici sostenuti da Veronesi e poi tramontati in seguito allo sviluppo della medicina: che per vincere i tumori si dovesse analizzare il DNA del paziente per individuare cure personalizzate (medicina molecolare). L'analisi del DNA è ancora molto costosa.
Poi si è scoperto che il Dna delle metastasi è diverso da quello del tumore originario e questa linea di cura è stata abbandonata.
Per quanto riguarda la destinazione di Sesto San Giovanni, è da notare che il nuovo ospedale occuperebbe 150.000 dei 400.000 mq destinati a parco per i 20.000 nuovi abitanti dell'area Falck. Sesto dovrebbe trovare altre aree da destinare a verde in città per dare ai nuovi abitanti lo standard minimo di verde previsto (20 mq ad abitante), dove non si sa visto che tutto il territorio è ormai costruito.
In compenso i malati avrebbero una bella vista dalle loro stanze sul verde che rimane intorno e l'ospedale sarebbe più attraente. Un po' come il Cerba che distruggerà prezioso terreno agricolo nel Parco Sud.