To COP 26 Climate Open Platform for Climate Justice
1 ottobre 2021 Student Strike For Future, 2 ottobre Global March.
(Mietta Pellegrini)21/07/2021
Si prepara un autunno movimentato tra elezioni comunali, problemi sociali di disoccupazione, sfratti e probabile avversi eventi climatici, né poteva mancare la partecipazione dei giovani sul grande tema dei disastri del nostro pianeta azzurro.
Ricordo di avere portato la mia classe, una prima media, nel 1983 a vedere all'Anteo questo film “Il Pianeta Azzurro” di Franco Piavoli contando, con eccessivo ottimismo, che dei ragazzi – allora però non c'erano i cellulari, i video giochi e neppure le TV private - potessero apprezzare il ritmo lento e l'assenza di voci di quell'incanto di film dove i rumori della natura accompagnavano le immagini di uno stelo d'erba, della nebbia che saliva dal terreno sbiadendo le colline sullo sfondo. Non c'era stata però una rivolta successiva alla visione, i ragazzi erano ben educati.
Non ho mai più visto un documentario così poetico, intenso, di una bellezza totale dedicato alla nostra terra, alla campagna intatta, apparentemente priva degli umani che pure l'avevano trasformata.
Non era però un documentario, era un'opera d'arte che narrava la poesia e la voce della terra che abbiamo trascurato di guardare e ascoltare.
C'erano già, quarant'anni fa, gli allarmi lanciati dal Club di Roma, messi a tacere perché ritenuti catastrofisti, ma circolavano dati e informazioni anche di altri scienziati in altri luoghi.
Forse, in futuro, le immagini di quel film testimonieranno come una volta era la Terra, così come hanno fatto per noi i capolavori pittorici dei secoli passati.
Per questo speriamo che i giovani sappiano difendere quello che ancora resta del pianeta azzurro e che il movimento porti con sé l'affermazione di questa speranza.
Ricordo di avere portato la mia classe, una prima media, nel 1983 a vedere all'Anteo questo film “Il Pianeta Azzurro” di Franco Piavoli contando, con eccessivo ottimismo, che dei ragazzi – allora però non c'erano i cellulari, i video giochi e neppure le TV private - potessero apprezzare il ritmo lento e l'assenza di voci di quell'incanto di film dove i rumori della natura accompagnavano le immagini di uno stelo d'erba, della nebbia che saliva dal terreno sbiadendo le colline sullo sfondo. Non c'era stata però una rivolta successiva alla visione, i ragazzi erano ben educati.
Non ho mai più visto un documentario così poetico, intenso, di una bellezza totale dedicato alla nostra terra, alla campagna intatta, apparentemente priva degli umani che pure l'avevano trasformata.
Non era però un documentario, era un'opera d'arte che narrava la poesia e la voce della terra che abbiamo trascurato di guardare e ascoltare.
C'erano già, quarant'anni fa, gli allarmi lanciati dal Club di Roma, messi a tacere perché ritenuti catastrofisti, ma circolavano dati e informazioni anche di altri scienziati in altri luoghi.
Forse, in futuro, le immagini di quel film testimonieranno come una volta era la Terra, così come hanno fatto per noi i capolavori pittorici dei secoli passati.
Per questo speriamo che i giovani sappiano difendere quello che ancora resta del pianeta azzurro e che il movimento porti con sé l'affermazione di questa speranza.
