Pur costando poco, la mimosa vicino alle donne si riempie di valore

8 marzo 2021: ragazze e ragazzi del Brera hanno scritto in occasione della “Giornata internazionale dei diritti della donna”. ()
Bonnard Mimosa
Spesso vediamo l’8 marzo come una festa dedicata alle donne solo per celebrarle per la loro bellezza, il loro fascino e regalare la mimosa. In realtà l’8 marzo è la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna ed è stata creata per ricordare le sue conquiste sociali, economiche, politiche, le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Ho sentito dire spesso: “perché non esiste la festa per noi uomini?”, “perché non creare una festa anche per il genere maschile?”. E io risponderei a queste domande dicendo che gli uomini non hanno mai dovuto lottare come le suffragiste, anche dette suffragette, per ottenere il diritto di voto, di suffragio, il diritto di poter svolgere qualsiasi tipo di professione, ottenere l’uguaglianza di diritti civili e non dover morire per raggiungere questi obiettivi, come Emily Davison, l’attivista inglese che durante una manifestazione di protesta venne investita dal cavallo di re Giorgio V, o come Emmeline Pankhurst, attivista britannica che guidò il movimento delle suffragette del Regno Unito aiutando le donne ad ottenere il diritto di voto, o Mary Wollstonecraft, filosofa considerata la fondatrice del femminismo liberale, o Susan Brownell Anthony, importante attivista e pioniera dei diritti civili statunitensi che ebbe un ruolo cruciale nel movimento per l’emancipazione delle donne. Ed è grazie a donne come loro se ora noi donne riusciamo a farci sentire di più e ad avere un posto più importante nella società.
Per concludere vorrei ricordare le parole della giornalista Barbara Palombelli, che nel suo monologo a San Remo ci ricorda che adesso tocca a noi difendere i diritti conquistati, ma con quel sorriso determinato che sappiamo avere, e ci ricorda di ribellarci sempre, perché tanto non andremo mai bene, ci criticheranno sempre, ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene ai mariti, padri, fratelli.
Alice Carlotta Basadonna 3E

***

Chiamiamola Giornata internazionale della donna, non “festa”, non si parla di carnevale o Natale, mettiamolo in chiaro fin dall’inizio.
Dedicando una giornata alla donna si riesce a focalizzare l’attenzione, almeno per un giorno, su quelle tematiche importanti che riguardano quasi sempre la mancanza di uguaglianza di genere, problematica tutt’altro che risolta.
Ai miei occhi è come un contentino, riservare un giorno alla donna affinché nell’arco di ventiquattr’ore si possa sentire importante, mentre per i successivi trecentosessantaquattro giorni torna tutto come prima: le discriminazioni di prima, le violenze di prima.
Se solo la donna avesse pari diritti e pari opportunità a quelle dell’uomo non ci sarebbe nemmeno la necessità di questa giornata, se non per rammentare quel tragico incendio del 1908.
Comunque, dato che questa condizione non è realizzata, ancora oggi ce n’è bisogno. La situazione è molto varia ma sempre subordinata a quella dell’uomo, tutto a seconda del grado di civilizzazione della società in cui ci si trova. Sono molti i paesi in cui la donna non può lavorare ma è confinata in casa tutto il giorno ad occuparsi dei figli.
Molto spesso le donne non riescono a fare carriera. Perché? Per il soffitto di cristallo, dopo sacrifici e anni di studio finalmente riescono ad arrivare a un decente livello lavorativo, sembra che possano anche raggiungere lo stesso valore di un uomo, ma in realtà sopra le loro teste si nasconde un soffitto di cristallo, invisibile ma c’è, e pone fine agli avanzamenti di carriera.
Ma facciamo un passo indietro.
La prima forma di discriminazione avviene già alle elementari, basta vedere come in certi libri di testo destinati ai bambini siano descritti stereotipi che non sono più accettabili.
“Cosa fa la mamma?” La mamma sta stirando.
“Cosa fa il papà?” Il papà sta andando a lavorare.
E perché non sta stirando il papà ed è la mamma ad andar a lavorare? È solo un banale esempio, ma che purtroppo viene ancora utilizzato per istruire i bambini ancora incapaci di comprendere che si riferiscono a situazioni che non rispecchiano la realtà.
Queste piccole cose rimangono in testa. La stessa situazione la si trova nei libri di storia.
Tutti a raccontare di condottieri, di re, di artisti, di pittori, scrittori. Come se le donne non avessero mai inventato, creato o scritto qualcosa di straordinario. Perché non studiarlo?
L’incredibile è che il mondo è ancora pieno di persone che affermano che le donne hanno già raggiunto questa declamata parità, che il femminismo significa volersi sentire superiori all’uomo e non uguale.
Basta fare una minima ricerca, provare a cercare il sinonimo di “donna”: bel sesso, domestica, cameriera, sesso debole.
Il sinonimo di “uomo”? Atleta, soldato, militare…
Fintanto che ci sarà bisogno di una giornata per ricordare la condizione della donna nel mondo significa che ci saranno ancora tanti problemi da affrontare e risolvere e allora… auguri Donne, il percorso è ancora lungo.
Sabina Pisoni 3E

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In questo mondo essere donna non è semplice. Molto spesso siamo viste come la figura che deve crescere i figli, attendere il marito o fare la casalinga.
Fin dall’antichità, tranne in alcune culture, siamo state per giunta disprezzate, trattate come se non avessimo diritti. Oggi però è diverso, o almeno lo sembra.
Secondo me ricordare che noi donne abbiamo gli stessi diritti degli uomini non è banale, perché ancora oggi, nel ventunesimo secolo, in alcune parti del mondo al primo posto si trova il genere maschile e le donne ancora oggi soffrono, vengono silenziate e viste come qualcosa di minimo. Veniamo pagate meno degli uomini anche se riusciamo a raggiungere gli stessi risultati. In questo giorno migliaia di donne vengono celebrate ma nello stesso tempo migliaia di noi vengono maltrattate. E non è fantascienza, è il mondo in cui siamo che è sbagliato.
Perché dovremmo essere il genere debole quando anche noi abbiamo le nostre lotte, i nostri sbalzi d’umore, i nostri problemi quotidiani che sembrano gli stessi degli uomini. La nostra difficoltà aumenta nel momento in cui usciamo di casa e dobbiamo stare attente anche a come ci vestiamo, il che non è giusto. Perché tutto ciò succede? Perché non si riesce ancora a fare un mondo adatto a noi, per cui la giornata delle donne non dovrebbe essere fatta tanto per, ma per cambiare questo mondo che forse un giorno sarà uguale per tutti. Basta sperare ed agire.
Gabriela Ventura 3A

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Non ho molto da dire riguardo al giorno delle donne. Do per scontato che la donna come l’uomo è un essere umano, e quindi gode di diritti inviolabili, i diritti umani. Molto meno scontato è per quelle persone che, possa essere per bigotteria o per semplice egoismo, si rifiutano di riconoscere le donne come umani completi. Forse a questo servono le ricorrenze dell’otto marzo o quella che promuove l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre: ricordare ai popoli innanzitutto l’esistenza di questi diritti e le gesta, le vicende che hanno visto persone lottare contro la discriminazione della donna. Talvolta queste celebrazioni servono ancora oggi come un grido che esige quel diritto che con negligenza viene ancora spesso negato. Ancora oggi troppo spesso le donne vengono sminuite a strumenti per il proprio uso e piacere, e non vengono considerate all’altezza di certi lavori o sport. Vengono private delle emozioni, perché a una donna alterata o triste verrà dato della "mestruata", e se perderà il controllo sarà diagnosticata a prescindere come isterica. Ancora deve fare attenzione al modo di vestirsi, perché la società non la vorrà se priva di femminilità, ma se osa mostrare un po' più di pelle, perché prima sarebbe stata giudicata come suora, verrà dopo considerata una puttana, colpevole degli sguardi che gli altri le lanciano e delle violenze che le infliggono. Ammetto che provo molta tristezza per la donna che si ritrova rinchiusa fra le mura di una società spesso così irragionevolmente intollerante, e spero che questa possa migliorare nella comprensione dei sentimenti altrui, perché questi sentimenti possano essere rispettati.
Marco Ghezzi 3A

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Non credo che sia sbagliato celebrare la giornata della donna ma penso che non debba essere solo una ricorrenza. Ogni donna, ed ogni persona a prescindere dal genere, deve avere accesso a pari opportunità senza nessun tipo di differenza.
Emma Bevilacqua 3E

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Ricordiamoci che la giornata delle donne non avviene un giorno all’anno ma tutti i giorni, ricordiamoci che non bastano le mimose se poi si continua con la violenza, ricordiamoci che la parità di genere non l’abbiamo ancora raggiunta.
Pur costando poco, la mimosa vicino alle donne si riempie di valore.
Kristin Nika 3A




Immagine d'apertura: Pierre Bonnard, L'atelier au mimosa.

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Re: Pur costando poco, la mimosa vicino alle donne si riempie di valore
10/03/2021 Angela Vezzani
Care ragazze, complimenti! I vostri scritti sono belli, intelligenti, consapevoli, anche se alla vostra età bisognerebbe essere consapevoli di ben altro, non del fatto che la vita sia più difficile per le donne che per gli uomini. Sì, c’è ancora strada da fare – anche se un lungo pezzo è già stato fatto – ma è consolante vedere che voi siete ben attrezzate per farla. E non sarei così pessimista come la Palombelli : “non andremo mai bene, ci criticheranno sempre, ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene ai mariti, padri, fratelli” , mai, mai, mai!! Non è proprio così, ci sono in giro tanti mariti, padri, fratelli che stimano e rispettano molto le donne.


 
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