Sotto la neve, automobili

La nevicata ha evidenziato la natura sostanzialmente automobilistica di tutto lo spazio urbano. Ma anche gli interventi di pulizia della città imbiancata paiono privilegiare la circolazione delle auto. A cittadini pedoni e ciclisti, per ora, ci si pensa molto meno. ()
ciclabile neve porta venezia 2
Un gruppo di Genitori Antismog tradizionalmente molto attenti alla qualità dello spostamento dei propri figli da casa a scuola, osserva in questi giorni di mezzo inverno piuttosto caratterizzati dalle nevicate urbane come la piccola emergenza faccia emergere di nuovo un dato strutturale: la natura sostanzialmente automobilistica di tutto lo spazio urbano.
Osservano i genitori, magari accompagnando i ragazzi in qualche avventurosa spedizione con lo slittino verso i giardini pubblici di quartiere usati stavolta come campo da sci, quanto «la neve in città ci dimostra la quantità di spazio sprecato in careggiate».
Il manto nevoso evidenzia infatti molto bene le traiettorie dei veicoli quando procedono a bassa velocità, al tempo stesso tracciando forme di carreggiata ideali e delimitandole con quello che in termine anglosassone si definisce «sneckdown» a indicare il cordolo di neve accumulata ai margini delle ruote che agiscono come una sorta di pala spazzaneve. Strumento spontaneo di moderazione del traffico e di sicurezza, e che dimostra come si potrebbe in teoria ricavare ulteriore spazio pubblico e allargare marciapiedi, ridurre le distanze degli attraversamenti pedonali, ricavare più spazio per corsie ciclabili. Si tratta, per chi progetta e mantiene quelle strade oggi così modificate dal manto nevoso, di saper cogliere e sviluppare lo spunto.

Aggiungerei per parte mia, a queste brevi considerazioni sulla forma e dimensioni virtuali delle carreggiate, che per riprogettare lo spazio locale specie di zone residenziali o verdi si utilizza spesso anche una tecnica da «neve finta» spargendo polvere bianca a basso impatto ambientale su incroci curve e traiettorie, poi ricalcolando raggi e margini proprio sulla nuova linea lasciata dai veicoli di passaggio, in genere molto più prossima al centro carreggiata, a definire una sezione minore e maggiore spazio pedonale. In sostanza avendo già colto quello spunto casuale della nevicata e ricreandola in laboratorio con l'aggiunta dello studio sistematico dei comportamenti reali, che aiuta sempre a capire e governare qualunque fenomeno sociale, di consumo, di uso dello spazio e interazione. Ma credo manchi ancora un aspetto tutto «politico» oltre che tecnico-amministrativo messo ancora in evidenza dalle ultime nevicate, ed è l'orientamento monopolisticamente automobilistico della manutenzione urbana corrente. Non lo dico io ma i fatti.

A Milano la nevicata era precisamente prevista e preventivamente allertati tutti i settori comunali. Già nelle ore precedenti alcuni comunicati dell'Assessorato/Settore più direttamente coinvolto spiegavano le attività in corso e quelle previste da lì a poco. E certamente mentre cadevano i primi fiocchi via via più abbondanti nella notte, mentre la neve iniziava ad accumularsi su tutte le superfici possibili e a piegare i rami delle piante e i fili, agivano uomini mezzi e apparati per arginare l'inevitabile disagio alla circolazione di persone e veicoli, ma – e questo è il punto – con forte, fortissimo involontario sbilanciamento verso questi ultimi. Immediatamente o quasi libere le principali carreggiate di grandi e medie arterie, rapidamente ripulite in giornata le vie secondarie, ma solo al prezzo di lasciare marciapiedi, scivoli, passaggi chiave completamente in balia del caso.

O come ha sottolineato un po' schizzinoso qualche piccolo politico al «dovere dei proprietari previsto dalla legge». Al netto del fatto che questi proprietari non solo si dividono tra ligi e meno ligi, ma anche tra presenti e assenti, oppure tra normali privati ed enti per qualche motivo inadempienti (le scuole e università svuotate, i negozi chiusi, tratti anche lunghi dove la responsabilità è incerta). In definitiva e in pratica, le auto un po' per forza propria, un po' perché spazi e organizzazione funzionano automaticamente così, hanno avuto prestissimo via libera.
I cittadini pedoni e in buona parte ciclisti molto meno.

Emblematico anche se fisicamente non molto rappresentativo di questo stato delle cose, il breve tratto di «ciclabile a segnaletica orizzontale» nel passaggio chiave di Porta Venezia in corrispondenza della Cerchia dei Bastioni che separa idealmente il centro rappresentativo di Milano dalle fasce esterne: lo spazzaneve del Comune pulendo la strada aveva ammucchiato tutto esattamente sopra quella pista obbligando i ciclisti a condividere la pericolosa carreggiata, oltre che a pedalare a pochi centimetri da una pericolosissima superficie ghiacciata prodotta artificialmente per aumentare la sicurezza delle auto. Uso quell'immagine che ho colto come simbolica copertina, sperando che le cose vadano meglio la prossima volta.

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Re: Sotto la neve, automobili
13/01/2021 mario chiaramonte
Ottima analisi, articolo ben scritto ed interessante, che fotografa bene la realtà. Complimenti


 
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