Rientro a scuola: IPSAR Vespucci

Ci si era sentiti in primavera quando l'esperienza lockdown aveva costretto a casa propria docenti e discenti, ma quale situazione presenta il rientro in aula? Intervista con il vicepreside Fabio Songa. ()
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Avete dovuto pianificare a lungo il rientro degli alunni per il calcolo degli spazi di sicurezza o per la carenza di docenti?

Può rendere l'idea il fatto che il Dirigente Scolastico – l’Istituto alberghiero comprende 3 plessi – ha usufruito di pochissimi giorni di ferie e che anche il suo staff ha dovuto lavorare molto più del dovuto a luglio e ad agosto, riducendo le proprie ferie?! La Dirigenza ha avuto l'arduo compito di interpretare le indicazioni ministeriali e attuare - con la collaborazione del personale ATA - l'organizzazione materiale degli spazi e della segnaletica per i percorsi e, soprattutto, organizzare la didattica in presenza nel modo meno penalizzante possibile. Il frutto di questo lavoro è stato reso sempre immediatamente visibile sul nostro sito, per poter rassicurare i genitori, soprattutto delle prime classi, sulla ricerca di sicurezza e sul rigore che ci caratterizza.

Ci sono state delle defezioni di alunni o di insegnanti?

No, i nostri docenti, seppure di età media avanzata, sono tutti presenti, anche se naturalmente preoccupati.
Riguardo agli alunni, solo una famiglia finora ha tenuto il figlio a casa per paura del contagio, nonostante le rassicurazioni che la nostra scuola pretende il rispetto assoluto delle regole, pena l'allontanamento dalla comunità per chi viola le norme imposte dall’emergenza sanitaria.

Avete tutti i docenti oppure molti supplenti?

Su circa 170 docenti nei nostri 3 plessi, ne mancano circa 60, dei quali 30 di sostegno. Rispetto al passato, le assegnazioni potrebbero essere più veloci dall’uso dell’informatica, ma in realtà siamo molto in ritardo anche rispetto ai già gravi ritardi degli anni precedenti.

Come avete organizzato le classi e le ore di lezione: suddivisione delle classi, attività alternate on line...?

Le classi entrano a orari scaglionati, per ridurre la presenza di assembramenti; l'effetto della mancanza di docenti è che giorno per giorno deve essere riorganizzata la turnazione dando avviso alle famiglie.
Abbiamo mantenuto i 60 minuti per ogni ora di lezione e utilizziamo le ore a disposizione degli insegnanti per coprire il più possibile le ore vacanti.
Abbiamo incontrato tutti i genitori di ogni prima, una per volta, per dialogare, insieme con i loro figli, e puntualizzare la necessità del rispetto assoluto delle regole. Le nostre aule sono abbastanza ampie in tutti e 3 i plessi, da poter ospitare fino a 20 alunni.
Le classi prime e le altre classi che hanno in meno di venti alunni/e vengono sempre in presenza; anche le sei classi IEFP regionali – Istruzione e Formazione Professionale - non turnano.
Le classi più numerose (circa il 50% del totale) sono invece divise in due gruppi, che si alternano ogni giorno, metà in classe e metà in didattica differita, alla quale la docente, assegna varie attività e esercizi da svolgere a casa. Certo è stato necessario riprogrammare le attività didattiche di queste classi.
I laboratori per le classi prime e seconde funzionano alternando metà classe in cucina e l'altra metà in sala, per un totale rispettivamente di 4 ore e di sei ore, alternate ogni settimana, con una rotazione settimanale.

Gli spazi recuperati sono andati a scapito di altre attività?

Abbiamo dovuto rinunciare solo alle aule utilizzate per chi usufruirebbe dell'alternativa alla religione e all’aula video.

Come reagiscono le/gli alunne/i alle nuove regole, sono prudenti o negano l'emergenza?

La maggior parte degli studenti si è dimostrata veramente consapevole e ha accettato di buon grado le regole rigide che abbiamo dovuto applicare; solo alcuni studenti, soprattutto i “più piccoli” devono essere controllati con attenzione; i nostri studenti “più grandi” hanno già appreso negli anni la necessità della disciplina, e dell’autodisciplina, che è particolarmente indispensabile nei laboratori di cucina e di sala, e che è una caratteristica del loro settore lavorativo, e quindi nella scuola sono rispettosi. Purtroppo, però, all’esterno dell’Istituto talvolta si raggruppano con meno prudenza.

Quali, se ci sono, le richieste dei genitori?

Molti genitori temono la perdita di efficacia della didattica. Rispondiamo loro che la didattica, per le classi divise in gruppi, non è in realtà ridotta del 50%, perché la qualità della didattica con meno alunni in presenza è senz’altro più alta e gli insegnanti sono impegnati a far lavorare a casa gli studenti con attività specifiche.
Può esserci qualche difficoltà nella didattica “non in presenza” per i ragazzi più giovani, ma i “grandi” rispondono generalmente molto bene e sono responsabili.

Ritenete che la preparazione scolastica risentirà di questa situazione?

Occorre ribadire che per le classi divise in gruppi la didattica non subisce comunque riduzioni drastiche, perché con 10-15 alunni in classe si perde meno tempo, la disciplina è più gestibile, il controllo della comprensione e le esercitazioni sono più mirate.
Possiamo rassicurare i genitori anche sotto questo aspetto.
Solo le attività extrascolastiche hanno subito una grave riduzione, per forza di cose.
L'alternanza scuola/lavoro è più difficile, perché siamo esigenti e intransigenti sul principio etico di non utilizzo da parte delle aziende dei nostri studenti per sostituire personale licenziato o non assunto. Abbiamo già contattato diverse aziende del mondo della ospitalità e della ristorazione e la risposta è incoraggiante e speriamo di poter consentire a tutti gli studenti di realizzare i periodi di stage previsti dall’ordinamento.

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