La tutela del paesaggio, del verde urbano, dell'ambiente. Piazza d'Armi.
Da Sala e Maran pesanti accuse al ministro Bonisoli
Ma hanno fondamento? Ebbene…
28 maggio 2019. L’annuncio del ministero dei Beni Culturali di
mercoledì scorso di voler porre sotto tutela l’area di Piazza d’Armi a
Milano ha scatenato una dura reazione da parte del sindaco Sala e
dell’assessore al Territorio Maran, con accuse di indebite ingerenze. E i
toni non sono stati certo “istituzionali”, rischiando di assomigliare a
una tenzone politica, una querelle senza senso.
Eppure i contenuti
sono importanti, anzi essenziali: bastano le garanzie fornite da un
Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune (che in realtà vuol
costruire sul 50% dell’area), rispetto a quanto può significare un
vincolo ministeriale? La risposta, per quanto ci compete, è no.
La mossa del Ministro
Prima di spiegare le profonde differenze tra un Piano e un vincolo, vediamo cosa ha scatenato la diatriba.
Dopo aver ricordato l’importanza storica di Piazza d’Armi nel contesto
del paesaggio urbano e come polmone verde per la città di Milano, dove
sono sorte spontaneamente, in decenni di abbandono, aree boschive,
creati orti e inserite attività sportive, il comunicato del Ministero
così prosegue: “Il MiBac ha avviato le procedure per l'esplicitazione
dei caratteri di interesse storico-relazionale presente nel rapporto fra
Piazza d'Armi e gli edifici militari sorti attorno ad essa; per il
procedimento di dichiarazione dell'interesse particolarmente importante
di Piazza d'Armi, in particolare attraverso il mantenimento della
destinazione a verde dell'intera area oggetto del provvedimento e il
divieto di nuove edificazioni in tutta l'area attualmente a verde;
infine per i procedimenti finalizzati all'emanazione di prescrizioni di
tutela indiretta per la salvaguardia delle condizioni di prospettiva,
luce, ambiente e decoro degli edifici sottoposti a tutela facenti parte
della caserma Santa Barbara e del complesso denominato Magazzini di
Baggio”.
Il centro-sinistra di Milano non digerisce le tutele
All’avvio della procedura per tutelare l’area verde e dare prescrizioni
per la salvaguardia degli edifici, le risposte degli Amministratori
milanesi sono state dure. Il primo cittadino si definisce “irritato” per
la modalità “pazzesca” con cui è stato deciso il provvedimento,
soprattutto per gli ex magazzini militari.
Pierfrancesco Maran va
giù ancora più duro: "Basta interferenze da Roma. Ogni volta che il
MiBac interviene fa danni… Il Ministero sa solo porre vincoli e dire di
no. Il verde di Piazza d'Armi è già tutelato attraverso il nuovo PGT,
vogliamo progettare un grande parco con le associazioni e i cittadini,
senza interferenze da Roma". "Tutelare magazzini senza valore è una
sciocchezza… edifici senza alcuna qualità architettonica" conclude
Maran.
I messaggi dell’Assessore su Twitter non sono meno perentori:
“Viene da pensare che preferite lasciare una situazione di degrado come
fate in ogni città dove governate piuttosto che contribuire a risolvere
i problemi. Il verde era già tutelato nel nuovo PGT . Non trasformerete
Milano come Roma e i territori meritano autonomia decisionale”. E
ancora: “Comprereste mai un bene da uno Stato che ne cambia i vincoli un
attimo dopo avervelo venduto? Una storia che toglie credibilità
all'Italia e rischia di bloccare un nuovo parco a Milano”.
In
realtà, come già scritto, i 350mila mq dell’area, nel nuovo PGT firmato
da Maran tutelano sì Piazza d’Armi, ma solo per il 50% del verde. Il
restante 50%… indovinate? Cemento.
A cosa servono i vincoli ministeriali
Tra irritazioni e paragoni tra Roma e Milano non è facile districarsi.
Per iniziare, quello del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali è
l’avvio della procedura per la dichiarazione di “interesse culturale”,
non un provvedimento già preso. Il vincolo inoltre avrebbe un carattere
paesaggistico e non monumentale, quindi tutt’altro che stringente per
quanto attiene la funzionalità degli edifici e certamente concordante
con gli intendimenti dell’attuale Amministrazione milanese, tesi a
realizzare un grande parco sulle vaste aree verdi che si sono
rinaturalizzate.
Non si comprende bene perciò cosa sia questa
acrimonia verso il concetto di vincoli: a leggere le dichiarazioni di
Maran sembra che Roma sia nel degrado per i troppi vincoli, e non per
l’incapacità, o peggio, delle amministrazioni che si sono succedute.
Insomma, si “criminalizza” il concetto di vincolo, in quanto i piani
urbanistici di questa amministrazione vanno già nel senso della tutela
dell’area.
Ma cosa succederebbe se la prossima amministrazione
milanese fosse espressione di una coalizione della lista degli Unni con
quella dei Vandali? Senza troppe difficoltà, nel giro di un anno o poco
più, riscriverebbero il PGT, riportando in auge idee di cementificazione
dell’area. Non è forse vero che sino a qualche tempo fa giravano
progetti di costruirci su 4mila nuovi appartamenti o il centro di
allenamento dell’Inter?
E allora, in questo specifico caso, ben
venga anche la tutela dal MiBac. È come mettere una seconda serratura
alla porta, e ci vorrà un consenso sia locale sia nazionale per un
eventuale ritorno a idee di costruzioni in Piazza d’Armi.
Anzi,
visto che ci siamo ci permettiamo di proporre anche una terza serratura,
nostra antica fissazione: perché non includere queste aree verdi nel
confinante Parco Agricolo Sud Milano? Sarebbe un regalo ai cittadini di
Baggio e a tutta la città.