Giovedì 14 dicembre audizione in Regione per la piscina Ponzio

Non sembra destinata a chiudersi la partita sul Centro Balneare Romano (Piscina Ponzio) nemmeno dopo l’incontro con il Rettore del Politecnico di Milano, prof. Ferruccio Resta, il 27 novembre scorso nella sala del Consiglio di Municipio 3. ()
piscinaponzio

Il Comitato per la difesa della piscina Ponzio ha fatto sapere di avere ottenuto, per il prossimo 14 dicembre, un’audizione davanti alla Commissione V Territorio ed Infrastrutture della Regione Lombardia. I cittadini interessati si ritroveranno quindi alle 15,45 di giovedì prossimo davanti all’entrata del Pirellone, al civico 22 di via Fabio Filzi.

Vediamo un po’ di ricapitolare per sommi capi questa vicenda, iniziata nel 2011 ed il cui ultimo atto, in ordine di tempo, è stato scritto dal rettore del Politecnico di Milano prof. Ferruccio Resta in una sala, quella del Municipio 3 di via Sansovino, colma di residenti preoccupati per la sorte dell’apprezzato centro balneare e, anche, per il trasferimento delle Facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano nell’ex area Expo. 

In effetti, quest’ultimo capitolo delle vicende che interessano il cuore della zona 3 di Milano, pur non figurando ufficialmente nel programma dell’incontro, era l'argomento che aveva attirato un pubblico così numeroso. Erano in tanti, infatti, a credere che il vero obiettivo dell'iniziativa municipale, grazie ad una comunicazione alquanto ammiccante, consisteva nel “dare in pasto” qualcosa per tentare di sviare quel diffuso malcontento che, nella serata del precedente 7 novembre, aveva fatto sfilare per alcune delle principali vie del quartiere – fiaccole in mano ed al grido “Giù le Mani da Città Studi” - qualche migliaio di cittadini, studenti e lavoratori della Statale.

La querelle sulla piscina Ponzio è iniziata nel 2011, esattamente il 22 luglio, con l’approvazione, da parte della Giunta Comunale, di una delibera avente ad oggetto “Indirizzi per la concessione in uso gratuito al Politecnico di Milano, del Centro Balneare Romano di proprietà comunale, ai fini della partecipazione al bando per un cofinanziamento ministeriale di cui alla Legge 338/2000.” In sostanza, uno studentato ed un centro sportivo con la copertura di circa un terzo dello d'acqua; quest’ultimo da realizzarsi grazie all’intervento di qualche investitore privato.

Da questo atto è scaturita una vera e propria letteratura in materia, con varie tappe reperibili facilmente su internet, ma in sostanza i timori che l’iniziativa del Poli potesse pregiudicare l’uso dello storico centro balneare - che ha un'ampiezza inferiore solo a quella del Lido di piazzale Lotto, ubicato in posizione molto meno favorevole – hanno fatto confluire un diffuso dissenso tra i cittadini nella costituzione di un comitato che, per molteplici ragioni, in tutti questi anni si è tenacemente opposto alla realizzazione del progetto, anche in sede giurisdizionale.
Progetto che, tuttavia, è andato avanti, riuscendo ad ottenere un cofinanziamento di 8 milioni da parte del Ministero per l’Università. E sarebbe proprio questa la principale leva usata dai sostenitori del progetto – con il rettore Resta in testa, assieme alla maggior parte della componente di maggioranza del Consiglio del Municipio 3 – per cercare di convincere gli oppositori della bontà dell’iniziativa, sostenendo che la sua mancata realizzazione porterebbe alla perdita del finanziamento perché – sostengono fonti municipali – esso sarebbe vincolato espressamente al sito indicato nel progetto originario. 

Inoltre, la piscina necessiterebbe di interventi di ristrutturazione per circa 1 milione di euro, che il comune dice di non avere.
Tuttavia, queste sortite, più che sopire le perplessità, pare stiano invece rinfocolando le critiche. Non appare possibile, infatti, che un comune – come quello di Milano – apparentemente impegnato a fare ostentazione di “grandeur”, ipotizzando faraonici progetti- ne è un esempio quello della riapertura dei navigli - non possa trovare nelle pieghe dei suoi bilanci un milioncino da investire per permettere alle famiglie di quei cittadini che, in questi tempi di crisi e di precarietà lavorativa, non possono permettersi di portare i bambini al mare durante le vacanze estive e di usufruire di una struttura rinomata anche per le sue pregevoli caratteristiche storiche e architettoniche.

Davvero non è possibile ottenere dal Ministero – si chiedono in tanti - la riallocazione del finanziamento su un’altra area? Con la sua sbandierata efficienza, davvero il Politecnico milanese non può proporre e trovare alternative?
Sono tanti, infatti, a ricordare che nel 2010 il Politecnico chiuse parzialmente una mensa per studenti e dipendenti ubicata in una struttura al civico 20 di via Golgi, riconvertendola ad aule didattiche. Una vicenda che, all’epoca. finì anche su qualche pagina di cronaca cittadina a seguito delle vivaci proteste di tanti studenti e dipendenti, che culminarono perfino nel “sequestro” del direttore amministrativo dell’ateneo milanese dell’epoca.
A quest’ultimo riguardo, tanti si chiedono perché il Poli non avesse individuato proprio la struttura di via Golgi per la realizzazione del suo progetto ed a nulla sono valse le risposte fornite da Resta ai cittadini. Secondo il rettore, infatti, per l’ateneo milanese all’epoca erano quelle le priorità. Di certo la posizione del nuovo rettore non prende in considerazione le priorità dei residenti.
Qualcuno, infine, avanza il dubbio che il vero obiettivo sia quello di realizzare, peraltro su un bene pubblico, una struttura simile a quella della Residenza Universitaria Torrescalla di via Golgi 36, dove proprio la piscina scoperta rappresenta uno degli elementi di maggiore attrattiva.


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