Giovedì 14 dicembre audizione in Regione per la piscina Ponzio
Il Comitato per la difesa della piscina Ponzio ha fatto sapere di avere ottenuto, per il prossimo 14 dicembre, un’audizione davanti alla Commissione V Territorio ed Infrastrutture della Regione Lombardia. I cittadini interessati si ritroveranno quindi alle 15,45 di giovedì prossimo davanti all’entrata del Pirellone, al civico 22 di via Fabio Filzi.
Vediamo un po’ di ricapitolare per sommi capi questa vicenda, iniziata nel 2011 ed il cui ultimo atto, in ordine di tempo, è stato scritto dal rettore del Politecnico di Milano prof. Ferruccio Resta in una sala, quella del Municipio 3 di via Sansovino, colma di residenti preoccupati per la sorte dell’apprezzato centro balneare e, anche, per il trasferimento delle Facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano nell’ex area Expo.
In effetti, quest’ultimo capitolo delle vicende che interessano il cuore della zona 3 di Milano, pur non figurando ufficialmente nel programma dell’incontro, era l'argomento che aveva attirato un pubblico così numeroso. Erano in tanti, infatti, a credere che il vero obiettivo dell'iniziativa municipale, grazie ad una comunicazione alquanto ammiccante, consisteva nel “dare in pasto” qualcosa per tentare di sviare quel diffuso malcontento che, nella serata del precedente 7 novembre, aveva fatto sfilare per alcune delle principali vie del quartiere – fiaccole in mano ed al grido “Giù le Mani da Città Studi” - qualche migliaio di cittadini, studenti e lavoratori della Statale.
La querelle sulla piscina Ponzio è iniziata nel 2011, esattamente il 22 luglio, con l’approvazione, da parte della Giunta Comunale, di una delibera avente ad oggetto “Indirizzi per la concessione in uso gratuito al Politecnico di Milano, del Centro Balneare Romano di proprietà comunale, ai fini della partecipazione al bando per un cofinanziamento ministeriale di cui alla Legge 338/2000.” In sostanza, uno studentato ed un centro sportivo con la copertura di circa un terzo dello d'acqua; quest’ultimo da realizzarsi grazie all’intervento di qualche investitore privato.
Da
questo atto è scaturita una vera e propria letteratura in materia, con varie tappe reperibili facilmente su internet, ma in sostanza i timori che l’iniziativa
del Poli potesse pregiudicare l’uso dello storico centro balneare - che ha un'ampiezza inferiore solo a quella del Lido di
piazzale Lotto, ubicato in posizione molto meno favorevole – hanno fatto confluire un diffuso dissenso tra i cittadini nella costituzione di un
comitato che, per molteplici ragioni, in tutti questi
anni si è tenacemente opposto alla realizzazione del progetto, anche
in sede giurisdizionale.
Progetto
che, tuttavia, è andato avanti, riuscendo ad ottenere un
cofinanziamento di 8 milioni da parte del Ministero per l’Università.
E sarebbe proprio questa la principale leva usata dai sostenitori del
progetto – con il rettore Resta in testa, assieme alla maggior
parte della componente di maggioranza del Consiglio del Municipio 3 –
per cercare di convincere gli oppositori della bontà
dell’iniziativa, sostenendo che la sua mancata realizzazione
porterebbe alla perdita del finanziamento perché – sostengono
fonti municipali – esso sarebbe vincolato espressamente al sito
indicato nel progetto originario.
Inoltre, la piscina necessiterebbe
di interventi di ristrutturazione per circa 1 milione di euro, che il
comune dice di non avere.
Tuttavia,
queste sortite, più che sopire le perplessità, pare stiano invece
rinfocolando le critiche. Non appare possibile, infatti, che un
comune – come quello di Milano – apparentemente impegnato a fare
ostentazione di “grandeur”, ipotizzando faraonici progetti- ne è
un esempio quello della riapertura dei navigli - non possa trovare
nelle pieghe dei suoi bilanci un milioncino da investire per
permettere alle famiglie di quei cittadini che, in questi tempi di
crisi e di precarietà lavorativa, non possono permettersi di portare i bambini
al mare durante le vacanze estive e di usufruire di una struttura rinomata anche per le sue pregevoli caratteristiche storiche e architettoniche.
Davvero
non è possibile ottenere dal Ministero – si chiedono in tanti - la
riallocazione del finanziamento su un’altra area? Con la
sua sbandierata efficienza, davvero il Politecnico milanese non
può proporre e trovare alternative?
Sono
tanti, infatti, a ricordare che nel 2010 il Politecnico chiuse
parzialmente una mensa per studenti e dipendenti ubicata in una
struttura al civico 20 di via Golgi, riconvertendola ad aule
didattiche. Una vicenda che, all’epoca. finì anche su qualche
pagina di cronaca cittadina a seguito delle vivaci proteste di tanti
studenti e dipendenti, che culminarono perfino nel “sequestro”
del direttore amministrativo dell’ateneo milanese dell’epoca.
A
quest’ultimo riguardo, tanti si chiedono perché il Poli non avesse
individuato proprio la struttura di via Golgi per la realizzazione
del suo progetto ed a nulla sono valse le risposte fornite da Resta
ai cittadini. Secondo il rettore, infatti, per l’ateneo milanese
all’epoca erano quelle le priorità. Di certo la posizione del nuovo rettore non prende in considerazione le priorità dei
residenti.
Qualcuno,
infine, avanza il dubbio che il vero obiettivo sia quello di realizzare, peraltro su un bene pubblico, una struttura
simile a quella della Residenza Universitaria Torrescalla di via
Golgi 36,
dove proprio la piscina scoperta rappresenta uno degli elementi di
maggiore attrattiva.