Scali FS. La posizione delle minoranze in Consiglio di Municipio 3

Il dibattito pubblico sulle principali questioni che riguardano ila città non sembra più aver posto nelle sedi istituzionali vicine ai cittadini. Cosa ne pensano le minoranze? ()
Copia di 13 Lambrate large

In misura crescente le grandi questioni che coinvolgono la vita dei cittadini vengono trattate al di fuori degli ambiti istituzionali in cui questi temi dovrebbero venir dibattuti, ossia le sale dei consigli comunali e municipali, le sedi per eccellenza in cui svolgere il dibattito pubblico (da non confondere con il débat public, tutt’altra cosa) e dove i rappresentanti eletti dal popolo dovrebbero esprimere gli indirizzi a cui ciascuna rappresentanza, secondo i programmi con cui si è presentata agli elettori, ritiene di dover conformare l'indirizzo "politico" per decidere se fare o non fare un certo intervento o un'opera pubblica, come farla, entro quali vincoli, con quali tempi e sopratutto con quali risorse.

Per questo mi è sembrato opportuno interpellare le minoranze e riportare ai lettori le posizioni di alcuni dei loro rappresentanti nel Consiglio del Municipio 3, in attesa di una assemblea pubblica sull’argomento scali FS.

Abbiamo rivolto le stesse domande a Pierluigi Riccitelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle e a Marco Cognolati, capogruppo di Forza Italia.

Iniziamo dall’intervista che ci ha concesso Pierluigi Riccitelli. Pubblicheremo in seguito quella a Marco Cagnolati.

1. Il recente Workshop sugli scali è stato organizzato da FS Sistemi Urbani srl, invitando 5 studi di progettazione a proporre "visioni" sulle trasformazioni degli scali. Voi condividete questa scelta fatta dalla giunta e dall'assessore Maran che ha lasciato la conduzione del Workshop, ma soprattutto la regia delle modalità con cui elaborare le proposte di un intervento urbanistico che avrà grande ripercussioni sul futuro di Milano, nelle mani delle FS ?

Non condividiamo assolutamente questo metodo. FS Sistemi Urbani srl si pone come soggetto privato, promuove un “processo partecipativo” di rigenerazione urbana sostenibile delle aree dismesse, invita senza concorso cinque prestigiosi di architettura a un convegno di alto livello e si sostituisce al ruolo che sarebbe proprio della amministrazione comunale e dei suoi organismi. Da quando il ruolo dell’architetto è quello di decidere cosa realizzare E inoltre come può un privato proprietario delle aree decidere la destinazione delle aree stesse? Il fatto che vengano chiamati questi studi, sicuramente qualificati, risponde ad una logica di puro marketing dell’iniziativa. E ancora è ammissibile che il Comune accetti di far presentare i progetti da FS Sistemi Urbani e condurre con questa una trattativa in pendenza di un ricorso presentato al TAR che richiede l’annullamento della delibera che non ha approvato l’Accordo Di Programma (ADP) che ora si sta rinegoziando? Siamo sconcertati di fronte a una situazione di questo tipo.

2. La trattativa con FS Sistemi Urbani dà per scontato che questa srl, soggetto di diritto privato, parte del gruppo pubblico delle FS, detenga la proprietà delle aree e possa richiederne la valorizzazione immobiliare in vista di una futura privatizzazione, proprio in base all‘ADP da siglare con il Comune. Siete dal parere che tutto ciò sia lecito?

Un ADP è per legge un accordo tra enti territoriali (regione, provincie, comuni) ed altre amministrazioni pubbliche. Dobbiamo capire se FS è un’amministrazione pubblica o privata. Se è un soggetto privato non può sottoscrivere un ADP e si dovrebbe ricorrere ad un Piano Integrato di Intervento, come prescrive la legge regionale n.12 del 2005, in base alla quale nelle aree ferroviarie dismesse gli indici di edificabilità devono essere giustificati dal raggiungimento di obiettivi strategici e dal perseguimento di rilevanti vantaggi per l’interesse pubblico. Questa ambiguità, FS soggetto pubblico o privato, mette in discussione la validità dei passi che l’amministrazione e FS stanno compiendo. E’ in corso una revisione del Piano di Governo dl Territorio (PGT), perché non valutare allora le trasformazione degli scali nell'ambito di questa revisione inserendo la questione scali in un’ottica di valutazione complessiva e integrata con il territorio circostante. Non si può immaginare una rigenerazione dello scalo di Lambrate senza considerare le trasformazioni delle aree del Rubattino, delle caserme in dismissione, di Città Studi.

3. Il Comune ha avviato una fase di ascolto della cittadinanza per raccogliere pareri e indicazioni sulla futura destinazione degli scali, a partire dalle informazioni contenute nell'Accodo di Programma bocciato dal precedente consiglio comunale. E' stata distribuita e raccolta una scheda predisposta dal Municipio 3 sullo scalo FS di Lambrate. Qual'è la vostra opinione in merito?

La delibera approvata dal consiglio comunale fissa le linee di indirizzo per la trasformazione degli scali ferroviari milanesi e parla di débat public, normato in Francia da apposite leggi. In quel caso si prevede la predisposizione di una documentazione specifica, assemblee pubbliche, la raccolta e la pubblicazione on line delle opinioni e la stesura di un rapporto finale, il tutto gestito da un soggetto terzo indipendente dall'amministrazione. Nel nostro caso il Municipio ha organizzato un incontro, una visita agli scali e ha predisposto un questionario distribuito in qualche modo. Il dibattito pubblico si fa sui progetti, se non si hanno i progetti di cosa discutiamo, delle destinazioni? Le destinazioni vanno discusse in altri luoghi e con ben altre modalità e tempi. Quale ruolo deve avere il Municipio? Noi abbiamo presentato a suo tempo una mozione sugli scali e solo in quell’occasione se ne è parlato, altrimenti le sedute del Consiglio Municipale si risolvono nell’esame di piccole questioni di dettaglio e dell’argomento scali, Città Studi, PRU Rubattino, argomenti che stanno certamente a cuore agli abitanti, non si parla.

4.Il M5S ha elaborato qualche proposta per la trasformazione degli scali?

Noi constatiamo che Milano, anche in confronto ad altre grandi città europee, soffre di una grave mancanza di aree verdi. Perché non approfittare della trasformazione degli scali per affrontare e risolvere questo problema, applicando la legge già citata, che in materia prescrive di perseguire rilevanti vantaggi di interesse pubblico, e le aree verdi a Milano rappresentano sicuramente un preminente interesse pubblico.

5.Il M5S sta proponendo un referendum cittadino sulla trasformazione degli scali. Di cosa si tratta?

In realtà stiamo sostenendo la richiesta di un migliaio di persone che chiedono di partecipare alle scelte urbanistiche con una petizione che propone un referendum in proposito. Si parla di débat publice siamo ridotti alla raccolta di un questionario del tutto approssimativo, è questa la partecipazione che si vuole per i cittadini?


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Re: Scali FS. La posizione delle minoranze in Consiglio di Municipio 3
27/03/2017 Marco
Trovo contradditorio attaccare da un lato FS per i masterplan affidati senza gara e dall'altro il Comune per come sta svolgendo le consultazioni pubbliche. Come ricorda il consigliere, il debat public parte da una proposta, se FS non ha almeno un'idea generale (e questo mi pare il senso del masterplan), di cosa dovremmo discutere?
Quindi da un lato FS sta facendo il suo lavoro (magari sarebbe stato meglio avere una gara sul masterplan, ma sicuramente l'avremo sui progetti più avanti), dall'altra il Comune si sta muovenndo con (forse fin troppo) anticipo. Spero che queste consultazioni preliminari diano più forza contrattuale per il prossimo accordo di programma


 
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