Città della Salute, battaglia persa?

Non possiamo rassegnarci al fatto che la prossima amministrazione milanese dia per scontato che nonostante gli errori di valutazione già fatti quella della Città della Salute sia una battaglia ormai persa. ()
istituto naz tumori

Approfitto della segnalazione pervenutami da un amico in cui si riferiva che durante la recente visita di Beppe Sala al quartiere di Lambrate, alla domanda su cosa ne pensasse del trasferimento dell'istituto Neurologico Besta e dell'Istituto dei Tumori a Sesto san Giovanni, da un componente del suo staff veniva risposto che ricostruire il Besta a Sesto è senz'altro meno costoso che ristrutturarlo. La questione non sta assolutamente in questi termini e non può considerarsi chiusa. Purtroppo non ci risulta esista alcuna volontà politica in seno all'attuale maggioranza di governo, nazionale e locale, di rimetterla in discussione.

Dobbiamo constatare ancora una volta che davanti a scelte precostituite, suffragate da dichiarazioni del tutto generiche e imposte dall'alto senza addurre fondate motivazioni, coloro che hanno la responsabilità politica di avallarle perseverano ostinatamente a lasciar condurre in porto opere che erano e continuano a essere oltre che un danno una beffa per i cittadini.

Lo schema utilizzato per le linee metropolitane M4 e M5.
Il progetto della Città della Salute ha ormai una lunga storia alle spalle, nel 2009 Formigoni asseriva che nel 2016 sarebbe stato portato a termine. Oggi è gestito da Infrastrutture Lombarde spa, società della Regione, che, a tempi di record si legge nelle comunicazioni regionali, ha concluso la gara indetta per trovare il promotore provvisorio dell'affidamento in concessione per la realizzazione e gestione della Città della Salute, nominando nello scorso settembre 2015 il gruppo guidato dalla società Condotte d'Acqua promotore provvisorioLo schema adottato per realizzare la Città della Salute non è quindi quello dell'appalto assegnato per opere da realizzare in base a un progetto definito e compiuto, quindi a costi, tempi e modalità di realizzazione certi, ma quello di una concessione ancora da sottoscrivere. Il promotore prescelto ha il compito di definire l'iter che porterà alla definizione di questa concessione, che copre sia la realizzazione che la gestione, uno schema simile, per intenderci a quelli seguiti per le linee metropolitane M5 e M4, dove il privato imprenditore si sostituisce al pubblico nella progettazione esecutiva e quindi nella determinazione di aspetti specifici e dei conseguenti oneri di realizzazione e di gestione di un servizio pubblico. Criterio che si vuole adottare con sempre maggior frequenza per le cosidette Grandi Opere e sul quale occorrerebbe riflettere seriamente per verificare sino a che punto è giustificabile, se si vuol tenere nel debito conto il prevalente interesse pubblico.

Costi e tempi ancora da definire. 
A che punto siamo? Allo stadio attuale esistono solo progetti preliminari, entro giugno 2016 dovrebbe essere approvato un progetto definitivo per poter sottoscrivere con il promotore un contratto, che dovrebbe prevedere un inizio lavori nel 2017 e un completamento nel 2021. Poi occorrerà sulla carta ancora qualche anno per avere pienamente operativi i due ospedali trasferiti alla Città delle Salute.

Gli enti a cui compete il rilascio di pareri e approvazioni sono il Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), la Città Metropolitana di Milano, oltre a ARPA Lombardia, ASL Milano, comune di Sesto S. Giovanni, INAIL. Il futuro sindaco di Miano, in quanto sindaco della Città Metropolitana, avrà il compito sovrintendere al rilascio di pareri e in particolare sarà responsabile dei controlli sui lavori di bonifica dei terreni delle aree ex Falck, oggi di proprietà della società immobiliare Milanosesto spa. Motivi che destano preoccupazione ce ne sono tanti, a cominciare dal fatto che non abbiamo costi e tempi certi e definitivi e che leggiamo nei documenti pubblicati sul sito del Ministero dell'Ambiente (vedi Riunione tecnica del 21/01/2016) che le opere di bonifica sono risultate sotto valutate, comportano maggiori costi e tempi più lunghi.

 Le Opere di bonifica.
In un'area ex-industriale inquinata per decine e decine d'anni quando non esisteva la minima preoccupazione ambientale (ricordo che sino agli '70 non era ancora divenuta di uso corrente la parola “ecologia” e nemmeno erano in vigore norme specifiche antinquinamento) è ben difficile riportare terreni profondamente inquinati allo stato originario, anche sostenendo costi esorbitanti. E' d'altra parte quasi impossibile mappare compiutamente la qualità e quantità degli scarichi immessi. nel corso degli anni. I siti industriali inquinati costruiscono un pesante lascito per le generazioni future. La logica soluzione in questi casi è quella di delimitare le aree più inquinate, intervenire per impedire la contaminazione delle falde e destinare a parco il sito, controllando e monitorando le acque di falda nelle zone circostanti. 

Non dimentichiamo che bonifiche di questo tipo comportano scavi e movimenti di terra, lavori appetiti da imprese spesso controllate dalla mafia o dalla 'ndrangheta, interessate non solo allo scavo e trasporto dei materiali, ma anche a lucrare sullo smaltimento dei terreni asportati.

Sempre nei documenti citati si legge che terreni il cui trattamento era inizialmente previsto in situ, verranno invece inviati a impianti di trattamento esterni con un aggravio dei costi di bonifica a causa di questa variante. Aumento dei costi non dovuto ad un aumento della volumetria rimossa, ma al fatto che i materiali verranno trasportati altrove per essere trattati.

Come detto la Città Metropolitana di Milano è responsabile del controllo sulle destinazioni di questi materiali insieme a ARPA e ASL. Vorremo avere la più esauriente informazione sullo stato dei lavori, sugli extra oneri, sui processi utilizzati per la bonifica e gli impianti ove verranno trattati i terreni inquinati, sul controllo e monitoraggio dei risultati della bonifica e sulle acque di falda.

Città della Salute e Città Studi.
Ma ribadiamo che oggi queste due questioni di grande rilievo, il trasferimento degli istituti ospedalieri alla Città della Salute e trasferimento di parte delle facoltà universitarie di Città Studi nelle aree Ex-Expo, devono essere riconsiderate congiuntamente. Nell'interessante dibattito avvenuto in Consiglio di zona 3 nello scorso novembre è stata fatta una considerazione elementare, perché invece di recuperare i milioni di euro che mancano ad Arexpo pensando di destinare alla speculazione edilizia aree che verranno lasciate libere in zona 3, non si cancella lo spostamento dell'Istituto Nazionale dei Tumori a Sesto, lasciandolo dov'è, una struttura moderna, efficiente, che non ha motivi plausibili per essere collocata altrove. Sui 450 mln di investimenti previsti a Sesto si potrebbe risparmiare presumibilmente una cifra di 200-250 mln di euro, e si potrebbe realizzare un nuovo Istituto Neurologico Besta nel complesso di Niguarda, con vantaggi funzionali e logistici, come da più parti e da tempo è stato proposto.

Possibile che progetti nati in altre tempi, in condizioni di mercato oggi completamente superate e non più rispondenti a reali bisogni vengano pervicacemente mantenuti in essere con uno spreco di risorse inutile, anzi dannoso. Abbiamo sotto gli occhi esempi di iniziative immobiliari che stanno generando ecomostri, edifici che rimangono incompiuti quando ormai è diventata troppo costosa la demolizione e quando evidentemente ci si è resi conto che il mercato non consente il rientro degli investimenti programmati.

Se si è in tempo non sarebbe meglio rivedere progetti e piani finanziari adattandoli alla situazione attuale e prevedibilmente futura, come dovrebbe fare una buona amministrazione, sia pubblica che privata?


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Re: Città della Salute, battaglia persa?
29/04/2016 Beppe Caravita
Se vogliamo abbiamo un buona scelta. Contro la Città della salute si dichiarano 5 Stelle, Milano in Comune (Lista Rizzo) e anche i radicali di Cappato. Il problema è che è un affare del Pd di Sesto e di Comunione e Liberazione, che ha un suo rappresentante nella lista Sala. Ovvero Pd. E' una sorta di Nazareno dell'area Falck.


Re: Città della Salute, battaglia persa?
28/04/2016 marghe
proviamo a non votare sala o parisi magari qualcosa cambia. diamo una chance al candidato 5 stelle, magari è lontano dagli accordi politico imprenditoriali (chiamiamoli così) dei 2 "amici degli amici".


Re: Città della Salute, battaglia persa?
28/04/2016 Beppe Caravita
Ottimo pezzo Paolo. Che faccia riflettere chi ha in animo di votare per Sala. Il quale farebbe bene a smentire l'affermazione del suo collaboratore.


 
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