Ri-pensiamo via Celoria

Via Celoria. Una “doppia cerniera” di connessione tra Statale e Politecnico, Piazza Leonardo e orto botanico. Ma anche un primo passo per sperimentare un incontro tra Politecnico e quartiere. Capacità degli esperti e volontà dei cittadini.
 
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Mercoledì 13 Aprile si è tenuto presso la sede del Comune di Milano di Zona 3, in via Sansovino 9, un incontro “tavola rotonda” tra consiglieri di zona, professori e cittadini sul tema “Ri-pensiamo Via Celoria”. Questo progetto si inserisce all’interno del programma “Città Studi, Campus Sostenibile”, portato avanti da Università Statale e Politenico di Milano.
L’evento, frutto di un lungo processo di ascolto, incontri e ricerca, aveva come scopo quello di presentare il progetto per il nuovo asse stradale e pedonale di Via Celoria; si tratta di un piano creato “nell’ottica di una visione complessiva di Città Studi”, attraverso il quale si è ri-pensato a Via Celoria come a una “doppia cerniera” di connessione tra Statale e Politecnico, tra Piazza Leonardo e orto botanico di Via Golgi.
 
Come si trasformerà la via?
Sei sono i punti presentati da Eugenio Morello e Barbara E.A. Piga, professori del Laboratorio di Simulazione Urbana del Politenico, per spiegare le linee generali del progetto: Mobilità intelligente, Permeabilità, Verde, Sport, Cultura, Smart.
Cosa vuol dire tutto questo?
Il progetto si prefigura di creare “un nuovo parco lineare, uno spazio flessibile e misto [..]” di incontro e congiunzione tra realtà universitaria e urbana.
È prevista la creazione di una zona 30 km/h e il conseguente restringimento della carreggiata: ora la parte carrabile è il 70%, la parte pedonabile il 30%; dopo il progetto sarà carrabile 30, pedonabile 70.
Eliminando i parcheggi sui marciapiedi, da un lato vengono creati spazi di sosta e ristoro, mentre dall’altro il marciapiede viene suddiviso in due corsie: un percorso pedonale-lento e uno ad “alto scorrimento”, con pista ciclabile e sportiva munita di attrezzature per lo sport a margine.
Tutto il progetto è legato ad un’ottica “smart” e sostenibile: il progetto del verde è studiato in base al drenaggio dell’acqua nel terreno e non direttamente nelle fogne, e gli elementi di separazione, i muri, diventano un museo a cielo aperto, in modo da mostrare ai cittadini cosa succede all’interno delle mura delle università.
Riassumendo, una nuova Via Celoria: non più una strada di solo passaggio, ma un viale per la sosta, lo sport, la cultura e il ritrovo.
 
Il dialogo è aperto
È stato un incontro interessante e animato che ha avuto riscontri positivi e negativi. Ci sono state infatti anche polemiche da parte di alcuni cittadini presenti in sala che si sono lamentati dei possibili problemi di parcheggio, di sicurezza (dovuta alla mancanza di attività attrattive), e della possibilità di auspicare a progetti più coraggiosi e aperti al quartiere (permeabilità dei muri).
Quello che si può dire sicuramente è che questo incontro, come tutto il processo che ha portato alla creazione del progetto, mostra che il dialogo è aperto.
“Ri-pensiamo Via Celoria” è solo uno dei primi passi per sviluppare e raggiungere una linea comune tra le capacità tecniche degli esperti e le volontà dei cittadini.
Quello che bisognerebbe fare è cercare di immaginare un futuro che non è quello del domani, ma quello del dopodomani; solo così si può pensare e parlare di vere e proprie trasformazioni sociali ed urbane.
 
Una “prova generale”
Se volete farvi anche voi un’idea di cosa sarà via Celoria, vi invito a partecipare all’evento sportivo che si terrà il 28 maggio proprio in Via Celoria. La via verrà chiusa per ospitare eventi sportivi aperti alla cittadinanza in modo da condividere insieme un nuova visione del nostro quartiere!






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Re: Ri-pensiamo via Celoria
09/05/2016 Roberta Pellegrini
Bellissimo progetto, sicuramente da me condiviso. Unico neo relativo alla giornata di "prova generale". Se si vuole parlare di sinergie e di città vivibile, bisogna pensare non solo agli studenti di oggi, ma anche a quelli di domani. La scelta della giornata di prova il 28 maggio mostra scarsa attenzione alle attività locali. In particolare tutti i bambini della scuola Leonardo da Vinci sono impegnati in una 2 giorni sportiva che non consentirà né a lor né ai genitori di partecipare all'iniziativa.
Peccato!


 
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