Il bello della diretta TV
Breve cronaca del collegamento televisivo dalla piazza del quartiere Rubattino durante la trasmissione Quinta Colonna di lunedì 13 aprile 2015.
(Paolo Burgio)15/04/2015Mi avevanp avvisato che la sera di lunedì 13 aprile al quartiere Rubattino, dalla piazza Vigili del Fuoco avrebbero realizzato un collegamento tv con gli studi della trasmissione di Rete 4, Quinta Colonna, dedicata ai problemi dell'immigrazione e della sicurezza.
Ci sono andato spinto dalla curiosità, non mi è mai capitato di assistere a cose del genere. Quando sono arrivato, verso le 21.30, pensavo di avere difficoltà a parcheggiare lì vicino, ma non è stato così. In un angolo della grande piazza, di fianco all'edificio Media World (ironia della sorte), stazionava un capannello di gente davanti ad una telecamera e uno schermo tv che mostrava le immagini dallo studio televisivo. Non so se l'audio era per me alquanto incomprensibile per la cattiva qualità del suono o per il frastuono dovuto all'accavallarsi delle voci dei partecipanti alla trasmissione, ma l'unica voce che potevo distinguere con chiarezza era quella del conduttore. Non ho quindi seguito il dibattito dallo studio e mi sono dedicato ad osservare gli astanti, un gruppetto di persone, non le ho contate, che scomparivano nella vastità della piazza in cui erano radunate. Ben poche tutto sommato e ben divise in due opposti schieramenti, quello che protestava contro il degrado e l'insicurezza del quartiere a causa della presenza di rom e quello che non protestava ed esponeva alcuni cartelli pro Rubattino (inteso come quartiere vivibile). Poi sono andate in onda ad intervalli le interviste riprese dalla telecamera locale, assolutamente incomprensibili per i presenti, per motivi tecnici credo, e mentre gli interventi dallo studio tv salivano di tono, diciamo così, anche in piazza Vigili del Fuoco tra gli schieramenti pro e contro il livello sonoro delle discussioni si alzava e gli animi si scaldavano, sinché i pro, già in partenza numericamente inferiori, in parte abbandonavano il campo. Alle 23.30 me ne sono andato da quello spazio vuoto, a parte il gruppetto radunato nell'angolo di fianco a Media World, dove di sera non ci sono passanti e che non offre alcuna attrattiva. Non c'era la gente che mi aspettavo di trovare un poco più numerosa, andava in onda sotto casa una trasmissione che riguardava il quartiere. Probabilmente ben pochi stavano seguendo quella trasmissione e nemmeno a quei pochi interessava l'eccesso e l'animosità degli scontri verbali, che non fanno altro che rivelare la faziosità e la strumentalizzazione che li alimenta, che fa di ogni erba un fascio. E' il gioco di chi vuole imporre le proprie ragioni e rifiuta il confronto, di chi vuole usare la prepotenza contro le argomentazioni di quelli che hanno opinioni diverse. Forse bisognerebbe pensare a rivalutare urbanisticamente l'ambiente del quartiere, a renderlo più gradevole per gli abitanti che ci vivono e condividono uno spazio urbano comune, invece di mettere in scena uno spettacolo dove si incita alla scontro per ridurre i pro e i contro a fazioni opposte in lotta, divise come i guelfi e i ghibellini o i Capuleti e i Montecchi da una rivalità che si vuole far divenire irrinunciabile. Che tristezza!
In questi ultimi giorni ne sono successe di cose in Italia. Per citarne alcune, sono stati incriminati per corruzione i personaggi che per anni hanno gestito le Grandi Opere e Del Rio, nuovo ministro delle Infrastrutture, ora dichiara che si faranno solo quelle realmente utili, la Pirelli passa di mano e diventa cinese, ma Tronchetti Provera ci assicura che manterrà il suo posto di AD, beato lui, e anche il presidente di Finmeccanica mantiene il suo posto, visto che in Italia alla presidenza del primo gruppo industriale pubblico un ex-capo della polizia è ritenuto del tutto adatto alla carica. Di fronte alla continua e inarrestabile perdita di importanti pezzi del sistema industriale italiano, con la conseguente emorragia di posti di lavoro, è l'immigrazione il vero problema da affrontare e il primo da proporre con sempre maggior insistenza ai telespettatori, alias elettori? La minaccia più grave alla nostra sicurezza viene dai rom o dall'imputato per bancarotta che uccide giudice, avvocato e testimone, convinto che siano questi i responsabili delle sue disavventure dal momento che gli impediscono di delinquere liberamente?
Mi sono convinto che per essere ricondotti alla realtà noi cittadini dobbiamo darci da fare parecchio se vogliamo liberarci dalle finzioni che compiacenti media ci propongono di continuo.