Il gioco del mondo

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1
Disegnato col gesso come era
sul marciapiede il mondo si cancella.
Mi vedo perdere colpi, avere pietà
del questore giustiziato, del carabiniere in salita.

2
Con la leggerezza di uno che sogna di esser vivo
dopo lo scatto degli otturatori
strappo cellophane, buio
dall’arabia frizzante del mattino.

3
Mi sveglio per te, non per la luce.
Nella foresta meccanica saltano vive
le lepri, vortica carnoso
l’enorme sussiego del pavone.

(1972)

Giovanni Raboni


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