L'orto in cascina. LA PATATA

Solanum tuberosum-solanacee, questo il suo nome scientifico. Originaria delle Ande, ha salvato dalle carestie intere popolazioni. In poco spazio e da poca terra se ne possono ottenere moltissime. Ma nell'orto sinergico di Cascina Rosa la patata è proibita.
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Ho ereditato una pianta di patata dalla coltura dell'anno precedente, è una patata dimenticata che ha rigermogliato indisturbata. Mi ricordo che l'anno scorso le dorifore oltrepassavano la rete e attaccavano le zucchine che trovavano dalla mia parte, non avendo altre patate a disposizione. 
Questo insetto - che sembra una grossa coccinella, ma il vestito è a righe gialle e nere verticali - è uno specifico parassita delle patate, mangia le foglie e rallenta la crescita, pertanto vanno raccolte una ad una direttamente in una lattina aperta e bruciate con alcool o petrolio; la cenere va nuovamente ridistribuita sul terreno, vicino alle patate, così le altre dorifore sentono l'odore delle colleghe carbonizzate e prendono il largo. Così si spera. Questo è un consiglio di Rudolf Steiner. 
Ho deciso di conservare comunque questa pianta, anzi, la farò girare su se stessa interrandola continuamente, lasciando fuori solo il ciuffo finale. Da ogni nodo, rispunteranno due o tre patate. Questo è un trucco che mi hanno insegnato in un negozio di agraria di Cormons, visto che molti coltivano patate nei bidoni e con un numero limitato di pezzi di patata ottengono decine di chili senza usare terreno e limitando la parte aerea esterna che è assolutamente tossica, come anche i germogli e le zone del tubero pigmentate di verde.
Originaria delle Ande, conta numerose varietà; in Europa è stata per due secoli utilizzata solo come pianta ornamentale ed è grazie a Luigi XVI, re di Francia, che il tubero è entrato nell'alimentazione, salvando dalle carestie le popolazioni del nord Europa. È una pianta che sopporta terreni pesanti, umidi, climi freddi, pertanto può essere coltivata dove né mais, né frumento resisterebbero. Nell'orto sinergico di Cascina Rosa la patata, come tutte le altre solanacee, è bandita. Io stessa, da quando ho letto il libro degli esperti dell'istituto tumori, evito di usarla e posso dire che, quando la mangio a casa d'altri, ho notato un certo effetto infiammatorio. Eppure è così buona! Piace anche ai grillotalpa.                                                                   
Oltre all'impiego culinario, che dobbiamo ricordarci di limitare, c'è un impiego terapeutico popolare: la polpa cruda, grattuggiata, applicata sulla pelle ha un effetto lenitivo e disinfiammante.  




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