Falcone. Majorino: “Un uomo libero che ha lottato per un Paese libero dalla mafia”

Ai giardini di via Benedetto Marcello la commemorazione delle vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amerio
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Alle 17.58 la sirene dei pompieri riportano la mente dei presenti al momento della deflagrazione, quella avvenuta sull’autostrada verso Palermo all’altezza di Capaci, quando  il 23 maggio di 22 anni fa la mafia uccise Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicilio. È il momento più commuovente della commemorazione avvenuta questo pomeriggio ai giardini di via Benedetto Marcello davanti alla magnifica magnolia, al cippo e alla targa dedicati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli agenti di polizia, amici, compagni di lavoro, servitori dello Stato contro la mafia. E oggi uniti nel ricordo di moltissime persone assiepate intorno alla fontana per onorare questi straordinari uomini e donne e riaffermare la cultura della legalità in una città che ancora una volta dice no alla mafia. Presenti le istituzioni, con gli assessori Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Filippo Del Corno (Cultura), il Presidente del Consiglio Comunale, Basilio Rizzo e numerosi consiglieri comunali; Emilia Dalla Chiesa, suocera del Generale ucciso insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro a Palermo; insegnanti e alunni delle scuole di Milano accompagnati da Pietro De Luca, preside dell’Istituto Marignoni – Polo, coordinatore delle Scuole milanesi per la Legalità; giovani volontari di Libera con Davide Salluzzo referente per la Lombardia.

“Oggi ricordiamo il sacrificio di Giovanni Falcone, un uomo libero che ha lottato per un paese libero dalla mafia – ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – e con lui ricordiamo sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, gli uomini e le donne delle loro scorte, barbaramente uccisi ventidue anni fa. Qui presente c’è un pezzo di città che è convinta che la legalità vada costruita giorno per giorno. Proprio Milano ha visto, e non ci stancheremo mai di ricordarlo, i rappresentanti delle più alte istituzioni dire che qui la mafia non esiste. In quella rimozione perpetuata c’era quella complicità che noi dobbiamo sconfiggere e che noi dobbiamo ostinatamente ricordare, perché ricordare è il modo migliore per sostenere l’azione di magistrati e forze dell’ordine che continuamente combattono per far vincere la legalità”. “Milano – ha aggiunto l’Assessore – vive tuttora ancora troppi tentativi della criminalità di organizzarsi e inquinare la nostra quotidianità. Noi a tutto questo diciamo no opponendo una buona gestione della cosa pubblica e una sempre più diffusa cultura della legalità”

Alla commemorazione hanno partecipato dodici violoncellisti internazionali, guidati da Giovanni Sollima che hanno eseguito in mezzo alla piccola folla presente il Secondo Movimento della Settima Sinfonia di Beethoven.




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