Una domenica di maggio in corso Buenos Aires
Domenica 18 maggio 2014. Sereno variabile. Già dalla mattina l’intero corso Buenos Aires si anima di persone indaffarate nel predisporre e nell’attrezzare spazi da dedicare ad attività culturali e di spettacolo.
Dall’altezza di via Casati sino a piazza Argentina stanno preparandosi all’esibizione clown e musici, attori e affabulatori, narratori e danzatori, in un crescendo di spettacoli di strada che, alla fine della giornata, avranno riempito un borderò intero (come direbbe la SIAE) di proposte di cultura e di spettacolo provenienti da ogni parte del mondo. Il clima è di festa ma con moderazione. Manca una grande attrazione, mancano, per una scelta ben precisa, le bancarelle che offrono prodotti alimentari che, nelle feste di questo tipo, riscuotono sempre un grande successo. C’è un po’ di tutto però, la canzone milanese e il tango, le arpe e le percussioni legate a varie etnie, la banda della Polizia Locale e la Scuola civica di Musica e di Teatro. Ci sono mostre e dimostrazioni, c’è persino lo stand di una associazione che si occupa di “autoaiuto disturbi alimentari”. Come dire, cultura molto materiale.
Si leggono brani della Divina Commedia e si pratica la danza del ventre, si esibiscono giovanissime cantanti russe e c’è posto per la musica country e per il bluesgrass, per il rock e per la musica popolare.
Di tutto e di più. La sensazione però è che il tutto, malgrado la buona volontà di coloro che hanno organizzato l’evento e di coloro che l’hanno gestito, sia alquanto sfilacciato. Come se sia mancata una regia, non ci sia stato quello stracitato filo rosso che dovrebbe tenere insieme tutte le cose e dare a loro un senso compiuto. Ci siamo anche noi di z3xmi.it. Il nostro stand, con tanto di stendardi, è piazzato esattamente davanti alla Libreria Feltrinelli e accanto all’ingresso del Teatro Elfo Puccini che, bontà sua, ci ha fornito tutta l’assistenza necessaria nonché gli strumenti per improvvisare una radio di strada. La radio evocata è la mitica Radio Canale 96 che visse una breve ma intensissima stagione radiofonica dal 1975 al 1980, per poi cedere allo “strapotere” della coeva Radio Popolare che ancora oggi diffonde il suo verbo attraverso l’etere.
Alcuni rappresentanti di Canale 96 di allora condividono la nostra postazione e la animano con una buona colonna musicale che rimanda direttamente alla fine degli anni ’70, con buona pace di altre epoche e di altre espressioni. Qualcuno di noi intervista i passanti sulla storia della zona. Curiosità varie tipo: “Sapete dov’è la Polveriera e cosa fosse un tempo?”.
Al nostro stand, riusciamo a fare qualche intervista precedentemente concordata. Ecco Enzo Gentile che, dai “microfoni” della concorrente Radio Popolare, racconta l’epopea delle radio liberamente politiche.
Ecco Luca Carra, condirettore di
Scienzainrete, che parla di scienza e ambiente, Manuel Ferreira,
della Compagnia Alma Rosè, descrive le difficoltà del lavoro
teatrale.
Interviene Filippo Del Corno, assessore
alla cultura del Comune di Milano, che si appassiona nel raccontare i
progetti in cui è felicemente coinvolto. Ricorda il successo
strepitoso, per qualità e quantità, di PianoCity che ha coinvolto
centinaia di migliaia di cittadini. Lo segue a ruota Alessandro
Papale, presidente della Commissione Cultura della Zona 3, forse un
po’ invidioso per i mezzi che lui non ha.
Qualche ospite atteso non si presenta. C’è Umberto Fiori, raffinato poeta urbano, noto anche come cantante della band molto politica Stormy Six. Ci sfiora senza fermarsi, di nero vestita, Patrizia Valduga, vestale della poesia contemporanea.
Quando escono dal loro teatro Cristina Crippa e Elio De Capitani non c’è più spazio per nulla. Il corso si è ormai svuotato. Spegniamo i microfoni di un giorno, smontiamo il nostro stand, riavvolgiamo i nostri stendardi. Abbiamo fatto la nostra parte per ricordare che esiste un giornale online che fa informazione dal basso, dalle strade dei nostri quartieri. Per noi non è affatto poco. Alla prossima, se mai ci sarà.
(Massimo Cecconi)