Emergenza siriani. Comune, nei ricoveri 605 persone, un terzo sono bambini

Majorino e Granelli: “Da ottobre accolte 2.700 persone, ma Governo, Regione e Provincia da cinque mesi tacciono su una tragedia umanitaria senza fine”
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Nel ricovero di via Aldini è stata utilizzata anche la palestra per dare una primissima accoglienza a 340 cittadini siriani, adulti e giovani famiglie con bambini piccoli, molti dei quali sono stati soccorsi dal 118 pediatrico perché stremati. In via Fratelli Zoia al momento sono 250, mentre quindici altri hanno trovato un letto in via Saponaro dai Fratelli di San Francesco. Più di seicento persone in pochi giorni, sono giunte a Milano dalla Sicilia dove sono sbarcate circa dieci giorni fa. Hanno sopportato un viaggio via mare sui barconi dalla Libia e poi in treno fino alla Stazione Centrale. Lì si sono raggruppati a decine e hanno ricevuto i primi soccorsi: pasti caldi, coperte, scarpe, qualche vestito e un posto letto che ormai per tutti non c’è più. Dall’avvio dell’Unità di crisi lo scorso 18 ottobre, con l’allestimento delle prime strutture di accoglienza, il Comune ha ospitato circa 2.700 persone transitate per Milano e poi ripartite. È un corridoio umanitario informale, che ha avuto come unico supporto la convenzione con la Prefettura per 240 posti letto.

“Di fronte all’emergenza dei cittadini siriani, Milano è sola - denunciano gli assessori Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Marco Granelli (Sicurezza e Coesione sociale) -. In più di cinque mesi non c’è stata nessuna risposta o coordinamento dal Governo, nessun aiuto dalla Provincia di Milano e dalla Regione Lombardia. Nessuno ha mosso un dito in tutto questo tempo per aiutare famiglie con bambini piccoli a dormire in un letto, anziché essere abbandonati in Stazione Centrale senza nulla, prima di ripartire di nuovo nell’incertezza, verso i Paesi del Nord. I posti nei ricoveri sono finiti. Non riusciamo più ad ospitare nessuno né possiamo affrontare da soli questo ulteriore flusso di arrivi che ci costringe, e mai avremmo pensato di doverlo fare, a respingere anche le mamme con i bambini. È ora che qualcuno dia una risposta a questa emergenza senza fine senza ignorare, come è stato finora, che migliaia di persone in fuga dalla guerra transitano dal nostro Paese prostrate, sfruttate e nell’indifferenza dei principali diritti umani”.

Il Comune ha costituito lo scorso ottobre un’Unità di Crisi che tuttora opera nell’accoglienza dei cittadini siriani. Ne fanno parte Cooperativa Farsi Prossimo (Caritas Ambrosiana), Fondazione Progetto Arca, Medici Volontari, Comunità di Sant’Egidio, Associazione l’Albero della Vita e Giovani Musulmani.

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