L'Acquabella


Sono una maestra in pensione e, mettendo a posto il materiale scolastico, ho ritrovato una scheda ciclostilata ereditata, probabilmente, da qualche collega quando sono arrivata nella scuola di  Viale Romagna, circa trent'anni fa.
Ho lasciato il lessico un po' datato, ho solo riorganizzato la descrizione ed ho controllato alcune cose, le cascine e l'incidente risultano. Le foto ritraggono piazzale Susa e la chiesa di S.Croce in via Sidoli.
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Acquabella
La nostra zona una volta era chiamata “Acquabella” forse perché in Viale Argonne c’era un grande stagno o forse perché, lungo la scarpata della ferrovia sul finire di via Castelmorrone, affiorava un fontanile d’acqua decisamente “ bella” come dice il nome perché limpida, fresca e leggera , industriosamente incanalata a refrigerare prati e orti.
Lungo la via Sidoli, sotto il "Ponte del Diavolo” sferragliavano sbuffando le vaporiere dei treni, fischiando ogni volta che imboccavano il bivio per Lambrate-Venezia o Rogoredo - Bologna nei pressi dell’odierno Piazzale Susa.

In Piazzale Susa c’era un passaggio a livello, passava anche un nastro di strada bianca la “Rivoltana” che lasciata la città sul finire dell’attuale via Sottocorno, proseguiva tra fazzoletti di orti, spiazzi d’erba, pergolati, fossi e alberi e dopo aver superato le quattro cascine denominate “cascina Prestino” all’angolo tra viale dei Mille e corso Plebisciti, "cascina Zigada” vicino a Piazza Novelli, "Acquabella 3” dove ora c’è il supermercato Billa e “Acquabella 2” in Piazzale Susa, si allontanava in direzione  della via Giovanni da Milano.                                        Un’antica chiesina ed una fontana situate all’altezza del 17 di corso Plebisciti facevano di quelle quattro cascine quasi un villaggio. 


Sotto la spinta dell’urbanesimo alle catapecchie degli ortolani si aggiunsero disordinatamente agglomerati di case e sistemazioni di fortuna per operai e per le masse che dalle campagne si riversavano alla periferia della città. Lungo via dei Mille furono costruite una serie di casette ombreggiate di edera e glicine ma una tremenda crisi edilizia bloccò le belle costruzioni e così alcuni tronconi di case non ancora finite mostravano lo stato di crescente miseria. Ci furono anni di lotte ed anche all’Acquabella intervennero le forze dell’ordine.

Il piano regolatore del 1904 segnò la ripresa, cominciò a delinearsi Corso Indipendenza e si profilarono rapidamente gli innumerevoli bracci delle vie laterali. Il suolo fu spianato, i piccoli corsi d’acqua riempiti e sorsero nuovi caseggiati.

Un evento tristissimo avvenne la sera del 20 gennaio 1908 a causa della nebbia; in Piazzale Susa, località appunto Acquabella, ci fu uno scontro tra due treni con 7 morti e 23 feriti.


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Re: L'Acquabella
16/03/2015 Marisa Rossi
Buongiorno, sono una insegnante( di economia aziendale al Verri) in pensione e sto studiando la storia della mia famiglia. Molti Bajetta abitavano ad acqua bella, altri a Castagnedo (zona 4). Ci sarà una correlazione? Attendo notizie, Marisa Rossi


Re: L'Acquabella
03/07/2013 umberto
salve mio nonno architetto costruì il brefotrofio e la casa dove abitò per anni in corso Plebisciti 8 saluti umberto


Re: L'Acquabella
20/02/2012 Paolo Morandi
Io abito da 30 anni nella casa ritratta nelle due foto di piazzale Susa.
La casa, di ringhiera, era composta tutta da bilocali con l'ingrasso dal ballatoio e con la seconda stanza che si affacciava sul piazzale o su via Sidoli.
Abitavano nel palazzo circa un centianaio di famiglie ed era una specie di villaggio in miniatura.
I componenti della famiglia che abitava casa mia prima di me erano tutti nati nel palazzo.
Nei locali, dove adesso ci sono i vari negozi, c'erano i laboratori degli artigiani che si affacciavano soprattutto nel cortile interno che era, di fatto, una prosecuzione della piazza.


 
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