Viale Abruzzi: il cantiere infinito
(Massimo Cecconi)22/09/2013
Il presupposto dell’intervento però era e rimane nobile: creare una corsia preferenziale per la filovia numero 92, taxi e auto di servizio e favorire in questo modo il trasporto pubblico.
Sin qui encomiabile.
Poi il viale ha iniziato un suo personale calvario di cantieri rumorosi, di lunghe colonne di auto nelle corsie laterali, di viabilità caotica, mal regolata da semafori capricciosi e da automobilisti irrispettosi, nella quasi totale mancanza di vigilanza pubblica.
Nell’agosto del 2012 ci è anche scappato il morto all’angolo Abruzzi/Sansovino per via di un passaggio pedonale che non rispettava mai nessuno. Ora, in quell’incrocio, è stato collocato un semaforo. Meglio tardi che mai.
Nell’estate di quest’anno, è stata aperta al traffico la corsia centrale del viale nel senso di marcia che da piazza Ascoli va verso piazzale Loreto e la viabilità si è improvvisamente complicata, per non dire di ulteriori lavori che stanno ora interessando il controviale nel senso indicato. Il lato destro del viale è ora quasi totalmente inagibile anche se qualche autista temerario (come è noto, essere temerari è nella natura dell’uomo/donna automobilista) vi si avventura alla ricerca di un impervio parcheggio.
Si sa che questo intervento permetterà l’allargamento dei marciapiedi (ma ce n’era bisogno?) e l’eliminazione di ulteriori parcheggi, nessun cartello però informa i cittadini sulla natura, sull’entità e sulla durata dei lavori stessi. Non è buona cosa. Toccherà poi all’altro senso di marcia, tra le proteste dei commercianti (ma è noto che i commercianti protestano per principio).
Quando però il viale raggiungerà il suo assetto definitivo non è dato sapere.
Torniamo alla corsia centrale. All’incrocio con via Plinio (all’altezza del mitico Bar Basso, per intenderci) si è ora creata una gincana naturale che non ha nulla da invidiare al circuito di Monza. Le auto arrivano da piazza Ascoli, da via Plinio, dal tratto opposto di viale Abruzzi e si inseriscono, a onta del periglio, in una giostra infernale nella quale si immettono, loro malgrado, anche pedoni e ciclisti. Il risultato è tale che si formano, nelle ore di punta naturalmente, code aggrovigliate, anche causate da precedenze non chiare, in cui si sprecano rumori di clacson e di frenate varie. Del resto qui confluiscono anche via Noe e via Maiocchi con ciò che comporta.
Poco oltre, il verde del già citato semaforo di via Sansovino, sul controviale, dura esattamente 8 (otto) secondi e permette il passaggio, se si rispettano i colori del semaforo, di una/due autovetture.
I pedoni anziani o in gioventù sono stati emuli di Bolt o rischiano di restare in mezzo al guado (incrocio) con loro grande nocumento. Stessa solfa per l’incrocio con via Donatello. Con aggravanti. Lì, per chi proviene da p. Loreto, la svolta a sinistra non è ammessa. Vedere per credere: chi lo desidera svolta impunemente a sinistra per imboccare la via Donatello o reimmettersi nel viale centrale in direzione Loreto (vedi immagine). Dal controviale, poi, qualche agguerrito automobilista tenta anche di immettersi nel viale centrale malgrado un evidente segnale di senso vietato ma, come si sa, i segnali stradali sono solo suggerimenti, a volte pedanti e noiosi.
Ogni tanto c’è il botto. Ma fa parte dei rischi di vivere nella giungla urbana.
Anche l’incrocio con via Matteucci e via Paisiello presenta le sue belle difficoltà per flussi di traffico che si sovrappongono e, a volte, si scontrano.
C’è anche un piccolo mistero da scoprire. Il viale centrale era stato perfettamente asfaltato già nella primavera scorsa. A giugno, il manto stradale è stato nuovamente sventrato per inserire dei “tombini” e poi è stato nuovamente asfaltato. Perché mai? Ah saperlo…
In questo panorama un po’ desolante brilla per assenza la vigilanza urbana che sembra ignorare queste oggettive difficoltà di viabilità.
E i cittadini? Mugugnano, imprecano, subiscono e aspettano il Godot di turno che, come è noto, non arriva mai.
Chi deve provvedere, può provvedere? Grazie.
Massimo Cecconi