Ora di alternativa: una scelta che può diventare di qualità
Nelle scuole italiane la scelta di usufruire della scelta dell'ora di alternativa è sempre stata in qualche maniera boicottata. Le ragioni erano di carattere economico, ma soprattutto culturale ed ideologico da parte dei dirigenti scolastici.
(Paolo Morandi)21/01/2012
Nelle scuole sui moduli di iscrizione, se il genitore decide di non avvalersi dell'ora di religione, le alternativa possibili, teoricamente, sono :
attività didattiche e formative
attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza di personale docente
non frequenza della scuola nelle ore di religione (entrata posticipata/uscita anticipata)
Di fatto nella scuola Primaria si organizzano delle attività didattiche alternative.
Qui entrano in gioco le valutazioni personali del dirigente e dei docenti per valorizzare o meno queste ore. Nel 2008 l'Associazione Genitori della Scuola di mio figlio cercò di proporre un programma finanziato dall'Associazione (poi trasformato in un corso post-scolastico): Philosophy for Children. La dirigente di allora ci rispose che era un programma troppo di "qualità" e che quindi avrebbe potuto creare problemi in quanto i genitori che optavano per l'ora di religione si sarebbero sentiti "discriminati". Cosa dire dei genitori che invece non si avvalevano dell'ora di religione? Per 3 anni mio figlio ha avuto come programma di alternativa il gioco nel mondo: al terzo anno i ragazzi non ce la facevano più. Più fortunata l'altra figlia in quanto i docenti assegnati per le ore di alternativa hanno combattuto per proporre programmi di qualità, anche scontrandosi con i genitori dei ragazzi che seguivano religione. Questo per dimostrare che non bastano i dirigenti illuminati, ma che anche l'esperienza dei singoli docenti può o meno trasformare l'alternativa in qualcosa di qualità
Nella gran parte delle scuole superiori l'alternativa a religione è
stare a casa un'ora in più, ma ciò è dovuta ad una scelta del dirigente di non
strutturare una vera e propria alternativa. Spesso i dirigenti si nascondono dietro a problemi economici per la mancata organizzazione di programmi didattici alternativi. Preferiscono fare i salti mortali per organizzare l'orario in modo di avere le ore di religione solo alla prima e ultima ora, piuttosto che organizzare programmi.
A tale proposito consigliamo di leggere la documentazione della Consulta Torinese per la Laicità delle Isttuzioni e pubblichiamo una lettera dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ai Dirigenti Scolastici
Roma, 17
gennaio 2012
ai e p.c. agli |
Dirigenti degli
Istituti Scolastici dell'Emilia Romagna LORO SEDI Ufficio Scolastici Regionale |
Egregio Dirigente,
gli insegnamenti alternativi a quello della religione cattolica sono un diritto conclamato [1], hanno costi coperti dal bilancio statale [2] e la scuola è obbligata a garantirne l'attivazione [3].
La circolare MIUR n. 110 del 29 dicembre 2011 stabilisce al punto 6 le modalità con cui avvalersi delle attività alternative alla religione cattolica nell'anno scolastico 2012/2013.
Certi della Sua attenzione all'arricchimento dell'offerta formativa, al rispetto della libertà religiosa e del diritto all'istruzione, al fatto che la scelta delle alternative all'insegnamento della religione cattolica (IRC) non deve dar luogo ad alcuna forma di discriminazione [4], La invitiamo a:
- informare tempestivamente genitori e studenti frequentanti il suo istituto della possibilità di cambiare la scelta relativa alla frequenza dell'IRC per l'anno scolastico 2012/2013 tramite semplice compilazione entro il 20 febbraio 2012 del modulo E e del modulo F presso la segreteria;
- garantire a genitori e studenti che l'attività didattica e formativa alternativa all'IRC sarà offerta come viene offerto a chi ne fa richiesta l'IRC, con insegnante, aula e programma didattico, senza discriminazione alcuna;
- offrire analoghe informazioni e garanzie a genitori e studenti interessati ad iscriversi presso il Suo istituto;
- inserire la più ampia documentazione sull'attività didattica alternativa all'IRC nel POF di istituto;
- distribuire e far compilare in sede di iscrizione all'a.s. 2012/2013 il modulo F e non solo il modulo E, per le seguenti ragioni:
- buona amministrazione: un rapido riscontro sulle scelte dei genitori consente un ordinato inizio di anno scolastico e la nomina per tempo dei supplenti;
- non discriminare tra chi sceglie di frequentare l'IRC (che conclude la domanda di iscrizione compilando il solo modulo E) e chi si avvale delle attività didattiche alternative (a cui viceversa mancherebbe l'informazione sul diritto di scelta e a cui rimarrebbe l'onere di richiedere un modulo di cui potrebbe non conoscere l'esistenza).
Le segnaliamo inoltre che il progetto La scuola in chiaro, online sul sito del MIUR dal 12 gennaio scorso, che intende mettere “a disposizione in una forma organica le informazioni relative a tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado” [5] e che è “finalizzato anche a consentire l’iscrizione on line” [6], determina l'obbligo per la scuola di includere tra le informazioni dell'offerta didattica del proprio istituto anche quelle relative alle attività didattiche alternative.
Certi che nell'Istituto da Lei diretto venga garantito il diritto di scegliere le alternative all'insegnamento della religione secondo dottrina della Chiesa [7], le chiediamo di inviarci, preferibilmente per via telematica, il POF e la documentazione dei progetti didattici dell' “ora alternativa” proposti a genitori e studenti.
Il Segretario UAAR
f.to Raffaele Carcano
[1]
Il Consiglio di Stato, con sentenza
n. 2749 del 7 maggio 2010, ha stabilito che
«la mancata attivazione dell’insegnamento
alternativo può incidere sulla libertà religiosa
dello studente o delle famiglia, e di questo
aspetto il Ministero [...] dovrà necessariamente
farsi carico».
La circolare
del ministero dell’istruzione n. 59 del 23
luglio 2010, inerente l’adeguamento degli
organici di diritto alle situazioni di fatto per
l’anno 2010/2011, evidenzia la necessità di
assicurare «l’insegnamento dell’ora alternativa
alla religione cattolica agli alunni interessati».
[2] Il MIUR, con nota
del 22 marzo 2011, ha trasmesso alle
Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado le
indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato
sul pagamento delle attività didattiche
alternative all'insegnamento della religione
cattolica.
Il parere, concordato tra il MIUR e il MEF,
ribadisce che la scelta di genitori e alunni di
avvalersi delle attività didattiche alternative
alla religione cattolica rende le stesse un
"servizio strutturale obbligatorio", da pagare "a
mezzo dei ruoli di spesa fissa".
Risulta certificato dai due ministeri competenti
che i costi dell' “ora alterativa” e dello “studio
assistito” alternativi all'IRC sono coperti dallo
Stato e non gravano sui singoli Istituti
scolastici.
[3] L’ordinanza
del tribunale di Padova n. 1176 del 30 luglio
2010 ha stabilito che l’attivazione dei
corsi alternativi costituisce «un obbligo», e che
la loro mancata attivazione costituisce «un
comportamento discriminatorio illegittimo», fonte
di responsabilità risarcitoria per l’Istituto
scolastico.
[4] Legge
25 marzo 1985, n. 121, di ratifica ed
esecuzione del Concordato siglato nel 1984 da
Repubblica Italiana e Santa Sede.
[5] Circolare n. 108
MIURAOODGSSSI prot. 6756 del 27/12/2011
[6] Nota
MIURAOODGSSSI prot. N. 6865 del 30/12/2011
[7] L'insegnamento della
religione cattolica è «impartito in conformità
alla dottrina della Chiesa», come da art.5 del protocollo
addizionale del Concordato siglato nel 1984
da Repubblica Italiana e Santa Sede.