A Lambrate, l’esilio dei milanesi
(Franco Sala)20/03/2013
In fondo, l’esilio lambratese fu una situazione abbastanza tollerabile.
In effetti i terreni in riva al Lambro erano particolarmente fertili e consistenti le attività agricole e lattiero-casearie.
Il Lambro poi, allora ancora navigabile, era un fiume particolarmente pescoso.
Di sicuro sappiamo, da una pergamena del 1167, che a seguito di questi avvenimenti Lambrate fu elevata alla dignità di borgo imperiale.
Alla particolare fertilità del territorio lambratese rimanda anche il toponimo “Ortica” (terra degli Orti) che comparve per la prima volta in un documento del 1696 conservato all'Archivio di Stato tra le carte relative al monastero di Santa Redegonda e indica, in realtà, non un terreno ma una celebre osteria sita sulle proprietà dell'abate Cesare Gorani.
L'osteria è sopravvissuta ai secoli e ai cambiamenti di proprietà, divenendo l'antica trattoria del Gatto Nero, esistente ancora oggi.
Le testimonianze dell’esilio dei milanesi a Lambrate sono presenti nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita1 all’Ortica, oggi dedicata alla Madonna delle Grazie (figura 1).
Purtroppo oggi la chiesa, avendo perso la funzione parrocchiale, non è facilmente accessibile se non il sabato pomeriggio quando viene officiata la messa per gli abitanti del quartiere; ma fate un piccolo sforzo che ne vale la pena. In primo luogo potete trovare un bell’affresco di gusto bizantineggiante fatto dipingere dai milanesi esiliati a Lambrate (figura 2).
Nel 1979 durante una fase di restauro sotto l’affresco si rinvenne un graffito con la scritta “Questa è preghiera… nell’anno 1182, 12 del mese di aprile, per ottenere la clemenza di Dio” (figura 3).
Il graffito consta anche di disegni riferiti alle condizioni di vita del luogo: si nota un uomo che tiene in bocca un'anguilla, a significare la pescosità (sic!) del Lambro, anitre selvatiche, infine, in basso a destra, il disegno di una porta (senza dubbio la Porta Orientale), che rivela la nostalgia dei milanesi esuli per la loro città.
La preghiera fu evidentemente ben accolta perché nel 1183, a seguito della pace di Costanza, i milanesi poterono rientrare nella loro città.
Richiamandosi a questo episodio il Cardinal Martini nel 1987 elevò la chiesa a santuario mariano, forse sperando in un rapido rinsavimento (ritorno a casa) dei milanesi dagli eccessi della “Milano da bere”.
Lo stesso cardinale ha composto e lasciato alla comunità una preghiera di supplica alla Madonna delle Grazie che viene utilizzata il 12 di ogni mese, durante la messa in onore della Vergine.
1. martiri della prima età cristiana divenuti patroni di Brescia. Il tempio sorge, infatti, sull'antica strada consolare romana (oggi via Corelli) che raggiungeva Aquileia, passando naturalmente per Brescia.