A Lambrate, l’esilio dei milanesi

Era il 1162 e proprio qui si rifugiarono i milanesi, quando la città fu invasa e distrutta dal Barbarossa.
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esilio1
Il 26 marzo 1162, dopo sette mesi di assedio, l’imperatore Federico I°, detto il “Barbarossa”, entrò in Milano e ne provocò la distruzione. A seguito di questo avvenimento circa 20.000 milanesi di Porta Nuova e di Porta Orientale vennero esiliati dall’Imperatore a Lambrate.

In fondo, l’esilio lambratese fu una situazione abbastanza tollerabile.
In effetti i terreni in riva al Lambro erano particolarmente fertili e consistenti le attività agricole e lattiero-casearie.
Il Lambro poi, allora ancora navigabile, era un fiume particolarmente pescoso.

Di sicuro sappiamo, da una pergamena del 1167, che a seguito di questi avvenimenti Lambrate fu elevata alla dignità di borgo imperiale.


Alla particolare fertilità del territorio lambratese rimanda anche il toponimo “Ortica” (terra degli Orti) che comparve per la prima volta in un documento del 1696 conservato all'Archivio di Stato tra le carte relative al monastero di Santa Redegonda e indica, in realtà, non un terreno ma una celebre osteria sita sulle proprietà dell'abate Cesare Gorani.
L'osteria è sopravvissuta ai secoli e ai cambiamenti di proprietà, divenendo l'antica trattoria del Gatto Nero, esistente ancora oggi.

Le testimonianze dell’esilio dei milanesi a Lambrate sono presenti nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita1 all’Ortica, oggi dedicata alla Madonna delle Grazie (figura 1).

Purtroppo oggi la chiesa, avendo perso la funzione parrocchiale, non è facilmente accessibile se non il sabato pomeriggio quando viene officiata la messa per gli abitanti del quartiere; ma fate un piccolo sforzo che ne vale la pena. In primo luogo potete trovare un bell’affresco di gusto bizantineggiante fatto dipingere dai milanesi esiliati a Lambrate (figura 2).

Nel 1979 durante una fase di restauro sotto l’affresco si rinvenne un graffito con la scritta “Questa è preghiera… nell’anno 1182, 12 del mese di aprile, per ottenere la clemenza di Dio” (figura 3).
Il graffito consta anche di disegni riferiti alle condizioni di vita del luogo: si nota un uomo che tiene in bocca un'anguilla, a significare la pescosità (sic!) del Lambro, anitre selvatiche, infine,  in basso a destra, il disegno di una porta (senza dubbio la Porta Orientale), che rivela la nostalgia dei milanesi esuli per la loro città.
La preghiera fu evidentemente ben accolta perché nel 1183, a seguito della pace di Costanza, i milanesi poterono rientrare nella loro città.

Richiamandosi a questo episodio il Cardinal Martini nel 1987 elevò la chiesa a santuario mariano, forse sperando in un rapido rinsavimento (ritorno a casa) dei milanesi dagli eccessi della “Milano da bere”.
Lo stesso cardinale ha composto e lasciato alla comunità una preghiera di supplica alla Madonna delle Grazie che viene utilizzata il 12 di ogni mese, durante la messa in onore della Vergine.




1. martiri della prima età cristiana divenuti patroni di Brescia. Il tempio sorge, infatti, sull'antica strada consolare romana (oggi via Corelli) che raggiungeva Aquileia, passando naturalmente per Brescia.

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Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
17/08/2016 Luca
Buongiorno,
Le strade Romane che uscivano da Milano erano molte:

1) Via Gallica (SS11) Porta Orientale
2) Via Cassanese ( si collegava alla Gallica)
3) Via Rivoltana
4) Via Paullese (Antica Strada Regina per Cremona - Vecchia Paullese)
5) Via Emilia (SS.9) (Porta Romana)
6) Via Mala (SS.35) Genova-Tortona-Pavia-Milano-Como-Chiasso. Nel tratto Genova-Tortona era variante della Postumia. (Porta Ticinese)
7) Via Vigevanese (Vigevano)
8) Via Gallica (SS.11)(Porta Vercellina)
9) Via Severa (SS. del Sempione)
10)Via Varesina
11)Via Mala (SS.35)Porta Comasina
12)Via Aurea (SS.36) Milano-Monza-Carnate-Olginate-Lecco-Piani di Spagna-Spluga (Valassina) (Porta Aurea)


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
11/10/2014 claudio
I profughi Milanesi poterono rientrare nella loro città nel mese di Aprile del 1167 protetti dagli eserciti dei Bergamaschi,Bresciani e Cremonesi,con i quali avevano concluso un formale giuramento di pace e amicizia.Rientrati in città si misero all'opera per ricostruire le loro case e darsi una provvisoria cinta di mura.Milano era rinata e pronta di nuovo a combattere.


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
20/04/2013 Alberto Zaina
Articolo chiaro e semplice, e al tempo steso ben documentato. Son un bresciano cultore di storia ed arte e l'ho trovato interessante (interessantissima la pubblicazione del graffito) e che spiega il perché della diffusione del culto di San Faustino a Milano (anzi credo che la dedicazione originaria fosse quella di San Faustino e Giovita). Al proposito ricordo che i SS: Faustino e Giovita furono proclamati patroni di Brescia solo nel 1438 (prima i patroni erano i Santi Vescovi Apollonio e Filastrio) e per un episodio di segno contrario rispetto alla solidarietà comunale contro il Barbarossa: le truppe milanesi al comando del Piccinino assediarono Brescia per riportarla sotto il dominio visconteo e i Santi Fantino e Giovita, secondo la leggenda, apparvero sugli spalti per respingere le palle di cannone degli assedianti. Così la leggenda che, pare fu diffusa propri da fonti milanesi, forse per giustificare le proprie truppe che non avevano saputo piegare la resistenza di Brescia.


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
25/03/2013 leonetto
Ciao Franco,
bello l'articolo.
Leggo sempre con piacere.
Magari tu lo sai. In prossimità dell'odierno ponte sul Lambro in Via Corelli hanno trovato i resti di un ponte ad arco romano.
Hai qualche notizia?
La via Rivoltana era la strada più grande ed antica, sarebbe bello saperne di più.

buona giornata

leonetto


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
21/03/2013


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
21/03/2013 Pietro Cat
Grazie per questo interessante pezzo di storia sull'Ortica. Bella anche la foto d'epoca della chiesetta e dello spiazzo antistante, oggi è quasi ancora così.


Re: A Lambrate, l’esilio dei milanesi
21/03/2013 Pietro Cat


 
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