Galleria Vittorio Emanuele, arriva Armani
(CS Comune di Milano)12/10/2012
“Siamo molto contenti di questa operazione – commenta l’assessore al Demanio Lucia Castellano – perché il marchio Armani rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo ed è importante che trovi spazio anche nel salotto di Milano. Dopo il ritorno delle storiche insegne Motta e Campari e la presenza consolidata di nomi prestigiosi, un nuovo nome eccellente arriverà in Galleria. E questo premia il lavoro che stiamo facendo per valorizzare questo patrimonio cittadino attraverso l’impegno dei nostri uffici e il positivo dialogo avviato con i privati”.
“Sono sicuro – aggiunge l’assessore al Commercio e Attività produttive Franco D’Alfonso – che il nuovo negozio Armani, sulla scia di quanto avvenuto per altre grandi firme del Made in Italy, saprà valorizzare con il suo stile una delle nostre vetrine più prestigiose, contribuendo a fare della Galleria Vittorio Emanuele il miglior biglietto da visita della città in vista di Expo 2015 coniugando tradizione, cultura del gusto e creatività”.
L’ingresso di un punto vendita Giorgio
Armani Accessori si realizzerà grazie alla cessione del ramo d’azienda
(con conseguente modificazione della destinazione d’uso e dell’insegna)
con la società Cravattificio Zadi srl, attualmente presente in Galleria
con i marchi Andrew’s Ties e Camicie St George. La Zadi si trasferirà
a sua volta negli spazi concessi al Fans Shop Official Equipment.
Entrambe le società riqualificheranno
i locali loro assegnati e corrisponderanno il doppio del canone attuale
fino al termine della concessione che avverrà nel 2020.
“Prima dell’estate – ricorda l’assessore
Castellano – avevamo approvato la delibera con le nuove linee di indirizzo
per regolamentare il fenomeno della cessione dei rami d’azienda in Galleria
e questa è la prima operazione che compiamo seguendo i nuovi criteri. Con
il provvedimento l’Amministrazione torna ad essere parte attiva in questa
pratica commerciale tra società private, tutelando il pregio del Salotto
di Milano e incrementando ulteriormente gli introiti derivanti dai canoni”.
Questi i punti salienti del provvedimento
approvato a luglio sulla cessione dei rami d’azienda. Sotto il profilo
economico, il Comune introita il doppio del canone contrattuale corrisposto
dal precedente concessionario nei casi di cambiamento dell’insegna e/o
della destinazione d’uso e/o del marchio. Inoltre, per quanto riguarda
il controllo dei subentri, l’Amministrazione comunale autorizza preventivamente,
tramite apposita delibera di Giunta, i cambi di insegna e di destinazione
d’uso, tenendo conto del pregio dei luoghi e in modo da garantire un corretto
e idoneo mix commerciale.
Per scongiurare speculazioni, la possibilità di realizzare le cessioni
è preclusa nei primi 3 anni e negli ultimi 2 anni di vigenza della concessione
originaria (che dura in media 12 anni).