Per non dimenticare

Esercitare la memoria contro la strategia della violenza. ()
Amoroso lapide
All’angolo tra le vie Goldoni e Uberti una lapide ricorda la figura di Gaetano Amoroso, un militante di estrema sinistra che, in quel luogo, il 27 aprile del 1976, venne accoltellato da una squadraccia fascista della quale faceva parte anche Gilberto Cavallini, pluricondannato per terrorismo nero.
Amoroso morirà due giorni dopo per le ferite riportare nel corso dell’agguato.
I fatti si collocano esattamente un anno dopo la drammatica morte di Sergio Ramelli, un militante di destra barbaramente ucciso da un commando di Avanguardia Operaia.

Anni di piombo, periodo storico nel quale in Italia imperversava la strategia della tensione dopo la sconvolgente strage fascista di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e prima del massacro compiuto da estremisti di destra alla stazione di Bologna (2 agosto 1980).
Anni terribili che in parte la memoria ha attutito ma che rappresentano ancora oggi una delle pagine più tragiche della nostra storia.
Per Milano è significativo sottolineare che alcuni di questi tragici fatti sono accaduti nel territorio del Municipio 3, basti pensare alla morte per mano fascista di Fausto e Iaio in via Mancinelli (18 marzo 1978) e dell’agente di polizia Antonio Marino, colpito da una bomba lanciata da un gruppo di neofascisti in via Bellotti (14 aprile 1973).
Anni duri, durissimi che ci auguriamo restino relegati a quel periodo storico. Anni di cui però occorre mantenere memoria perché sarebbe pericoloso e persino pernicioso dimenticare.

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