Sala, dopo il disastro del Salva Milano tutto come prima?
Dopo anni di proteste dei cittadini, di ricorsi al TAR, di coraggiose indagini giornalistiche si conclude finalmente la penosa vicenda del Salva Milano, e resta l’amaro in bocca.
(Paolo Burgio)12/03/2025

C’è voluto l’intervento della magistratura per mettere fine a questa squallida pagina della politica milanese che passerà alla storia come Salva Milano. Il sindaco Sala ed il PD hanno sostenuto sino all’ultimo l’“interpretazione autentica” meneghina delle norme edilizie, la fantastica “rigenerazione” che aveva come principale obiettivo non tanto lo sviluppo della qualità urbanistica e dell’edilizia al servizio dei cittadini, quanto i possibili consistenti profitti per i costruttori, gli operatori finanziari e i fondi di investimento attirati dalle interessanti prospettive di mercato che la piazza di Milano poteva offrire.
Il sindaco Sala ha per anni sdegnato le manifestazioni di protesta dei cittadini danneggiati dalle costruzioni sorte nei cortili e dai grattacieli che spuntavano di fianco alle loro abitazioni, ha reagito vivacemente contro la magistratura quando finalmente questa è intervenuta (non era possibile non vedere le difformità dalle norme), ha minacciato i giudici di voler bloccare lo sviluppo economico della città, di danneggiare tutto il comparto interessato alle attività edilizie, imprese, progettisti, tecnici, ha assicurato il sostegno legale (e psicologico) del Comune ai poveri funzionari degli uffici urbanistici coinvolti nelle inchieste, ha fatto querelare dal Comune il giornalista Barbacetto del Fatto Quotidiano, non per gli articoli che pubblicava sul giornale, ma per una vignetta satirica apparsa sul suo blog.
Ha chiesto, e ottenuto, la certificazione dell'interpretazione autentica milanese con una legge che la maggioranza di destra e il PD hanno votato in parlamento, legge che oggi (non era difficile immaginarlo) a seguito delle indagini avviate dalla magistratura risulta scritta a piene mani dai vari personaggi nell’ambito dell'amministrazione milanese e nelle file dei partiti di governo in sede nazionale coinvolti nell’inchiesta giudiziaria.
Sino a pochi giorni fa Sala era pronto a dare le dimissioni se il PD non lo avesse sostenuto sino in fondo nelle battaglia per il Salva Milano. In Consiglio Comunale lo scorso 10 febbraio il presidente PD della Commissione Rigenerazione Urbana Bruno Ceccarelli è intervenuto, arrampicandosi sugli specchi, sostenendo la necessità di approvare la Salva Milano.
Le notizie di cronaca sui giornali milanesi hanno poi dato ampi ragguagli sull’arresto dell’ex dirigente comunale, l’architetto Oggioni, e sulla cerchia di personaggi coinvolti nella vicenda Salva Milano, professionisti e politici che si sono a vario titolo attivati per far passare la legge.
Da una nota di Palazzo Marino lo scorso 6 marzo veniamo a sapere che non ci sono più le condizioni per proseguire con l’approvazione della Salva Milano; il sindaco Sala così liquida in poche parole la questione. E gli fa eco la segretaria PD Schlein: dopo i gravi fatti emersi non ci sono le condizioni per andare avanti.
Come sarebbe a dire: lasciamo perdere, abbiamo scherzato, non ci sono le condizioni?
Ma signori e signore che rivestite ruoli di vertice nelle Amministrazioni Pubbliche, sedete in Consiglio Comunale, siete membri del parlamento, svolgete importanti incarichi al servizio dello Stato vi pare che tutto quello che è emerso in questa vicenda sia liquidabile dicendo “non ci sono più le condizioni”?
Questa non è solo un’offesa all’intelligenza dei cittadini, è il tradimento del mandato di rappresentanza ricevuto dagli elettori, è la svendita dei valori e dei principi della democrazia.
Abbiamo assessori, consiglieri comunali, ex-funzionari pubblici e membri di commissioni, che , spesso in palese contrasto di interessi, frequentano gli stessi uffici, le stesse riunioni, esaminano le stesse pratiche, ma non hanno orecchi per sentire, né occhi per vedere?
Sala, anche per una questione di dignità personale, dovrebbe rassegnare le dimissioni, dopo anni di servizio in Comune, Direttore Generale ai tempi della Moratti, al secondo mandato come sindaco; è il minimo che ai cittadini sarebbe dovuto e sarebbe un buon segno per tutti.
Il Partito Democratico rivela qui la sua natura di partito erede di un passato che non gli appartiene più, ma su cui continua a lucrare consensi, un partito del compromesso e degli affari, privo di spinte ideali e indifferente alle istanze dell’elettorato che dovrebbe rappresentare, ma che, come dimostra la vicenda del Salva Milano, tradisce. Questa sarebbe una bella occasione per uscire dalla crisi con una sana autocritica e riscoprirsisi come forza autenticamente di sinistra, non a parole, ma nei fatti. Non credo avverrà mai, manca il personale adatto e non ci sono dunque le condizioni per trarre le dovute conseguenze e voltare pagina. Così andremo avanti sino al prossimo intervento della magistratura, il lupo perde il pelo ma non il vizio, tanto agli elettori benpensanti si potrà sempre chiedere un voto utile, meglio tirare avanti in questa generale disaffezione della politica che va sfruttata perché tutto resti come prima.
Alla fine, come al solito grazie alla magistratura, la sciagurata legge Salva Milano pare, fortunatamente per i cittadini, affondata, restano tutte le incognite di cosa avverrà in futuro.
Tra il se-dicente centrosinistra rappresentato da Sala-PD e quelli di destra, FdI, FI, Lega, Noi Progressisti che, scopriamo sempre grazie alle inchieste della magistratura, hanno tirato le fila per far approvare il Salva Milano e son pronti ad entrare in campo per prendere il posto degli attuali occupanti c’è poco da stare allegri, siamo destinati a cadere dalla padella nella brace.
Che fare?
Svegliarsi, aprire gli occhi, guardarsi in giro senza farsi abbindolare dalla propaganda dei media, cambiare voto per eleggere quelli che stanno oggi all’opposizione, non potranno essere peggiori di questi governanti che ci prendono in giro, che agitano venti di guerra, impongono folli spese per armamenti che non serviranno di certo né oggi, né domani a difenderci. Mentre nel frattempo balzeranno alle stelle i profitti del sistema economico finanziario di cui siamo ostaggio.
Il sindaco Sala ha per anni sdegnato le manifestazioni di protesta dei cittadini danneggiati dalle costruzioni sorte nei cortili e dai grattacieli che spuntavano di fianco alle loro abitazioni, ha reagito vivacemente contro la magistratura quando finalmente questa è intervenuta (non era possibile non vedere le difformità dalle norme), ha minacciato i giudici di voler bloccare lo sviluppo economico della città, di danneggiare tutto il comparto interessato alle attività edilizie, imprese, progettisti, tecnici, ha assicurato il sostegno legale (e psicologico) del Comune ai poveri funzionari degli uffici urbanistici coinvolti nelle inchieste, ha fatto querelare dal Comune il giornalista Barbacetto del Fatto Quotidiano, non per gli articoli che pubblicava sul giornale, ma per una vignetta satirica apparsa sul suo blog.
Ha chiesto, e ottenuto, la certificazione dell'interpretazione autentica milanese con una legge che la maggioranza di destra e il PD hanno votato in parlamento, legge che oggi (non era difficile immaginarlo) a seguito delle indagini avviate dalla magistratura risulta scritta a piene mani dai vari personaggi nell’ambito dell'amministrazione milanese e nelle file dei partiti di governo in sede nazionale coinvolti nell’inchiesta giudiziaria.
Sino a pochi giorni fa Sala era pronto a dare le dimissioni se il PD non lo avesse sostenuto sino in fondo nelle battaglia per il Salva Milano. In Consiglio Comunale lo scorso 10 febbraio il presidente PD della Commissione Rigenerazione Urbana Bruno Ceccarelli è intervenuto, arrampicandosi sugli specchi, sostenendo la necessità di approvare la Salva Milano.
Le notizie di cronaca sui giornali milanesi hanno poi dato ampi ragguagli sull’arresto dell’ex dirigente comunale, l’architetto Oggioni, e sulla cerchia di personaggi coinvolti nella vicenda Salva Milano, professionisti e politici che si sono a vario titolo attivati per far passare la legge.
Da una nota di Palazzo Marino lo scorso 6 marzo veniamo a sapere che non ci sono più le condizioni per proseguire con l’approvazione della Salva Milano; il sindaco Sala così liquida in poche parole la questione. E gli fa eco la segretaria PD Schlein: dopo i gravi fatti emersi non ci sono le condizioni per andare avanti.
Come sarebbe a dire: lasciamo perdere, abbiamo scherzato, non ci sono le condizioni?
Ma signori e signore che rivestite ruoli di vertice nelle Amministrazioni Pubbliche, sedete in Consiglio Comunale, siete membri del parlamento, svolgete importanti incarichi al servizio dello Stato vi pare che tutto quello che è emerso in questa vicenda sia liquidabile dicendo “non ci sono più le condizioni”?
Questa non è solo un’offesa all’intelligenza dei cittadini, è il tradimento del mandato di rappresentanza ricevuto dagli elettori, è la svendita dei valori e dei principi della democrazia.
Abbiamo assessori, consiglieri comunali, ex-funzionari pubblici e membri di commissioni, che , spesso in palese contrasto di interessi, frequentano gli stessi uffici, le stesse riunioni, esaminano le stesse pratiche, ma non hanno orecchi per sentire, né occhi per vedere?
Sala, anche per una questione di dignità personale, dovrebbe rassegnare le dimissioni, dopo anni di servizio in Comune, Direttore Generale ai tempi della Moratti, al secondo mandato come sindaco; è il minimo che ai cittadini sarebbe dovuto e sarebbe un buon segno per tutti.
Il Partito Democratico rivela qui la sua natura di partito erede di un passato che non gli appartiene più, ma su cui continua a lucrare consensi, un partito del compromesso e degli affari, privo di spinte ideali e indifferente alle istanze dell’elettorato che dovrebbe rappresentare, ma che, come dimostra la vicenda del Salva Milano, tradisce. Questa sarebbe una bella occasione per uscire dalla crisi con una sana autocritica e riscoprirsisi come forza autenticamente di sinistra, non a parole, ma nei fatti. Non credo avverrà mai, manca il personale adatto e non ci sono dunque le condizioni per trarre le dovute conseguenze e voltare pagina. Così andremo avanti sino al prossimo intervento della magistratura, il lupo perde il pelo ma non il vizio, tanto agli elettori benpensanti si potrà sempre chiedere un voto utile, meglio tirare avanti in questa generale disaffezione della politica che va sfruttata perché tutto resti come prima.
Alla fine, come al solito grazie alla magistratura, la sciagurata legge Salva Milano pare, fortunatamente per i cittadini, affondata, restano tutte le incognite di cosa avverrà in futuro.
Tra il se-dicente centrosinistra rappresentato da Sala-PD e quelli di destra, FdI, FI, Lega, Noi Progressisti che, scopriamo sempre grazie alle inchieste della magistratura, hanno tirato le fila per far approvare il Salva Milano e son pronti ad entrare in campo per prendere il posto degli attuali occupanti c’è poco da stare allegri, siamo destinati a cadere dalla padella nella brace.
Che fare?
Svegliarsi, aprire gli occhi, guardarsi in giro senza farsi abbindolare dalla propaganda dei media, cambiare voto per eleggere quelli che stanno oggi all’opposizione, non potranno essere peggiori di questi governanti che ci prendono in giro, che agitano venti di guerra, impongono folli spese per armamenti che non serviranno di certo né oggi, né domani a difenderci. Mentre nel frattempo balzeranno alle stelle i profitti del sistema economico finanziario di cui siamo ostaggio.