Odio gli indifferenti

Riceviamo da una lettrice e pubblichiamo questo richiamo a un più attento senso civile di ciò che appartiene a tutti noi, contribuendo al miglioramento dell'ambiente che ci circonda. ()
biblioteca lambrate
Dovunque noto lo scempio e il degrado dello spazio vitale intorno a me, ma l’insulto alla Biblioteca in via Valvassori Peroni (nel Municipio 3) mi ha suscitato particolare reattività: esprimo le mie considerazioni.

Alessandria d’Egitto, nel 47 a.C. un incendio divorò la Biblioteca, distruggendo circa 40.000 volumi: il più grande tesoro di cultura catalogato del mondo si è perduto per sempre. A chi la carta usa solo per usi intimi personali o per accendersi il fuoco in campagna, la notizia non fa effetto; a
chi pensa che il libro, il Verbo scritto, la parola silente rimbombante che esplode dalle righe, la “preghiera”, come la chiama Alessandro Baricco, sia un patrimonio più prezioso di un gingillo, l’insulto al libro e ai templi che lo custodiscono, è una sofferenza. È un dispregio ai milioni di parole che una in fila all’altra raccontano la nostra storia, il sentire, le emozioni, la capacità di arricchire e di trasformare le menti…

Solo chi è 'vuoto' nella mente e nel cuore può trattare un punto sacro come la Biblioteca, in questo caso la ex-Valvassori Peroni ora Lambrate, come fosse un campo di battaglia (che si sentano Cesare Augusto?) e vandalizzare gli spazi circostanti; non rispettando neanche il giardino che a fatica resiste e dona il verde e riparo ai cantori dell’aere. Voglio sperare che non siano studenti (dea Minerva fa che non sia così!) quelli che, dopo aver usufruito della pace agreste seduti ai tavoli a disposizione, all’ombra del tempio che custodisce Platone, Socrate (per dirne un paio) lasciano con noncuranza le scorie dell’ignoranza! Forse pensano che passerà Cleopatra o Agrippina a pulire? Sono davvero rimasti a oltre 2000 anni fa? Chi sono quei bipedi implumi (disse Platone) che non sanno aprire i cassonetti e suddividere le lampadine dai piccoli elettrodomestici, o che ignavi buttano per terra ciò che avanza nelle tasche dopo essersi rifocillati? Piuttosto, non hanno voglia di impegnarsi… Dante li butterebbe tutti nel III canto dell’Inferno: se ci fosse ancora posto.

Amplio l’occasione datami dalla rumenta notata nello spazio sopra descritto, generalizzando alle condizioni del territorio sia cittadino che campestre e guardo…guardo che il mondo, di contro, vede, passa davanti a ogni cosa che non è al suo posto e vede, non percepisce con gli occhi della mente: assiste a diatribe, favella, si lamenta e vede, ma non guarda e soprattutto non fa (verbo fare): “…è lì, cosa posso farci, la tiro su io!? “ “Che schifo, dovrebbero pulire!” CHI? Quelli che sporcano? “No, quelli che sono pagati” Ah!. Insomma “Io (cittadino) non c’ entro un bel niente e non faccio un bel niente perché se uno è cretino.. l’altro…eh bhè che lavori!” “discorsi così, qualunquisti, da scaricabarile.

Io la penso diversamente; preciso: che ci siano cretini sono d’accordo, ma che ciascuno degli Umani che vivono sul terreno comune NON debbano portare il proprio, incondizionato contributo, non lo sono. Il Comune mette a disposizione la possibilità di avere servizi, ma è un lavoro impari se non c’è collaborazione.

Gli animali divorano la preda e lasciano i resti a specie diverse per una catena alimentare che tende al riassorbimento delle sostanze deperibili prodotte dalla preda uccisa. Uccisa per fame. Non mi vengano a dire che lattine, bottiglie, elettrodomestici, mozziconi, cartacce etc.. hanno sostanze nutritive e che se restano sul terreno possano essere riassorbite e risorgere trasformati in fiorellino di campo, concimati magari dalla cacca dei cani!

Lasciamo i nostri 'escrementi', scarti della nostra vita da scartare, abbandonati ovunque con dispregio della vita dell’Altro e di Gàia Madre perchè siamo incivili, falsi innocenti che ritirano la mano dopo aver gettato il sasso, presuntuosi che sporcano per segnare il territorio, indifferenti che vedono e soprassiedono per non esporsi in prima persona a difendere quel territorio che è la loro/nostra Casa: ringhiosi nel vociare, pavidi nel fare.

Si è capito che non sopporto più il degrado e l’ignavia: non basta che io, tu, lui, lei ci comportiamo in modo rispettoso, non bastiamo. Occorre che anche essi, loro, tutti si attivino. Fino a che il cuore/mente dell’Uomo non verrà cambiato dovremo subire lo scempio di chi non ha cuore/mente Umani.
Perseguiamo nella ricerca di soluzioni, aiutiamo chi lavora a tenere decorosa e viva la nostra Casa, sosteniamo iniziative, proponiamo iniziative comuni per far vedere che amiamo, che non siamo indifferenti a ciò che accade, ma parte attiva in Casa nostra. Esponiamoci. PARTECIPIAMO.

“Odio gli indifferenti. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti” (Gramsci, La città futura)

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